CALCIO
Protocollo di un fallimento annunciato
Il Losanna abbandona la Super League dopo una sola stagione
Pubblicato il 17.05.2022 07:20
di Giorgio Keller
Losanna e il suo investitore miliardario Ineos si ritrovano con un pugno di mosche in mano. Il loro progetto di calcio ad alto livello, come venne annunciato a grande fanfara, è fallito miseramente. LS per Lausanne-Sports, ma in questa stagione di Super League di sportivo s’è visto poco o nulla sulle rive del Lemano.
Quando la multinazionale chimica britannica Ineos, che ha una delle sue sedi a Rolle nel canton Vaud, è entrata a far parte dell’LS nel novembre 2017, il cielo era sereno sopra il vetusto stadio della Pontaise, gli inglesi annunciando di voler arrivare presto "alla pari con Basilea e YB" e giocare al top, secondo l'allora presidente David Thompson, “…accendere un'euforia con 12’000 tifosi nel nuovo Stade de la Tuilière…”.
Due turni fa, proprio il Basilea ha giocato nel nuovo e magnifico stadio contro un Losanna assolutamente alla pari. E per poco i vodesi non mettono in ginocchio il neocampione Zurigo al Letzigrund alcuni giorni dopo.
Tutto troppo tardi. Il Losanna ha compiuto troppi errori questa stagione, cominciando a farsi male già dodici mesi fa. Per prima cosa, non è stato rinnovato il contratto all'allenatore Giorgio Contini, che aveva iniziato il suo lavoro tre anni prima per essere promosso al termine della seconda stagione e concludere la sua prima stagione di Super League senza problemi di relegazione al 6° posto - davanti al San Gallo, davanti allo Zurigo, davanti al Sion. Contini sarebbe rimasto; molto negativa la comunicazione del club. Decisione impopolare.
Poi sono stati fatti partite diversi titolari che avevano vissuto la promozione, un esempio su tutti Boranjasevic diventato colonna portante dello Zurigo. Senza contratto Loosli (oggi GC) e Schmidt (San Gallo, l’avete visto il Jimi Hendrix sul fianco sinistro in finale di Coppa?), rispedito in Norvegia Flo; inoltre, ai “ritorni prestiti” in direzione OGC Nice, altra società di proprietà Ineos, non hanno fatto seguito nuovi arrivi di qualità.
Ineos decise di continuare per così dire dando un’impronta locale al progetto. Al successore Ilija Borenovic si è presentata una squadra completamente rinnovata. Ma Borenovic, l'ex allenatore dell'U-21 e giocatore a Losanna una ventina d’anni fa, è stato sopraffatto dai molti nuovi arrivati e dalle alte aspettative della proprietà, oltre al fatto di una certa mancanza d’esperienza nel massimo campionato. La proprietà: 22'000 dipendenti al mondo, 60 miliardi di cifra d’affari annua, squadra ciclistica con lo stesso nome e patacchino sugli alettoni della Mercedes in F1.
Sotto Natale il Losanna era già ultimo e abbastanza lontano dagli spareggi per non parlare di una salvezza all’ottavo posto in classifica. Addirittura, vengono venduti i due centrocampisti centrali, figli segnatamente del vivaio vodese, Puertas e Barès che vengono sostituiti da altri elementi di provenienza francese e senza squadra da sei mesi.
Si prosegue von Borenovic che dopo alcuni turni viene sostituito da Alain Casanova, che ebbe un discreto successo a Tolosa per molti anni, ma senza squadra da due. Casanova conosceva il calcio svizzero solo per sentito dire. Impiega dieci partite per arrivare al primo successo e se anche le prestazioni contro Basilea e Zurigo di cui sopra fossero da ricondurre al suo lavoro, ebbene, troppo tardi.
Il direttore sportivo Souleymane Cissé cade subito in discordia con i tifosi perché vedeva - e probabilmente doveva vedere - il suo lavoro come il trasferimento di giocatori dal club partner Ineos OGC Nice da Nizza a Losanna e ritorno. Operazione riuscita nella stagione 2020/21, bucata in questa. E da settimane sulla tribuna dei fan losannesi fa bella mostra lo striscione “Cissé casse-toi”, cioè Cissé, sparisci.
Il Losanna ha utilizzato 34 giocatori in questa stagione. Solo YB e GC (35 giocatori ciascuno) ne hanno avuti di più. Quantità sì, qualità no: difesa più debole e attacco meno proficuo del campionato. 36 reti fatte in 34 incontri, prese il doppio (70).
La promozione, a cui punta l’LS per la prossima stagione, non è per nulla scontata, anche se il Losanna avrà di gran lunga il budget maggiore rispetto alla concorrenza. Via Casanova, via Cissé, a dirigere le operazioni quale nuovo presidente viene chiamato Leen Heemskerk, responsabile finanziario dell’Ineos medesima da un ventennio, al quale in primis verrà chiesto di designare il nuovo allenatore. Si fanno i nomi di Magnin (attualmente all’Altach in Austria), Forte (Yverdon), Ursea (assistente a Nizza) e addirittura Mauro Lustrinelli (Nazionale Under 21). Cioè: a presidente della squadra di calcio aziendale viene chiamato il CFO...
Malgrado un po’ di storia (sette titoli, nove coppe), il Losanna non è un club che attira, anche se rappresenta un intero cantone. Le condizioni di allenamento sui dieci campi attorno allo stadio sono uniche in Svizzera, lo stadio che è il più moderno del paese. Ma Losanna è lontana dai 12’000 tifosi che l'ex presidente David Thompson sognava. La media attuale è poco sopra i 5’000. E in “B” saranno ancora meno. Praticamente la visione Thompson ci poteva anche stare, ma il Losanna ha già bocciato l’esame teorico. E non è ancora finita, perché la fine di una stagione significa l’inizio di quella nuova e qui, francamente, bisogna chiedersi fin dove il Nizza sia interessato a prestare giocatori alla Challenge League elvetica.
Intervistato i primi di marzo, l’allora presidente Bob Ratcliff, fratello del CEO di Ineos Jim Ratcliffe, sul tema se e come Ineos volesse proseguire malgrado una possibile retrocessione, disse che Ineos è convinta del progetto Lausanne-Sports e che non lo lascerà. Noi, francamente, non abbiamo capito quale progetto.