Se lo scopo era
quello di far discutere, allora l’HC Lugano ha fatto centro.
“Nüm da Lügan”, il nuovo slogan della campagna abbonamenti bianconera non è certo passata inosservata.
Di discussioni ne sta suscitando a iosa, tra apprezzamenti e critiche innervate di ilarità.
Già, perché dodici mesi dopo aver detto di voler tornare a vincere, con grande orgoglio e coraggio, questa campagna abbonamenti fa un’inversione di rotta clamorosa.
Si legge che l’infrastruttura non è più all’altezza (qualche mese dopo l’approvazione del nuovo Cornaredo forse non è casuale), senza l’acqua calda per lavarsi le mani (!), un budget sportivo che non permette pazzie, avversari che vivono in un contesto economico migliore e abbonati e presenze in pista in calo rispetto ai numeri pre-pandemici.
Insomma, un mezzo disastro, un ritratto di una società che sembrerebbe in piena crisi.
È questo il nero di un bilancio che appare deficitario su tutti i livelli.
Per fortuna esiste anche il bianco, ossia una parte buona che incoraggia ad andare avanti.
Questa pista così vecchia trasuda storia e ricorda i titoli vinti, il progetto sportivo è chiaro e la passione della gente, che nonostante non venga rispecchiata dai numeri, continua immutata.
Sì, perché il Lugano, nonostante il contesto difficile, resta una bella realtà del nostro sport, ticinese e svizzero. Ha vinto titoli, ha regalato emozioni, ha scritto pagine memorabili. Nessuno se lo dimentica.
E soltanto un anno fa, lo ripetiamo, aveva iniziato un nuovo progetto sportivo con Mc Sorley in panchina.
Nello sport è quasi fisiologico attraversare stagioni difficili ed è normale che ogni tanto possa capitare di perdere la speranza. A volte pure la pazienza.
Ma piangersi addosso, soprattutto per un club così glorioso, non è certo un esercizio che possa aiutare in prospettiva futura.
Il Lugano non è più quello schiacciasassi di una volta? È innegabile, i risultati sono lì a dimostrarlo.
Ma la dignità e la fierezza non devono mai venire meno, anche se ogni tanto bisogna lavarsi le mani con l’acqua fredda.
“Nüm da Lügan”, il nuovo slogan della campagna abbonamenti bianconera non è certo passata inosservata.
Di discussioni ne sta suscitando a iosa, tra apprezzamenti e critiche innervate di ilarità.
Già, perché dodici mesi dopo aver detto di voler tornare a vincere, con grande orgoglio e coraggio, questa campagna abbonamenti fa un’inversione di rotta clamorosa.
Si legge che l’infrastruttura non è più all’altezza (qualche mese dopo l’approvazione del nuovo Cornaredo forse non è casuale), senza l’acqua calda per lavarsi le mani (!), un budget sportivo che non permette pazzie, avversari che vivono in un contesto economico migliore e abbonati e presenze in pista in calo rispetto ai numeri pre-pandemici.
Insomma, un mezzo disastro, un ritratto di una società che sembrerebbe in piena crisi.
È questo il nero di un bilancio che appare deficitario su tutti i livelli.
Per fortuna esiste anche il bianco, ossia una parte buona che incoraggia ad andare avanti.
Questa pista così vecchia trasuda storia e ricorda i titoli vinti, il progetto sportivo è chiaro e la passione della gente, che nonostante non venga rispecchiata dai numeri, continua immutata.
Sì, perché il Lugano, nonostante il contesto difficile, resta una bella realtà del nostro sport, ticinese e svizzero. Ha vinto titoli, ha regalato emozioni, ha scritto pagine memorabili. Nessuno se lo dimentica.
E soltanto un anno fa, lo ripetiamo, aveva iniziato un nuovo progetto sportivo con Mc Sorley in panchina.
Nello sport è quasi fisiologico attraversare stagioni difficili ed è normale che ogni tanto possa capitare di perdere la speranza. A volte pure la pazienza.
Ma piangersi addosso, soprattutto per un club così glorioso, non è certo un esercizio che possa aiutare in prospettiva futura.
Il Lugano non è più quello schiacciasassi di una volta? È innegabile, i risultati sono lì a dimostrarlo.
Ma la dignità e la fierezza non devono mai venire meno, anche se ogni tanto bisogna lavarsi le mani con l’acqua fredda.