CALCIO
Una promozione targata... Meroni
Il Taverne vola in Prima Lega al termine di una stagione esaltante
Pubblicato il 09.06.2022 08:37
di Enrico Lafranchi
La nostra stima per Damiano Meroni non è mai venuta meno. Prima di arrivare a Taverne si era illustrato in diverse formazioni del Mendrisiotto, da ultimo nel Novazzano che retrocede quest’anno in Seconda regionale qualunque sarà l’esito dell’ultima partita a causa del peggiore numero di punti penalità. “Mero” non ha certamente bisogno di essere presentato a chi legge, basti dire che il presidente Carlo Burà lo definisce “una persona squisita, insostituibile”.
I gialloblù sono stati premiati per la loro continuità, una lunga serie di partite positive grazie anche ai gol raffica di Daniel Mele, migliore realizzatore di Seconda Inter insieme a David Stojanov (Ascona) e Matej Schwendt (Brunnen). La squadra alla vigilia dell’ultima di campionato è in testa alla classifica con 3 punti di vantaggio sull’Emmenbrücke. Giocherà a Ibach mentre i lucernesi saranno ospiti a Magadino del Gambarogno-Contone, compagine rivelazione del campionato. Da tenere presente che i punti penalità sono nettamente a favore dei vedeggiani che sabato si fregeranno del titolo di campioni di gruppo.
Mister, quali sono i punti chiave di questa promozione?
“La buona qualità dei giocatori in rosa, forse non la migliore del girone 4 ma sicuramente eccellente per l’unità d’intenti, l’armonia del gruppo: mai uno screzio, discussioni ridotte ai minimi termini. Questa è la base dove puoi costruire il risultato che abbiamo ottenuto”.
Gli aspetti, i momenti decisivi?
“Quando tra dicembre e gennaio con l’arrivo di ulteriori tre giocatori abbiamo completato in modo numerico una rosa che risultava insufficiente. Questa operazione ci ha permesso di alzare la concorrenza in squadra e di riflesso la qualità. Ho però subito chiarito che qualunque undici avessi mandato in campo in avvio di partita sarei sempre stato confrontato con degli esclusi ‘illustri’. L’obiettivo era quello finale di squadra, non quello personale (per minuti giocati o ragionamenti tipo: sono titolare, non sono titolare…). Si può infatti essere decisivi anche dalla panchina. Tutti hanno seguìto questa rotta, chi non ‘sposava’ questa causa aveva la possibilità di andarsene entro il 28 febbraio, ultimo giorno di trasferimenti. Ebbene, nessuno ha lasciato il club,”.
La lunga serie di vittorie è stata interrotta dal Mendrisio con cui avete perso sia all’andata che nel ritorno. Da buon momò come spiega questo handicap?
“Casualità, si è trattato di due partite decise da episodi. Da momò dico che a loro i 6 punti sono serviti alla grande perché se fossero venuti a trovarsi a quota 28 (invece che a 34, ndr) oggi non sarebbero ancora salvi. Impensabile per il Mendrisio… (partito con l’obiettivo di riconquistare il posto in PL, ndr)”.
Il campionato che sta per concludersi ha esaltato tutti i valori in campo?
“Su questo punto, sia nel bene sia nel male penso che la classifica sia veritiera. Poi ci si potrà sempre attaccare alla sfortuna, agli arbitri, agli infortuni, ma sono discorsi in cui parti già da perdente”.
Le ticinesi, salvo le due formazioni del Mendrisiotto, hanno disputato una stagione alla grande. Sorpreso di Ascona e Gambarogno-Contone?
“Più dell’Ascona perché non lo conoscevo molto bene. Una volta che ci siamo incontrati mi sono reso conto del valore degli undici di Dos Santos. Il Gambarogno l’ho invece sempre ritenuto una ‘signora’ squadra”.
Lei è arrivato in punta di piedi a Taverne ed è riuscito in poco tempo a dare una fisionomia vincente alla squadra. È stupito più di se stesso o dei ragazzi?
“Ci siamo stupiti assieme, la cosa determinante è stata quella di modificare poco nei miei tre anni di panchina: questa è un’ulteriore ‘chiave’ del successo avuto”.
Che Taverne vedremo in Prima Lega?
“Francamente detto non lo so ancora. Cambiano le regole per quanto riguarda il numero di giocatori stranieri, quelli formati in Svizzera, ecc. Di conseguenza il tutto è in evoluzione”.
“Mero” già riconfermato?
“Sì, continuerò ad allenare il Taverne nella stagione 2022-23 dopo che ho ricevuto conferme su una piccola “ristrutturazione” riguardo le mansioni all’interno del club e su alcune nuove ‘figure’ per fare in modo che le cose funzionino in modo ancora più professionale; un altro punto importante riguarda le infrastrutture. Il mio sì era legato a queste due richieste, è importante che siano mantenute (ed evase, ndr) ma non ho motivo per dubitarne”.
Dopo anni trascorsi sulle panchine del Mendrisiotto avrebbe mai pensato di vedere le sue quotazioni salire?
“Quando vai ad allenare cerchi sempre di fare il massimo per andare il più alto possibile, non credo dipenda dalla Regione in cui ho operato così a lungo. Sinceramente detto non ero assillato dall’idea di dover vincere il campionato. Ci siamo riusciti perché giocatori, staff e società si sono incontrati in una sorta di magica miscela…”.
Sono maturate in lei nuove ambizioni?
“Non particolari se non quelle di misurarmi in un campionato di livello superiore qual è la Prima Lega”.