CALCIO
"Ho realizzato un sogno"
Gaston Magnetti è tornato in campo per quattro minuti nel derby con il Chiasso
Pubblicato il 30.05.2022 15:27
di Enrico Lafranchi
L’applauso più lungo è stato per lui. Gaston Magnetti ha potuto vestire ancora una volta la maglia granata. Per quattro minuti… Era felicissimo di ricalcare il manto erboso dove ha realizzato gol in quantità industriale: le cifre parlano chiaro. E la sua immagine pure. Come prima, più di prima, ovvero quella di quando lo avevamo visto giocare per la prima volta in Ticino con la maglia del Chiasso che aveva riscoperto il numero 9 del domani, forse senza rendersene completamente conto nonostante le sue reti a grappoli: di piedi, di testa, in acrobazia. Non per caso di lì a qualche anno l’argentino è diventato il fuoriclasse del gol a Bellinzona. Non solo: “Magnetti è un professionista che ha il granata nel cuore, è l’uomo immagine dell’ACB” – aveva evidenziato in una nostra intervista l’allenatore Valerio Jemmi. L’uomo-immagine, appunto. Serio, modesto, sempre sorridente, Gaston si è legato alla causa granata forse come nessun altro in quest’ultimo decennio. Dotato di umiltà ma anche di dignità. Lo ha confermato anche sabato quando lo speaker ha annunciato, al suono di trombe e tamburi, il suo ingresso in campo. Potevano essere 5 minuti, peccato che l’arbitro lo abbia fatto attendere a bordo campo per sessanta secondi, una montagna di tempo! Ma è stato ugualmente un momento di letizia globale, di gioia sua personale. Il derby all’89’ era giocato, i granata avevano messo a segno due reti, il bomber non avrebbe potuto aggiungerne una sua personale. Sarebbe stata la ciliegina sulla torta! Purtroppo il direttore di gioco Marijan Drmic non gliene ha dato il tempo… Comunque sia è finita in gloria considerando le pacche sulle spalle e gli autografi che gli sono stati richiesti da giovani e anziani oltre che da una moltitudine di ragazzini allievi dell’ACB quando è rientrato negli spogliatoi. I campioni sono amati, Gaston Magnetti ne è stato uno, ha dimostrato di esserlo ancora uscendo galvanizzato da questo clima di festa. Con trentasette anni sulle spalle, seppure non li dimostri neanche sul campo non è logicamente più possibile sperare in un suo potenziale ritorno. Però ha ancora tanta birra in corpo, facciamo in modo che continui a stupirci.
Che piacere rivederti Gaston, l’augurio formulato alla vigilia dal tuo compagno e amico Patrick è andato felicemente in porto: contento?
“Moltissimo! Patrick già il giorno dopo che mi ero fatto male mi aveva detto che sarei tornato a giocare una partita. Ha avuto ragione, lo ringrazio di cuore. È stato per me un onore giocare per il Bellinzona. Devo fare un ringraziamento alla società, ai compagni e all’allenatore”.
Che emozione hai provato?
“Incontenibile, ho realizzato un sogno”.
I 1569 presenti al derby avrebbero voluto vederti un attimo in più…
“Va benissimo così!”.
Che cosa ha rappresentato per te il Bellinzona in tutti questi anni?
“La parola esatta è ‘una famiglia’. Hanno veramente fatto tantissimo per me, spero di averli ripagati almeno in parte. Si è trattato di un rapporto molto bello, forte e autentico”.
Il futuro di Gaston?
“Continuare a dare calci al pallone”.
Niente scarpette al fatidico chiodo?
“Non ci penso proprio, ho ancora tante reti da regalare".
(Gaston Magnetti festeggiato dai tifosi granata, nella foto Putzu)