OFFSIDE
La Svizzera è questa: nel bene e nel male
I rosscrociati, dopo tre sconfitte, battono il Portogallo e tornano a sperare
Pubblicato il 13.06.2022 07:41
di L.S.
La Svizzera è questa. Né più, né meno. Quando è al completo, come ieri sera, è una squadra rognosa. Lotta, si difende e ogni tanto azzanna.
Non parliamo di spettacolo, né di proposte di gioco. Sono le stesse che c’erano con Petkovic.
A volte si vinceva, a volte si perdeva.
Con Akanji e Elvedi coppia difensiva, un portiere in serata (ieri sera è toccato a Omlin, altre volte era stato Sommer), un Xhaka finalmente sufficiente e un Seferovic che sembra ancora l’unico ad avere il fiuto del gol, questa squadra ha un senso.
Inutile chiedere di più, inutile abbattersi quando si perde (anche malamente) una partita o esaltarsi quando si vince.
Siamo questi da anni e probabilmente lo saremo anche in futuro. Galleggiando tra la mediocrità e l’exploit.
Certo, si può parlare di un Shaqiri ormai “cotto”, di terzini che avrebbero bisogno di maggior qualità, di attaccanti come Embolo o Zuber che si fanno notare solo a tratti.
Tutto vero, tutto innegabile. Ma è la nostra realtà e anche guardando dietro, il panorama resta questo.
Ci vuole il gruppo, ci vuole la giusta intensità: quella che si è vista ieri sera contro il Portogallo (che sembra quello del pre-Ronaldo, che giocava bene ma non segnava mai), che si era già ammirata all’Europeo della scorsa estate.
Non c’è nulla da inventare: soltanto mettere in campo i giocatori migliori e creare quel giusto spirito di gruppo.
Poi si vincerà e si perderà come si è sempre fatto. Con buona pace di chi cercherà ogni volta di trovare delle risposte che non ci sono. E che mai ci saranno.