Il Team
Ticino U21 ce l’ha fatta! I ragazzi di Ludovico Moresi hanno vinto l’ultima
partita contro il Wettswil-Bonstetten grazie a due reti di Nikolas Muci e a una
di Zoran Josipovic. Sarebbe andata bene, vedete un po’ come va il calcio, anche
in caso di sconfitta dal momento che il Thalwil è stato sommerso sotto una
valanga di reti dalla U21 del San Gallo: “Siamo super orgogliosi di questa salvezza
– esclama il mister – soprattutto se pensiamo a come eravamo partiti nel girone
di andata che abbiamo chiuso con soli 7 punti all’attivo. Abbiamo effettuato un
girone di ritorno che ha dell’incredibile, a luglio siamo praticamente partiti senza
squadra!”. Una lunga rincorsa che si è concretizzata alla grande nelle ultime
giornate: “Sabato avremmo anche potuto perdere 10 a 0, faccio solo per dire. Solo
noi della panchina sapevamo che il Thalwil stava perdendo in casa (0-3 dopo
un’ora, 0-6 il risultato finale, ndr), ai giocatori non abbiamo detto nulla.
Sarebbe stato controproducente, ci stavano dando dentro come ‘leoni’ (il gol
partita è stato ottenuto in rimonta a una ventina di minuti dalla fine, ndr). Una
vittoria che ha permesso al Team di chiudere nel migliore dei modi una stagione
comunque tribolata.
Avete
avuto il merito di battere una delle compagini più forti del girone:
“Il
Wettswil-Bonstetten è una squadra che gioca a memoria, sono scesi in Ticino
decisi a difendere il quarto posto (ora appannaggio della U21 del San Gallo
grazie alla migliore differenza reti, ndr). È stata una partita ‘vera’, eravamo
partiti maluccio, ma poi siamo venuti fuori alla distanza”.
Una
vittoria che non fa una grinza:
“I ragazzi
ci tenevano molto a vincere, ne andava anche del loro futuro. Tornare a giocare
in Seconda Interregionale non sarebbe stata la stessa cosa”.
Per il
Lugano era ed è importante mantenere la categoria:
“Certamente,
lo è per tutto il movimento cantonale. La Prima Lega è una categoria dove i giovani
possono veramente crescere visto che il suo è un livello ottimale mentre quello
di 2a. Inter è troppo basso per giocatori che devono affacciarsi alla Super
League. Per le ambizioni del Lugano il minimo è la Prima Lega, meglio ancora
sarebbe portare la Under 21 in Promotion”.
Un
obiettivo programmato?
“È
sicuramente un obiettivo alla portata del Lugano, secondo me rientra nelle ambizioni
della società. Naturalmente non lo si può centrare in una mezza stagione,
bisognerà pianificare e costruire una Under forte. Ci sono le persone giuste
per centrarlo!”.
La
partita con il Baden l’avete persa 3-1, il comitato di PL ha ora rettificato il
risultato in 3-0 (forfait) sempre a favore degli argoviesi perché avete
schierato irregolarmente dei giocatori. Come si spiega questa negligenza?
“È successo
che ci hanno mandato due giocatori che non potevano giocare. Parlo di Cinquini
e Josipovic che erano scesi in campo con il Servette. Si è trattato di un
errore burocratico, il fatto è che il Regolamento delle U21 è talmente
complesso che a qualcuno deve essere sfuggito...”.
Cinquini
e Josipovic sono due ex rossoblù di provata esperienza: come è stato il loro
impatto in una squadra di giovanissimi?
“Mattia lo
abbiamo preso in prestito dal Chiasso a metà febbraio, espressamente per la
U21. Era stato schierato da Croci Torti a Ginevra per un’emergenza. Per quanto
riguarda Zoran siamo riusciti a farlo giocare solo nelle ultime due partite: ha
fatto la differenza! Per lui era importante recuperare, il problema è che ha
avuto tanti, troppi problemi fisici. Non so se rimarrà a Lugano”.
Tornando
al campionato, sorpreso del 6-0 inflitto dai biancoverdi agli zurighesi? Al sud
delle alpi si pensava a un biscotto, ovviamente ai danni della tua Under…
“Ero
sicurissimo che il San Gallo avrebbe fatto la sua partita. Queste illazioni non
mi piacciono, penso di essere uno dei pochi in Ticino a non credere a queste
combine o pastette che dire si voglia. Dagli svizzeri tedeschi non ho mai
sentito cose del genere, è una mentalità tipica dell’Italia. Tanto per dirne
una il Wettswil contro di noi ha giocato alla morte” (e lo Zurigo II farà
altrettanto, sabato, contro il Breitenrain, ndr)
(Foto Zocchetti)