La nostra
stima per Damiano Meroni non è mai venuta meno. Prima di arrivare a Taverne si
era illustrato in diverse formazioni del Mendrisiotto, da ultimo nel Novazzano
che retrocede quest’anno in Seconda regionale qualunque sarà l’esito
dell’ultima partita a causa del peggiore numero di punti penalità. “Mero” non ha
certamente bisogno di essere presentato a chi legge, basti dire che il
presidente Carlo Burà lo definisce “una persona squisita, insostituibile”.
I gialloblù sono stati premiati per la loro continuità, una lunga serie di partite positive grazie anche ai gol raffica di Daniel Mele, migliore realizzatore di Seconda Inter insieme a David Stojanov (Ascona) e Matej Schwendt (Brunnen). La squadra alla vigilia dell’ultima di campionato è in testa alla classifica con 3 punti di vantaggio sull’Emmenbrücke. Giocherà a Ibach mentre i lucernesi saranno ospiti a Magadino del Gambarogno-Contone, compagine rivelazione del campionato. Da tenere presente che i punti penalità sono nettamente a favore dei vedeggiani che sabato si fregeranno del titolo di campioni di gruppo.
I gialloblù sono stati premiati per la loro continuità, una lunga serie di partite positive grazie anche ai gol raffica di Daniel Mele, migliore realizzatore di Seconda Inter insieme a David Stojanov (Ascona) e Matej Schwendt (Brunnen). La squadra alla vigilia dell’ultima di campionato è in testa alla classifica con 3 punti di vantaggio sull’Emmenbrücke. Giocherà a Ibach mentre i lucernesi saranno ospiti a Magadino del Gambarogno-Contone, compagine rivelazione del campionato. Da tenere presente che i punti penalità sono nettamente a favore dei vedeggiani che sabato si fregeranno del titolo di campioni di gruppo.
Mister,
quali sono i punti chiave di questa promozione?
“La buona
qualità dei giocatori in rosa, forse non la migliore del girone 4 ma
sicuramente eccellente per l’unità d’intenti, l’armonia del gruppo: mai uno
screzio, discussioni ridotte ai minimi termini. Questa è la base dove puoi
costruire il risultato che abbiamo ottenuto”.
Gli
aspetti, i momenti decisivi?
“Quando tra
dicembre e gennaio con l’arrivo di ulteriori tre giocatori abbiamo completato
in modo numerico una rosa che risultava insufficiente. Questa operazione ci ha
permesso di alzare la concorrenza in squadra e di riflesso la qualità. Ho però subito
chiarito che qualunque undici avessi mandato in campo in avvio di partita sarei
sempre stato confrontato con degli esclusi ‘illustri’. L’obiettivo era quello
finale di squadra, non quello personale (per minuti giocati o ragionamenti tipo:
sono titolare, non sono titolare…). Si può infatti essere decisivi anche dalla
panchina. Tutti hanno seguìto questa rotta, chi non ‘sposava’ questa causa aveva
la possibilità di andarsene entro il 28 febbraio, ultimo giorno di
trasferimenti. Ebbene, nessuno ha lasciato il club,”.
La lunga
serie di vittorie è stata interrotta dal Mendrisio con cui avete perso sia
all’andata che nel ritorno. Da buon momò come spiega questo handicap?
“Casualità,
si è trattato di due partite decise da episodi. Da momò dico che a loro i 6
punti sono serviti alla grande perché se fossero venuti a trovarsi a quota 28 (invece
che a 34, ndr) oggi non sarebbero ancora salvi. Impensabile per il Mendrisio…
(partito con l’obiettivo di riconquistare il posto in PL, ndr)”.
Il
campionato che sta per concludersi ha esaltato tutti i valori in campo?
“Su questo
punto, sia nel bene sia nel male penso che la classifica sia veritiera. Poi ci
si potrà sempre attaccare alla sfortuna, agli arbitri, agli infortuni, ma sono
discorsi in cui parti già da perdente”.
Le
ticinesi, salvo le due formazioni del Mendrisiotto, hanno disputato una
stagione alla grande. Sorpreso di Ascona e Gambarogno-Contone?
“Più
dell’Ascona perché non lo conoscevo molto bene. Una volta che ci siamo incontrati
mi sono reso conto del valore degli undici di Dos Santos. Il Gambarogno l’ho
invece sempre ritenuto una ‘signora’ squadra”.
Lei è arrivato
in punta di piedi a Taverne ed è riuscito in poco tempo a dare una fisionomia
vincente alla squadra. È stupito più di se stesso o dei ragazzi?
“Ci siamo
stupiti assieme, la cosa determinante è stata quella di modificare poco nei
miei tre anni di panchina: questa è un’ulteriore ‘chiave’ del successo avuto”.
Che
Taverne vedremo in Prima Lega?
“Francamente
detto non lo so ancora. Cambiano le regole per quanto riguarda il numero di
giocatori stranieri, quelli formati in Svizzera, ecc. Di conseguenza il tutto è
in evoluzione”.
“Mero”
già riconfermato?
“Sì,
continuerò ad allenare il Taverne nella stagione 2022-23 dopo che ho ricevuto
conferme su una piccola “ristrutturazione” riguardo le mansioni all’interno del
club e su alcune nuove ‘figure’ per fare in modo che le cose funzionino in modo
ancora più professionale; un altro punto importante riguarda le infrastrutture.
Il mio sì era legato a queste due richieste, è importante che siano mantenute
(ed evase, ndr) ma non ho motivo per dubitarne”.
Dopo anni
trascorsi sulle panchine del Mendrisiotto avrebbe mai pensato di vedere le sue
quotazioni salire?
“Quando vai
ad allenare cerchi sempre di fare il massimo per andare il più alto possibile,
non credo dipenda dalla Regione in cui ho operato così a lungo. Sinceramente
detto non ero assillato dall’idea di dover vincere il campionato. Ci siamo
riusciti perché giocatori, staff e società si sono incontrati in una sorta di
magica miscela…”.
Sono
maturate in lei nuove ambizioni?
“Non
particolari se non quelle di misurarmi in un campionato di livello superiore
qual è la Prima Lega”.