CALCIO
"Sto vivendo un sogno ma il futuro è ricco di incognite..."
Parla Mauro Cavalli, presidente del neopromosso Locarno: con il Ravecchia... una battaglia
Pubblicato il 02.06.2022 08:13
di Enrico Lafranchi
Il Locarno è stato promosso in Seconda Lega. Mauro Cavalli è euforico: “Vivere una promozione come questa da presidente è qualcosa di bellissimo. Abbiamo dovuto fare degli sforzi importanti e dei sacrifici, non solo in ambito finanziario… Oltretutto abbiamo avuto la sfortuna di doverci confrontare con un antagonista importante come il Ravecchia che fino all’ultima partita ci ha dato molto filo da torcere”. Avete messo la ciliegina sulla torta: “A un simile epilogo non ci pensavamo davvero, un po’ per i fatti successi con il Semine, un po’ a causa degli eventi che hanno devastato il tetto dello stadio del Lido (nubifragio, ndr)”. In alto i cuori, siete in Seconda! “Nella mia testa a dire il vero ho festeggiato molto poco, ho cominciato subito a pensare a quelle che saranno le problematiche future”. Preoccupato? “Prima di tutto dovremo sentire e capire che cosa faremo in Seconda Lega, se riusciremo a ottenere un supporto della Regione che ci permetta di mirare in alto o se dovremo misurare un po’ gli sforzi. Il mio compito è di riuscire a fare quadrare sia il bilancio sportivo, sia quello economico”. Verissimo, l’equilibrio di bilancio sarà determinante, guai se non si è capaci di dire basta agli eccessi, il FC Locarno avrà imparato la lezione? “Non dobbiamo esaltarci più di tanto, è necessario restare umili e rendersi conto che c’è ancora tanto da fare. Solo con le mie forze e con quelle del comitato attuale non potremo fare tanto. Abbiamo bisogno, lo ripeto, del sostegno di tutti i tifosi del Locarnese”. La città non vi dà una mano? “Mi sentirei in vergogna, la città ci concede gratuitamente l’uso dei campi al Lido e non ci fa pagare tante altre cose… Glielo dico da Consigliere comunale, sarebbe un controsenso chiedere ulteriori aiuti, molte società non ricevono così tanto”. D’accordo ma Locarno è la città del Festival, una macchina di soldi… “Beh, il Festival del Film è un evento di fama mondiale, ha diritto di ricevere tutto quello che chiede perché le ricadute per la Regione sono considerevoli”. Ricevere ma non dare: “Secondo me sarebbe sbagliato pretendere un aiuto dalle Istituzioni. Non vorrei nemmeno contributi a pioggia da parte del Comune e dello Sport Toto, ritengo che il calcio minore sia già bene organizzato”.
Presidente, veniamo al dunque: nei prossimi anni vedremo il Locarno continuare la scalata oppure vi accontenterete di vivacchiare nel calcio regionale?
“Il mio sogno è di continuarla, naturalmente società e avversari permettendolo. Ma se oggi mi chiede se vogliamo vincere anche il campionato di Seconda (quello di Terza è stato portato brillantemente a termine senza subire una sconfitta, ndr) non glielo posso dire tout court. La scalata che abbiamo fatto è già da considerare un mezzo miracolo”.
Una stagione vincente:
“Certamente, come ho detto prima un po’ a sorpresa. Non abbiamo sbagliato quasi nulla, sarebbe però da cancellare quel maledetto giorno (sabato 18 settembre 2021, ndr) in cui incontrammo il Semine. Ne abbiamo comunque fatto tesoro”.
Resta una ‘macchia’ questo brutto episodio?
“Non è una macchia, è la vita! Io ho sempre dormito perché non lo ritenevo un fatto grave, ma c’è stato anche chi ha parlato di cosa inammissibile. Dico la verità, non mi nascondo dietro a un dito: abbiamo sbagliato, siamo stati sanzionati e abbiamo pagato. Eravamo in ginocchio, ci siamo rialzati e abbiamo vinto il campionato: siamo degli sportivi che hanno sportivamente sbagliato".
Chapeau:
“È una questione di carattere, mi sento orgoglioso perché all’inizio questa storiaccia ci avrebbe anche potuto fare perdere il controllo della situazione. È andata bene, per una volta posso dire di essere stato fortunato. Chissà, magari piangerò domani…”.
Stiamo parlando di Terza Lega, gli eccessi sono da evitare:
“Quando si vede la tensione emotiva che c’è in una partita di calcio è molto difficile gestire certe situazioni. Anche con il Ravecchia la scintilla poteva trasformarsi in qualcosa di più… Questo è il calcio nostrano, uno sport maschio e fisico che oltretutto non si gioca solo con i piedi ma anche tanto con la lingua. E spesso fa più male di un calcione…”.
L’arbitro (di Seconda Inter) ha estratto 5 (cinque) volte il rosso. Sono successe scorrettezze sul campo?
“No, si tratta di decisioni arbitrali che hanno penalizzato maggiormente il Ravecchia (4 cartellini contro 1). La posta in gioco era alta, a qualcuno saranno ceduti i nervi. Noi sotto l’aspetto emotivo probabilmente siamo stati un pelino più forti”.
Da 3-0 dopo 50 minuti, a 3-2 al 90’ e c’erano ancora 6 minuti da giocare:
“Non ero così sicuro che avremmo vinto, è stato veramente un bel regalo quello che mi hanno fatto i ragazzi. Da presidente faccio i miei complimenti anche al Ravecchia perché ha disputato un gran bel campionato. Sicuramente loro avranno l’amaro in bocca, questo lo posso capire. La sconfitta fa sempre male, dico però – e lo sottolineo - il Ravecchia si è veramente distinto a livello sportivo. I cartellini rossi sono dovuti a quei momenti di blackout sotto sforzo che possono succedere a tutti”.
Loro hanno però tirato in ballo l’arbitraggio:
“Secondo me l’arbitro ha diretto bene, i rossi per il Ravecchia come pure i nostri ci potevano stare. Si è trattato di un match importante, disputato davanti a un pubblico importante. Se lo ricorderanno anche i giocatori”.
Lo stadio del Lido domenica ha fatto registrare un’affluenza straordinaria, è stata fatta la cifra di 1300 spettatori:
“In effetti è un bel po’ che non veniva più così tanta gente. Mi ha fatto piacere vedere molte famiglie, tantissimi bambini con mamma e papà… La coreografia era qualcosa di grandioso, l’ha allestita la “Cirrosi” che a me piace molto, a parte i fumogeni ma in fondo un po’ di fumo e di colori fa spettacolo... È stata una gran bella giornata, siamo contenti di avere potuto offrire una domenica di sport e spensieratezza ai locarnesi”.
È stato mortificante ripartire dalla Quinta Lega per un club dal passato glorioso come il Locarno?
“Mortificante direi di no perché quando giochi al pallone ti dimentichi di tutto, che tu giochi in Quinta, Quarta o Terza la cosa che più conta è battere l’avversario e andare avanti. A livello emotivo un certo smacco c’è stato, non lo nego, ma in questo momento non dobbiamo più guardare indietro. Adesso siamo al livello di come era partito il Bellinzona, abbiamo perso tre anni più uno per via del Covid: non avendo squadre di calcio élite è stato giocoforza ricominciare da lì. Io sono presidente dall’anno scorso quando in aprile purtroppo è deceduto Sergio De Bernardi che aveva dedicato anima e corpo alla ricostruzione del Locarno. È stata una grave perdita per tutti noi, Sergio era una figura molto nota e affermata nel calcio regionale, a Verscio, come nel Vallemaggia e con l’Ascona. Ci manca molto”.
Non ha pensato di avere al suo fianco un ‘esperto’ come Gabriele Gilardi?
“Non ho questa presunzione, però quando ho avuto bisogno Gabriele mi ha sempre consigliato e aiutato in maniera rapida e concisa. Reputo che il suo ruolo nel Bellinzona sia molto appropriato, è la persona al posto giusto per preparare la stagione in Challenge. Sicuramene le esperienze che ha fatto nel Locarno gli gioveranno. Sono contento per il Bellinzona e per lui”.