CALCIO
Tre rigori e il VAR protagonista
Il Lugano pareggia a Ginevra: l'arbitro Cibelli non ne azzecca una e ora il terzo posto è a 5 punti
Pubblicato il 11.05.2022 20:55
di L.S.
Un pareggio a Ginevra prima della finale è un risultato che tutto sommato alla vigilia si poteva firmare. Il Lugano torna invece nel suo ritiro di Nyon con qualche rammarico, soprattutto per le due reti incassate.
Nonostante i tantissimi cambi operati da Croci-Torti,  i bianconeri avrebbero meritato la vittoria, contro un Servette oggettivamente inguardabile.
Il tecnico del Lugano ha pesato con il bilancino le energìe dei suoi giocatori e alla fine si è vista in campo una squadra che è sembrata più a una Under 21.
In vantaggio con un rigore di Celar per un fallo di mano di Vouilloz su tiro di Bottani (dopo bella giocata sull’asse Belhadj-Amoura), il Lugano è andato vicino al raddoppio con una clamorosa traversa dello stesso Belhadj dopo sponda di Celar.
Quando i bianconeri sembravano in totale controllo del match, ecco il primo episodio controverso.
Durrer rinvia goffamente un pallone in area che gli sbatte sul braccio che tiene alto. L’arbitro Cibelli, in una serata a dir poco disastrosa, fa cenno di aver visto e di proseguire.
Il tocco prima con il piede annullerebbe il fallo di mano.
Usiamo il condizionale, perché di lì a pochi secondi, il VAR richiama lo stupefatto Cibelli.
Il solito gesto del monitor non lascia dubbi: è rigore. Ma come?
Il regolamento non è chiaro, o perlomeno lascia spazi all’interpretazione. Se un giocatore calcia il pallone sulla propria mano non dovrebbe essere rigore, anche se poi la regola parla di posizione innaturale del braccio che potrebbe rappresentare l’eccezione. Insomma, la confusione è servita. La prima vittima è proprio l’arbitro.
Cibelli scuro in volto assegna il rigore, che Bedia trasforma.
Il Lugano però sta bene in campo e dieci minuti più tardi torna in vantaggio. Belhadj innesca Lavanchy, cross per Lovric che infila sott’asta. Vantaggio meritato, il Lugano è più squadra e questa sera sembra anche più motivato.
Quando la partita sembra vinta, tra l’88. e l’89. scocca il minuto orribile di Amoura, fino a questo punto tutto sommato sufficiente.
Prima effettua un retropassaggio senza senso che lancia Rodelin davanti a Osigwe: solo il palo salva il Lugano!
Un minuto più tardi l’algerino stende Rouiller, che se è vero che non fa nulla per restare in piedi, reclama subito per il contatto.
Cibelli che fa? Vede tutto, è vicinissimo. Fa ampi segni che non c’è contatto e con grande solerzia va ad ammonisce il ginevrino.
Tutto finito? Neanche per idea. Il VAR richiama Cibelli, ormai distrutto psicologicamente, che deve ancora una volta cambiare idea. Rigore e cartellino giallo tolto a Rouiller.
Oberlin non sbaglia dal dischetto. Finisce due a due, con Croci-Torti che è tenuto quasi a forza da Cao Ortelli. Il mister vorrebbe dire probabilmente qualcosa all’arbitro.
Ma non c’è bisogno: a questo Cibelli ci sarebbe soltanto da mettere una mano sulla spalla. È lui il vero sconfitto di questa serata, che ha contribuito, semmai ce ne fosse bisogno, ad alimentare ulteriori dubbi nel rapporto tra arbitri e VAR.
Speriamo che domenica sia tutta un’altra partita.