CALCIO
Joe Mansueto e uno sguardo a lungo termine
Il proprietario dei bianconeri ha destato un'ottima impressione: il progetto cresce bene
Pubblicato il 26.05.2022 09:05
di Sylvano Pulga
La prima sensazione che abbiamo avuto, ascoltando Joe Mansueto, è che incarna molti degli stereotipi (positivi, in questo caso) sugli uomini d’affari statunitensi. Uno di questi è la pragmaticità e la capacità di programmare a lungo termine: quando gli è stato chiesto come mai non è venuto a Berna per la finale di Coppa svizzera, dopo che aveva parlato delle emozioni che gli ha regalato questa vittoria, vissuta tramite collegamento streaming dagli USA, la risposta è stata molto laconica: “Questo viaggio era previsto da molto tempo”.
Il messaggio è stato chiaro: questo è un lavoro a lungo termine, dove si programmano le cose “Step by step”, ma senza nessuna improvvisazione: del resto, la tecnologia consente di essere dovunque. E crediamo che questa piccola frase sia la chiave di volta per capire cosa sta dietro tutto questo lavoro che, va detto, è ancora solo agli inizi, anche se ha già regalato un trofeo che, da queste parti, mancava da decenni.
Joe Mansueto ha grandi doti comunicative: ha risposto per oltre un’ora alle domande dei cronisti presenti, ma si capiva che dietro c’era un grande lavoro di studio del dossier FC Lugano. Ci era stato chiesto di non fare domande di carattere strettamente calcistico: ma è stato il proprietario del club a dimostrare di avere una visione chiara dei giocatori, del loro potenziale, e lui ne ha descritto le caratteristiche tecniche: insomma, ha fatto vedere di essere uno che le partite le guarda, al di là dell’ovvia narrazione che viene fatta in questi casi. Ma, tutto sommato, non è stata questa la parte più interessante della conferenza stampa.
Di rilievo, la conferma che quello del suo gruppo nel calcio è un impegno a lungo termine. Si è ipotizzato, in un domani ancora indefinito e lontano, anche la possibilità di un’altra acquisizione europea; tuttavia, per ora il focus è concentrato sulla Svizzera. L’imprenditore statunitense si aspetta moltissimo dalla sua creatura elvetica: ha avuto una buona impressione dei municipali, da lui incontrati in questi giorni, ed è convinto che il nuovo stadio sarà il volano di una crescita che porterà il club a livelli di eccellenza, nel giro di qualche stagione. Senza correre, con un piano calibrato. Del resto, il concetto di progetto sportivo, negli USA, ha tempi decisamente differenti da quelli europei: Joe Mansueto ce lo ha dimostrato, parlando dei Chicago Fire. Ecco, la cosa importante sarà riuscire a comprendere queste dinamiche, differenti rispetto alle nostre, che siamo abituati a veder saltare panchine dopo 3 settimane consecutive di risultati negativi. Comunque, uscendo dal LAC, la sensazione è stata quella che, ancora una volta, avesse ragione Renzetti quando diceva che il suo più grande successo è stato quello di aver ceduto la sua creatura all’uomo d’affari statunitense. Le cose, attorno a noi, stanno cambiando, a partire dallo stile dell’organizzazione degli eventi: e il sorriso di Joe ci ha conquistati. Soprattutto, in un mondo come quello del calcio, popolato da squali e avventurieri, vedere persone con una sguardo a lungo termine, e intenzionate a investire in infrastrutture sportive, che resteranno alla città, non può fare che bene.
(Joe Mansueto ieri al LAC, nella foto Putzu)