Intanto che lo Ziogino finisce il salame di là, con la Ziaanda
apolide, noi due abbiamo il tempo per simulare la partita contro il muro del
cesso, tra i ciottoli appuntiti della carraia e le possibili intemperanze
dell’Ugopedrani con la fionda. C’è quell’idea forte dell’estate, con la
chiusura della scuola all’orizzonte e la libertà sconfinata dei torrenti e dei
boschi.
La finale di Coppa è il grande appuntamento, anche se solo
alla tele perché andarci di persona è ancora e solo un sogno d’infanzia. Di
andarci come calciatori in campo, mica sulle gradinate a fare tifo. Ci sarà
tempo per la gloria, ora ci attende il divano sotto la pendola, dal quale
guardare i colori catodici dell’evento dell’anno. Ancora un tiro a mascelle
serrate contro il muro del cesso e l’ora è giunta, e l’Ugopedrani e i dispetti
non si sono visti, buon segno. Lo Ziogino ha tenuto da parte un paio di fette,
da mangiare nei minuti dell’inno, una specie di eucaristia norcina.
Il fischio d’inizio trapana il vetro del Gründig e ci fa
fare un giro di sangue. Il divano ci contiene a fatica, è uno raccattato alla
discarica, okay, ma la misura è perfetta. Lo Ziogino a sinistra, in posizione
comoda per alzarsi senza calpestare nessuno – lui è sempre un po’ inquieto e la
Ziaanda non è che lo lasci proprio in pace -, il Dani in mezzo, io a destra,
sotto la finestra spalancata dalla quale entra il frinire delle cicale e i
passi di chi non è interessato alla partita o non ha la tele o altre cose.
Poi, io non so davvero se il risultato mi interessi: ci sono
cose magnifiche e spaventose, tiri da migliaia di chilometri di distanza o
tuffi nei baratri dell’area, dove i piedi aguzzi scarnificano stinchi e tempie.
In campo corrono così tanto che ho paura che qualcuno cada fuori dal
televisore. In certi momenti danno di quelle pedate al pallone che sembrano
avere l’idea di volerlo rompere.
Falo corner punigon torleri pasala upaarelvezion centralf
bech scarpuscion
La Ziaanda borbotta cose come feicito o blagoi, più spesso
qualche Ginofascià o Ginofalà.
Adesso però smetto di raccontarvi, la partita ci risucchia e
dobbiamo sostenere la squadra dal divano, che senza di noi rischia di non
farcela nemmeno a stare nell’inquadratura.
Forza Liverpool.