Non è stato
il derby che ci si aspettava, più per colpa dei rossoblù che non dei granata.
Il Bellinzona si è portato dopo mezzora sul 2-0, in seguito ha per lo più
badato ad amministrare il vantaggio delle due reti siglate da Mozzone, andato
in gol solo soletto dopo avere lasciato sul posto Mazzoletti e dribblato
Mitrovic, rispettivamente da André (conclusione con tocco galeotto che ha
lasciato impotenti difensori e portiere). Da parte chiassese solo qualche
fiammata, giù di corda - davanti – un po’ tutti compreso un imbambolato Maurin
(sostituito da Manicone senza effetto alcuno). A centrocampo l’assenza di
Maccoppi è stata determinante, in difesa più ombre che luci ad eccezione di
Mitrovic che non ha responsabilità sulle due reti incassate. Per i padroni di
casa un invito a nozze. Miglior uomo in campo Souza, inarrestabile nei
dribbling, spettacolare sull’out. Purtroppo i 101 cross dell’uruguagio si sono
persi nel nulla, persino bomber Cortelezzi ha trovato il modo di buttare fuori
la palla da tre metri. Sugli scudi Basic e Delli Carri, inarrivabili per gli
avversari nel gioco aereo, Klein mai sollecitato, appiedato (!) da Nivokazi,
gioco interrotto per oltre 3’. Un po’ di delusione qua e là tra il pubblico,
nel secondo tempo a tenere vivo l’ambiente sono state le due tifoserie: improntante
al fair play, se escludiamo i fumogeni dai colori “rosso e blu” sprigionati
dalla curva ospite nonostante reiterati appelli a volerla smettere. Si
attendevano 2500/3000 spettatori ne sono arrivati poco più della metà. Non
siamo ancora al Bellinzona di Righetti e Delcò che attirava più di 2000 persone
alle partite di calcio regionale, qualche inghippo ci sarà. Lo speaker ha
annunciato la presenza del neo campione svizzero ed ex granata ‘Anto’ Marchesano. Osservato un
minuto di silenzio per la scomparsa del padre di Andrea, Giorgio Vitali, decano
dei direttori sportivi italiani e già DS del Bellinzona ai tempi di Calleri.
Andrea,
diciamolo francamente: oggi non si è visto il “vero” Chiasso:
“Dobbiamo
riconoscere anche i meriti dell’avversario che ci ha messi in difficoltà nel
primo tempo. Nel secondo abbiamo provato a recuperare ma la partita è finita
così”.
Per
riaprirla ci sarebbe voluto un gol:
“Eh sì, loro
hanno corso molto, hanno fatto meglio di noi che non siamo in effetti riusciti
a sviluppare il nostro gioco. Ha inciso sicuramente il primo gol, un regalo da
parte nostra. La partita è diventata subito in salita”.
Siamo
agli sgoccioli - c’è ancora una partita – la vostra stagione è comunque da
incorniciare:
“Per me e
per i ragazzi è stata una stagione di grandi soddisfazioni. Peccato per il
derby, sinceramente detto mi dispiace che l’abbiamo perso: a vincerlo ci
tenevamo tutti”.
L’ultima
partita con l’Etoile farà calare le serrande del Riva IV. Cosa succederà con mister
Vitali?
“Non lo so
proprio. Dell’aspetto societario in questo momento non sono a conoscenza, non
ho ancora parlato con nessuno”.
Dal campo
intravede uno spiraglio di luce?
“È una bella
domanda, ma non la deve fare a me!”.
A Bellinzona
le cose vanno decisamente meglio, a sostenere il lavoro tecnico della squadra
c’è una proprietà finanziariamente solida. Sappiamo che Pablo Bentancur sta già
lavorando con impegno alla costruzione della compagine che giocherà in
Challenge League.
Missione
compiuta per Marco Schällibaum?
“Direi di
sì, non solo per il risultato ma per come abbiamo giocato. Ho notato nei
ragazzi una grande voglia di vincere, anche a livello tecnico-tattico non si
poteva fare meglio. Ho visto un calcio molto propositivo, dieci e lode a tutti”.
Era
importante vincere:
“Sono molto
contento, penso che i tre punti ce li siamo ampiamente meritati”.
Ancora
non bastano per superare il Breitenrain:
“Ho sempre
detto che dobbiamo svolgere i nostri compiti, lo abbiamo fatto anche oggi. I
conti li faremo alla fine”.
Se
l’aspettava un compito così facile contro la più forte squadra del girone di
ritorno?
“Abbiamo
fatto un grande lavoro sul campo, sapevamo che il Chiasso è una buona squadra,
anzi ottima. Siamo stati bravi a impedirgli la strada per andare avanti”.
Grande
carattere, grande grinta:
“…
Aggiungerei anche grande gioco…”.
Ottimista?
“Il mio
motto è sempre lo stesso: domani è un altro giorno”.
(Foto Putzu)