CALCIO
"Questo risultato è anche un po' mio"
Dopo le sue dimissioni non aveva più parlato: Jean Michel Aeby è felice della promozione granata
Pubblicato il 04.06.2022 08:08
di ENLA
Da quando il ‘testimone’ è passato a Marco Schällibaum in città non si è quasi più sentito parlare di Jean-Michel Aeby. Eppure se il Bellinzona è salito in Challenge League qualche merito ce l’ha anche lui e gli va riconosciuto. Aeby è riuscito a creare una squadra non soltanto bella ma anche vincente. La sua partenza dalla città e dalla squadra che tanto amava, è stata difficile da capire e da interpretare. I tifosi, anche quelli di nuova generazione, lo stimavano, gli volevano bene. È stato lui ad assumersi la responsabilità di una decisione tanto ‘sofferta’ quanto necessaria: i motivi ce li aveva spiegati. Non sempre lo sport, nel caso specifico il calcio, regala riconoscenza. Maurizio Mosca, noto giornalista e opinionista, in un suo editoriale scriveva: “La riconoscenza è un sentimento sottile, raro e bellissimo. Per portarlo e sentirlo bisogna avere coraggio perché implica attenzione verso gli altri, sensibilità e soprattutto tanta umiltà”. Jean-Mich era arrivato a Bellinzona, chiamato da Pablo Bentancur, felice di stupire sé stesso. Ha accettato con entusiasmo la difficile missione di riportare l’ACB in Challenge League, lui che la maglia granata l’aveva indossata da ventenne nello ‘squadrone’ di Peter Pazmandy. Di questa sua gratificante esperienza parlava spesso nelle interviste rilasciate a fogli e siti romandi, a giornalisti probabilmente stupiti che rifacesse, da allenatore, le valigie per la capitale del Ticino. La sua ultima partita è stata quella di Bavois sabato 16 aprile: due giorni dopo, lunedì, ha inoltrato le dimissioni, stressato da pressioni sempre più crescenti. A distanza di poco meno di due mesi, stimoli e motivazioni non gli mancano di certo e sono forti.
Bellinzona promosso, sei contento Jean-Mich?
“Sinceramente detto sono molto contento. Bellinzona è una società storica che merita di riabbracciare la Swiss Football League. Non ho mai dimenticato quando venni lì da giocatore, l’ACB mi ha dato la possibilità di evolvere in lega nazionale A, realizzai un sogno in mezzo a tanta bella gente. Mi ricorderò sempre dei 16-17 mila spettatori alle partite…”.
Hai fatto la tua parte anche da allenatore:
“Beh, modestamente penso di avere partecipato anch’io a questo successo”.
Il giorno della tua brusca partenza non è stato indolore:
“Mia moglie è venuta a prendermi con la macchina, ho preso la mia roba dall’armadietto e sono tornato a casa tranquillamente. È chiaro che fa male partire da un posto che ti piace e dove ti sei portato via un bel ricordo. Ma dobbiamo andare avanti, il calcio è così”.
So che vorresti fare un augurio ai tuoi ex:
“Sabato (oggi, ndr) hanno la possibilità di essere primi a tutti gli effetti, penso che sarà motivo di grande soddisfazione perché non si parlerà più di una promozione amministrativa. Allenatori e giocatori vogliono una promozione sportiva, abbiamo tutti questa idea”.
È un momento di contentezza anche per te:
“Ho fatto 28 partite, la mia media-punti è senz’altro positiva”.
Hai sentito ancora qualcuno?
“Ho qualche contatto con amici, ma conosco bene queste situazioni… Quando lavori in una società sei di passaggio, può essere un mese, due anni, tre... È difficile oggi come oggi restare incollati su una panchina, da tutte le parti gli allenatori si cambiano spesso e volentieri. Fa parte del calcio moderno, per quanto mi riguarda reputo di avere fatto il massimo col Bellinzona. Era arrivato il momento di tornare a Ginevra dalla mia famiglia”.
A poco meno di due mesi qual è il tuo stato d’animo, quali sono i tuoi pensieri?
“Avevo bisogno di riposo e di riprendere un po’ le mie forze. È stato un momento difficile però adesso ho ritrovato gli stimoli giusti e l’energia necessaria per ritornare nei teatri di gara. Ho voglia al 100 per cento di continuare la mia professione”.
Il capitolo Ticino lo hai chiuso?
“Eh no, non ci avevo minimamente pensato già l’anno scorso che sarei tornato (ride)… Quando in famiglia c’è un accordo positivo e la locazione è buona, la lontananza non è mai eccessiva. La bellezza del nostro lavoro sta nel conoscere mentalità differenti, l’esperienza avuta a Bellinzona per me è stata emozionante. A livello di Prima Lega Promotion tutti si sono resi conto del carisma della squadra e della sua fantastica piazza”.
(Foto Zocchetti)