CALCIO
"Adesso parlo io..."
Antonio Caggiano, presidente del Paradiso, risponde alle critiche del suo ormai ex allenatore
Pubblicato il 14.06.2022 20:41
di Enrico Lafranchi
Fernando Cocimano ha espressamente dichiarato di essersi trovato costantemente a disagio con Antonio Caggiano. Nulla di nuovo visto che il presidente è sulla stessa lunghezza d’onda. Un rapporto basato sul rispetto ma privo d’amore, un matrimonio calcistico che ha attraversato momenti di crisi ma che ha anche dato risultati sbalorditivi. È però successo che l’intervista rilasciataci sabato dal mister ha sollevato un terremoto al punto che il telefonino di Caggiano è andato in tilt. In diversi a pensare che quanto dichiarato da Cocimano fossero “fantasticherie del giornalista” ma molti anche a chiedergli, increduli, spiegazioni di questo strano rapporto, dai più ritenuto sbagliato. A dire il vero nel declamare la grande stagione del Paradiso il presidente si è completamente dimenticato (fa stato quanto ha dichiarato anche ad altri media) del tecnico che ha dato brillantezza alla squadra. Ora, da persona follemente innamorata di calcio, desidera prendere posizione. Ammette una certa mancanza di feeling col mister che tuttavia figurava sino a ieri ancora tra i candidati alla prossima panchina seppure in quarta posizione. E insiste nel dare i meriti al gruppo (Cocimano lo ha sempre evidenziato) ma di non essersi mai pronunciato, se non da tifoso, su questioni tecniche.
Antonio, da dove cominciamo?
“Prima di tutto sono molto deluso dell’atteggiamento di Cocimano. Dalle sue dichiarazioni si evidenzia, purtroppo, la sua inesperienza nel calcio Attivi”.
In che senso?
“Avevamo deciso di comunicare la nostra separazione, presa di comune accordo, ai media dopo la cena di domani mercoledì con la squadra e l’intero staff. Convivio organizzato per festeggiare l’ottimo risultato raggiunto dalla squadra, staff tecnico compreso per intenderci”.
Invece?
“Dal momento che Cocimano ha voluto di sua spontanea volontà parlare ai giornalisti prima di giovedì due cose mi permetto di dirle anch’io su tutto quanto è stato detto e scritto”.
Prego:
“Noi da lunedì a oggi (martedì, ndr) abbiamo avuto tre incontri con tre papabili allenatori. Tutti e tre ci hanno dato il loro pieno consenso, il quarto sarebbe stato Cocimano. In sostanza sto parlando di quattro candidati alla panchina del Paradiso”.
Nando da primo a quarto uomo?
“Considerato il suo comportamento ora in papabili sono tre (due ticinesi, a quanto pare uno del Mendrisiotto e un italiano già noto nel calcio regionale, ndr). Ma, lo sottolineo, non abbiamo ancora deciso nulla”.
Parli del suo rapporto con il mister:
“È vergognoso quanto ha affermato (“non ho mai ricevuto personalmente un complimento”). È vero che la panchina a gennaio era in bilico per determinate scelte, ma a gennaio ci siamo trovati e abbiamo discusso in tutta serenità seduti a un tavolo”.
Con quale risultato?
“Ho cambiato completamente idea (di non cacciarlo, ndr) perché ero rimasto soddisfatto di come mi aveva parlato. Ho dunque ritenuto che fosse l’allenatore giusto per andare avanti”.
Non c’è mai stato dialogo:
“Parlavamo tramite il direttore sportivo, è vero. L’ho voluto io cercando di fare del bene. Ma vedo che sono stato male interpretato: non sono mai andato dal mister a dirgli devi cambiare formazione, da presidente non ho mai messo naso a livello tecnico”.
Però…
“L’ho fatto dall’esterno come tifoso. Perché non potrei dirgli ‘dai Nando cambia qualcosa”? Ripeto, da tifoso, mai da presidente”.
Mai da presidente?
“Una volta sì. È stato nella partita di Coppa svizzera, aveva fatto una scelta che mi ha contrariato. Contro l’Aarau fu giocoforza per la società imporgli un giocatore che il posto di titolare se l’era guadagnato moralmente”.
Sta parlando di un tema che il mister non ha neanche messo in discussione:
“Il fatto è che non solo io ma molte persone, compresi tanti giocatori, avrebbero probabilmente desiderato vedere in campo una formazione diversa“.
Che cosa rimprovera a Cocimano allenatore?
"La gestione della panchina non ha funzionato (si riferisce al blackout di cinque partite, ndr). Parlare con i giocatori non è mai stato il suo forte, è stata la società a insistere nel cercare di coinvolgere anche quelle persone che non giocavano (una contraddizione, ndr). Nonostante questo non ho mai messo in discussione le sue doti tecnico-tattiche, una piccola parte ce l’ha anche lui se siamo arrivati a tanto. Ma di come ha gestito il gruppo non sono assolutamente soddisfatto”.
E a Cocimano uomo?
“È una brava persona, seria, intelligente. Magari ha un carattere chiuso, io sono un po’ più impulsivo. Peccato che non abbia mai cercato l’approccio nei miei confronti. Io l’ho lasciato fare, ha avuto carta bianca sino alla fine”.
Non se la sente di dirgli una buona parola?
“Penso che quando si affrontano delle finali non ci possono essere delle ‘prime donne’, neanche il presidente stesso. I meriti sono di tutti! Ho parlato a ogni finale con la squadra, c’era anche il mister. Se parlo di spirito di gruppo, di affiatamento e dedizione ai colori sociali è chiaro che mi rivolgo a tutti, ai giocatori e allo staff tecnico”.
Antonio, siamo ai titoli di coda… Ha accennato a Nando quarto uomo, ma con quali chance se avesse accettato di candidarsi?
“Adesso lo posso dire che a gennaio il nuovo allenatore era già pronto (lo sarà tuttora, ndr). Io sono una persona che ne fa sempre una questione di principio, prima per il bene della società, poi per tutto il resto”.
Chi è quell’allenatore?
“Non lo posso dire, è uno dei tre candidati”.