Quella
tra gli sceicchi e la Champions si chiama idiosincrasia. Nonostante
le ingenti risorse profuse, i notevoli investimenti impiegati, il
risultato è sempre lo stesso: la Coppa dalle grandi orecchie non
arriva. Il massimo trofeo continentale sembra un miraggio. Psg e City
sono accomunati, stesso destino, stesso esito. Il giudizio è
unanime: hanno fallito.
Il
verdetto del campo è stato spietato, poiché trascurano la storia e
non conoscono la forza della tradizione. È acclarato: un club di
livello necessita di soldi e tanti. Ma poi in determinati frangenti,
serve ben altro. C'è bisogno di volontà e di visione.
Il
Psg e il City hanno stili e strategie diverse.
I
francesi hanno una rosa pletorica, allenatori che vanno e vengono.
Decide, per ora, Leonardo. Sono una selezione, non giocano da
squadra, è la singolarità che prevale sull'unità.
Gli
inglesi hanno operato altre scelte. Si sono prima affidati e poi
consegnati a Guardiola. È lui il vero fuoriclasse. Decide strategie,
viene assecondato in ogni scelta. I calciatori sono forti, ma hanno
un grande limite: non hanno carattere, necessitano di un guida.
Quando non recitano il loro spartito sono spauriti.
Ma
per spiegare quello che è avvenuto a Psg e City, forse servono altri
argomenti.
Fabio
Capello non ha dubbi. A proposito di Ancelotti pensa che: “Ha avuto
il colpo di fortuna al momento giusto, la fortuna di Carletto è
famosa c'è sempre il colpo d'ala che lo porta a volare”.
Per
Guardiola la disamina è più complessa. La Champions non la vincerà
più per via degli sciamani. La maledizione pende sul suo capo dal
2018, quando mise alla porta Yaya Touré. L'agente del mediano fu
chiaro: “Guardiola ha messo tutta l'Africa contro se stesso. Sono
sicuro che molti sciamani non gli permetteranno di vincere la
Champions. La vita mostrerà se ho ragione o no”.
E
una simile premonizione non è inedita.
Béla
Guttmann, considerato il precursore del 4-4-2, allenava il Benfica.
Si dimise, dopo aver trionfato in campionato, sostenendo che il club
gli aveva fatto delle promesse, e non le aveva mantenuto. Esclamò:
“D'ora in poi in avanti il Benfica non vincerà più una coppa
internazionale, per almeno 100 anni”.
E
così è stato: i portoghesi, da allora, hanno giocato e perso tutte
le finali in cui sono stati impegnati.
A
proposito di fortuna Niccolò Machiavelli scriveva: “Giudico che la
fortuna sia arbitra della metà delle azioni nostre, ma che ce ne
lasci governare l'altra metà”.