CALCIO
"Volevamo vincere per noi stessi: è una questione di rispetto"
Parla Alessandro Mangiarratti, tecnico del Vaduz che ieri ha battuto e condannato l'Aarau
Pubblicato il 22.05.2022 09:55
di L.S.
Avere contro il Vaduz all’ultima giornata non è mai positivo. Qualche brutto ricordo ce l’ha anche il Lugano, che ai tempi di mister Boldini, non fu promosso per un pareggio a Cornaredo all’ultima giornata. Risultato che portò in Super League il Thun di Murat Yakin.
Ieri sera la maledizione è toccata all’Aarau, che contro la squadra del Principato, ha addirittura perso in casa davanti a ottomila spettatori. E dire che agli argoviesi sarebbe bastato un pareggio per filare dritti in Super League.
La sconfitta li relega invece al terzo posto, fuori anche dallo spareggio, che verrà disputato dallo Sciaffusa.
Grande protagonista di questa clamoroso risultato è senza dubbio Alessandro Mangiarratti, tecnico di un Vaduz che ieri sera al Brügglifeld, ha giocato con il coltello tra i denti, non regalando nulla a un Aarau che sembrava già pronto per la grande festa.
“Per noi era una partita importante: chi fa questo lavoro deve sempre andare in campo per vincere. Anche se non ci sono in palio grandi traguardi, quando scendi in campo devi sempre dare il massimo. È una questione di rispetto. E poi volevamo finire la stagione con un successo: è il modo migliore per preparare la prossima”.
Questo risultato dimostra che ve la sareste potuta giocare anche voi per la promozione.
“Abbiamo voluto dimostrare che ci mancava veramente poco per stare lì con le prime tre. È anche vero che ieri loro hanno giocato con addosso grande pressione, mentre noi eravamo più liberi di testa”.
Cosa vi è mancato?
“Abbiamo avuto 6-7 giocatori che tra partenti e infortunati (tra cui anche il ticinese Rapp) hanno un po’ scombussolato la squadra. E poi in qualche partita ci è mancato anche un pizzico di fortuna. A parte quella che abbiamo toppato a Thun, per il resto avremmo meritato qualche punto in più”.
Avete rovinato la grande festa dell’Aarau.
“Noi abbiamo pensato alla nostra prestazione. Certo che giocare in quello stadio, con tutte quelle persone, probabilmente ha stimolato anche i miei giocatori. Giocare davanti a quel pubblico è di stimolo per tutti. Alla fine gli argoviesi sono arrivati a pari punti con Winterthur e Sciaffusa, a dimostrazione che nel calcio sono i dettagli che fanno la differenza”.
Il Winterthur è davvero la squadra più forte?
“Diciamo che è la squadra con la rosa più completa: ha praticamente due elementi per ogni ruolo. L’Aarau ha giocato il calcio migliore ma è sempre scesa in campo praticamente con gli stessi uomini. Gli zurighesi possono tra l’altro contare su uomini di esperienza, gente che ha già fatto questa categoria. Non credo che dovranno operare molti cambiamenti per giocare nella massima serie”.
Con gli zurighesi sale in Super League anche Eris Abedini, giocatori che Lei conosce bene.
“Sono molto contento per lui. È un ragazzo dotato di grande personalità, bravo con la palla, che adesso dovrà dimostrare di avere il dinamismo giusto per la Super League. Sono certo che farà bene”.
E voi che obiettivi avete per la prossima stagione?
“È ancora presto per prefissarsi degli obiettivi. Non sarà comunque una Challenge League facile. Scende il Losanna, che avrà un budget importante, e poi ci saranno Aarau, Xamax, Yverdon, e la perdente dello spareggio. Tutte squadre molto attrezzate. Senza contare naturalmente il Bellinzona”.
Felice della promozione dei granata?
“Assolutamente sì. Adesso sarebbe bello se riuscissero a conquistarla anche sul campo, finendo primi in classifica. Credo che quella del Breitenrain non sarebbe stata un’avventura duratura. Molto meglio il Bellinzona, che merita la promozione anche per i grandi investimenti fatti dalla dirigenza”.