CALCIO
È un esame anche per Murat Yakin
Stasera a Ginevra la Svizzera affronta la Spagna: ci si aspetta un riscatto
Pubblicato il 09.06.2022 09:18
di L.S.
Due partite, due sconfitte e una sensazione di fragilità che si era avvertita in poche altre occasioni.
La Svizzera torna in campo stasera, finalmente in casa (a Ginevra), contro una grande del calcio mondiale. Quella Spagna che nelle prime due partite ha racimolato soltanto due pareggi e le dure critiche degli osservatori.
Dagli iberici ci si aspetta sempre il massimo e dopo una prestazione tutto sommato dignitosa in Portogallo, è arrivato l’opaco pareggio in Cechia.
Ecco perché stasera per la Svizzera, la partita che ci si aspetta del riscatto, si presenta tutt’altro che semplice.
I nostri, ci raccontano gli inviati, hanno organizzato a Lisbona una cena tra giocatori per cercare di rimettere le cose a posto, per capire cosa non va. Insomma, c’è un problema di gruppo? O una mancanza di sintonia con il tecnico?
Murat Yakin è arrivato dopo l’esaltante Europeo di Petkovic e ha portato trionfalmente la squadra al Mondiale. Qualificazione diretta, senza lo spauracchio degli spareggi. Meglio di così era oggettivamente impossibile. Bravo, bravissimo.
Ora però arriva il difficile. Mantenere quell’entusiasmo, gestire un delicato amalgama che quando le cose vanno male, diventa la madre di tutte le giustificazioni.
Vladimir Petkovic aveva adottato un tipo di strategia che alla lunga è stata piuttosto pagante. Fiducia e responsabilità a un manipolo ristretto di giocatori, a quei senatori che avrebbero dovuto mostrare agli altri la retta via, spiegare la filosofia del gruppo.
Giusto o sbagliato che sia, è una strategia che ha funzionato.
Come sta gestendo il gruppo Murat? L’impressione è che i giocatori siano messi tutti sullo stesso piano, senza la distinzione tra figli e figliastri. Forse perché la zampata decisiva per la qualificazione al Mondiale era arrivata proprio da quegli elementi che non erano considerati dei veri e propri leader.
Difficile dire quale sia il giusto atteggiamento, ma una cosa è chiara. Fino al Mondiale bisogna rinserrare le fila, rimanere compatti, remare tutti dalla stessa parte.
Poi, una volta conclusa l’avventura in Qatar, ci sarà il tempo per pensare al futuro e probabilmente a una piccola rivoluzione. Perché la sensazione è che sia arrivato il momento.
(Foto Putzu)