Lo
sguardo è rivolto verso il continente, l'orizzonte è quello del
Nord Europa. Spalle rivolte al Mediterraneo. Cammino spedito verso lo
sviluppo, senza le pastoie romane. La storia di Milano è costellata
di dominazioni, che si sono susseguite sin dalla sua fondazione. Ha
vissuto di contaminazioni culturali. Un'espansione continua,
incessanti cambiamenti. Le vicende contemporanee consegnano la
definizione di unica e vera città italiana a vocazione europea. La
capitale economica e finanziaria, che non aspetta il resto del Paese,
corre veloce. E non conosce il declino di Torino o Genova: era il
famoso triangolo industriale, quello del boom economico degli anni
Sessanta.
Ma
come cantava Dalla, i milanesi sanno anche ridere e divertirsi. Da
settimane sono nel pallone. Inter e Milan sono in testa alla
classifica e si giocano lo scudetto. È in atto una contesa
avvincente, le acerrimi rivali conosceranno il loro destino,
probabilmente, all'ultima giornata.
Il
Derby del terzo millennio non è certo quello storico, che vedeva
contrapposti: i “bauscia”, i tifosi interisti che provenivano dalla classe borghese; e i “casciavit”, i tifosi milanisti che
appartenevano alla classe operaia. Ora tutto è mutato, le proprietà
sono straniere, non hanno nessun radicamento nella città. A loro
interessa il marchio.
Eppure
la passione dei milanesi è enorme. Stadio San Siro sempre colmo,
pienoni da oltre 70.000 spettatori e incassi record. L'Inter,
dall'inizio della stagione, ha sfondato il milione di spettatori. Ma
il Milan non è lontano da simili cifre. Un'autentica supremazia
nazionale. Numeri impressionanti, seguono per distacco piazze come
Torino, Roma e Napoli. Sembrerebbe un trasporto inedito, per una
città etichettata come fredda. È come se il calcio fosse una
variabile umorale, una deviazione rispetto alla consueta compostezza
e operosità.
Luci
di San Siro che, forse, sono destinate a spegnersi. I tempi reclamano
un impianto moderno e funzionale. Anche se si costruirà un nuova
casa, il tifo rimarrà intatto e viscerale. E i milanesi
continueranno a offrirsi un diversivo esistenziale.