CALCIO: KARL ENGEL PARLA DI JACOBACCI, RENZETTI E DEL FAMOSO PIANO B
"Le parole di Renzetti? Spero non siano l'inizio della fine..."
Karl Engel interviene nel dibattito relativo al piano B di Jacobacci e alla partita di ieri
Pubblicato il 04.02.2021 13:22
di Luca Sciarini
Il pareggio di ieri sera contro il Vaduz, ma soprattutto la prestazione del Lugano, continuano a far discutere.
Ma forse più di tutto è il modo in cui Jacobacci li ha messi in campo ad aprire ampi dibattiti.
Karl Engel, l’ultimo allenatore ad aver vinto qualcosa con il Lugano (la Coppa Svizzera ad inizio anni novanta), la pensa così.
“La prima considerazione che mi vien da fare è che nessuna squadra riesce ad avere grande regolarità e non parlo soltanto del nostro campionato. È una stagione strana per il calcio e trovare una continuità di rendimento e risultati non è una cosa facile”.
Ieri sera, più che il risultato, ha fatto discutere il sistema di gioco e gli uomini schierati.
“Io credo che Jacobacci abbia fatto bene a tirar fuori il “famoso” piano B. Ci deve sempre essere un’alternativa per affrontare una partita e contro il Vaduz poteva essere il momento buono”.
Purtroppo non è andata benissimo.
“Questo è un altro discorso. Il piano B in effetti non ha funzionato benissimo e adesso sarà importante capire perché. Ma non credo che il problema di ieri sera sia stato soltanto il modulo. Ho sentito quello che ha detto Kubi e sono d’accordo con lui: molto dipende poi dall’interpretazione dei giocatori”.
Jacobacci sta aspettando il rinnovo del contratto. Cosa ne pensa?
“Come allenatore non si ha il diritto di imporre qualcosa alla direzione del club. Maurizio deve soltanto avere pazienza. Secondo me finora ha fatto bene e deve continuare così, restando molto tranquillo”.
Non è facile però dopo le parole di ieri sera del presidente Renzetti.
“Io capisco il presidente e l’emozionalità del momento, anche perché è uno che vive il calcio con grande passione. Sono cose che vengono dette a fine partita e che forse dovrebbero restare all’interno dello spogliatoio. L’unica cosa che mi auguro è che ciò che ho sentito ieri sera non sia l’inizio della fine per l’allenatore. D’altronde a Lugano, come capita anche a Sion, gli allenatori non sono mai rimasti troppo a lungo…”.