CALCIO
Era meglio andare in vacanza
Questa Nations League per la Svizzera (finora) è soltanto un maleficio
Pubblicato il 10.06.2022 08:44
di Giorgio Genetelli
La Nations League non può fare tanto bene, ma può fare molto male, in questa estate sospesa con vista sul Qatar a dicembre. La Svizzera ha perso tre partite in sette giorni e domenica ne avrà una quarta. Cechia, Portogallo e Spagna hanno messo a nudo incertezze che sembravano non esistere, dopo un autunno glorioso. Ma l’autunno era freschezza, questa chiusura annuale è stanchezza. Perfino la glorificata Spagna è andata alla deriva nel secondo tempo, bloccato Busquets si è fermata e la Svizzera spossata l’ha messa sotto, al contrario di quanto successo nella prima metà. Partita poverissima di tiri in porta, dominata dall’arbitro e scassata dal VAR (Vai A Rottamarti). Rigore non concesso, gol dubbio, cartellini a valanga solo ai rossocrociati e il fischio finale senza concedere un corner. Tutto spossato, anche i giudici, ormai protagonisti assoluti della confusione.
I risultati di questa appendice europea a una stagione massacrante occupa uno spazio vuoto, ma lo fa male, col solito e vecchio sistema di gironi, retrocessioni e promozioni, che in questo caso sballano tutto (basta vedere i risultati, a loro modo divertenti nell’imprevedibilità). Sarebbe stato molto meglio mandare tutti in vacanza, che è poi anche un diritto per atleti che stanno in prigione tutto l’anno e che tra alimentazione e distruzione delle loro relazioni con gli altri sono schiavi talmente ben pagati che non possono nemmeno spendere i soldi che guadagnano, come a scuola reclute (che però dura solo quattro mesi, non undici).
Dunque, per la Svizzera zero benefici e qualche maleficio. Uno su tutti la perdita di fiducia, nei singoli e collettiva. Con il condimento di un’opinione pubblica virata quasi allo sdegno, ohibò, con commenti catastrofisti e dita puntate contro i soliti due o tre, Xhaka Shaqiri Embolo, riflessi pavloviani che tornano potenti a ogni passaggio difficile, magari a seguito di una posizione in campo sbagliata per scelta tecnica (Shaq ala tornante è una costrizione alla quale il nostro più grande talento non può essere assoggettato; Xhaka da solo a tappare buchi non riesce a dare geometria e ritmo).
Dimentichiamo in fretta questa Nations League e andiamo tutti a riprenderci, che tra un mese si ricomincia e l’autunno è già in viaggio a grandi balzi.