Calcio
È un uomo solo
Dopo l'Europeo l'Italia ritrova sulla sua strada l'Inghilterra
Pubblicato il 11.06.2022 07:06
di Angelo Lungo
Nel calcio la velocità del tempo è moltiplicata. Tutto muta e in guisa celere. L'Italia ritorna in Inghilterra, quasi un anno fa conquistava l'Europeo. Sembrava l'alba della rinascita, il ritorno ad antichi fasti. Il risveglio è stato duro. La realtà dell'attualità racconta le difficoltà, gravi, dell'intero movimento.
Figc e Lega viaggiano con il loro consueto ritmo blando. Registrano gli accadimenti e cercano di sopravvivere. La clamorosa eliminazione dal Mondiale è stata assorbita con il solito stile: prima abbozzare e poi rimanere saldamente al proprio posto. Per il momento l'unico che dà qualche segno di vitalità è l'amministratore delegato della Serie A. La sua linea è quello di guardare all'estero, specie al mercato americano e non poteva essere altrimenti. Gioca la partita dei diritti tv, il tentativo è quello, quasi disperato, di ottenere maggiori introiti. Di riforme non si parla. Mancano idee, basterebbe copiare quello che hanno fatto agli altri, e volontà di agire. Emblematica è stata la vicenda Milan: silenzio totale. La vendita è stata avvolta dal mistero, come se la cosa non interessasse a nessuno.
La Nazionale prima ha mascherato e poi svelato lo stato di salute dell'italico calcio. Mancini lavora con il materiale che ha a disposizione. Gli si può fare un unico appunto: poteva cambiare qualche uomo dopo la vittoria dell'Europeo. La riconoscenza nel football è esiziale. Ma è un uomo solo al comando: ha distanziato di molto il gruppo. La sua figura è importante e fondamentale: senza di lui crollerebbe, rovinosamente, tutto.
La Serie A è un torneo stantio. Il ritorno prepotente delle milanesi ha contribuito a far crescere, a dismisura e a livello interno, l'interesse. Ma il livello tecnico è desolante. Nessuna novità di rilievo: sia tra gli allenatori, sia tra i giocatori. Ogni giornata scendono in campo circa 300 giocatori, gli italiani sono 100. A livello internazionale la differenza è imbarazzante. Nel corso del XXI secolo, la Spagna ha conquistato 33 titoli, l'Italia ne ha vinti 6.
Poco da aggiungere sulla stampa sportiva, incide come può e sa: in maniera ministeriale. Veleggia sulle ali dell'incosistenza e lo fa molto bene.