CALCIO
Piange il telefono di Gigi Tirapelle
Toccherà a Roberto Gatti, ex Chiasso, Lugano e Mendrisio, allenare il Paradiso
Pubblicato il 16.06.2022 08:52
di Enrico Lafranchi
“Speravo fosse la volta buona per me” – ci dice al telefono Luigi Tirapelle alla notizia che la panchina del Paradiso è stata consegnata a Roberto Gatti (ben tornato, Robi, al sud delle alpi!). L’ex bomber e allenatore del Chiasso è stato sul punto di succedere a Cocimano già lo scorso mese di gennaio ma Caggiano (il presidente lo ha detto in modo chiaro nell’ultima intervista) si era rinsavito permettendo al mister (martedì a cena con la squadra) di portare a termine la stagione. Il nome di Tirapelle era sulla bocca di tutti anche in questi ultimi giorni, comprensibile la sua delusione: “Siete voi a darmi la notizia, non ero affatto a conoscenza della decisione di Caggiano. Sapevo che c’era in ballo un allenatore italiano, pensavo proprio di essere io, tanto vero che ero in trepida attesa di una sua telefonata”. L’idea di tornare ad allenare da noi lo affascinava, ce lo aveva ripetuto più volte che si sentiva legittimamente ‘trapiantato’ in Ticino. Le cose non sono però andate come ha continuato a sperare. Fino al momento in cui lo abbiamo contattato.
Con Caggiano ti eri sentito di recente?
“Sì, un paio di volte”.
Anche a gennaio?
“Esatto. Però ci siamo visti anche un mese e mezzo fa (quando il Paradiso si era trovato a corto di risultati: pareggi con Tuggen e Linth 04, sconfitta con l’Eschenbach, ndr). Ci eravamo incontrati a Lugano ma aveva deciso giustamente di andare avanti con Cocimano”.
Poi più niente?
“Ci siamo scambiati dei messaggi prima delle finali, da parte mia con il tradizionale ‘in bocca al lupo’. Mi ha ringraziato, spero mi chiami adesso”.
Ma come, non hai saputo di Gatti?
(Incredulo) “Assolutamente no. Sono contento per Roberto, lo conosco bene, è un bravo allenatore. Ha vinto diversi campionati, mi sorprende un po’ che abbia lasciato il Sant’Angelo che ha appena portato in Serie D. Tra l’altro Sant’Angelo è una piazza importante, ha una tifoseria numerosa. Avevo letto su diversi siti e giornali che sarebbe rimasto lì. Strano, si vede che ha cambiato idea…”.
Dispiaciuto?
“Beh, vedi tu… Ci sarei andato volentieri a Paradiso visto che Fernando ha deciso di non rimanere”.
Il tuo smarrimento è comprensibile, sei avvilito?
“Ma no, il calcio è così, vuol dire che mi rimetto in lista d’attesa. Prima o poi succederà qualcosa di buono anche a me, però su Caggiano ci contavo proprio”.
Che cosa può avere deciso in favore di Gatti?
“Roberto va solo dove gli fanno la squadra per vincere (ride, buon segno)”.
Sappiamo chi è Caggiano, un presidente entusiasta ed appassionato ma anche un tantino egocentrico che ci ricorda un po’ il simpatico Narciso Putiferio, personaggio narcisista dei fumetti del ‘Monello’… Quando lo hai conosciuto, intendo dire Caggiano?
“In pieno coronavirus, sarei dovuto andare io in panchina ma in quel periodo non si poteva più entrare in Svizzera dall’Italia: un gran casino!”.
Pensi che avresti simpatizzato con lui?
“Praticamente eravamo d’accordo su tutto”.
Che cosa rimproverava al mister?
“Secondo me non c’era feeling nel senso che Cocimano avendo lavorato tanto con i giovani era propenso a restare un po’ sulla sua linea. Non mi permetto di giudicare, ma da quello che ho potuto capire credo che un po’ di ‘ruggine’ sia nata da lì”.
Non c’era per caso di mezzo anche suo figlio?
“Ne sai più di me… Tra l’altro Tomas è un bravo giocatore, ma secondo Caggiano talvolta lo faceva giocare anche quando secondo lui non ne era il caso…”.
Perché non ti ricandidi a Bellinzona?
“Non ho ancora il diploma per allenare in Challenge League (in Promotion Tirapelle prima di essere sostituito temporaneamente da Jacobacci aveva fatto molto bene con i granata, ndr), ma potrei fare l’assistente”.
Pazienza Gigi, mai dire mai!
“Ad essere sincero ho anche sperato in una chiamata del Mendrisio (che si è preso dal Castello Stefani, speriamo tenga duro Amedeo, visto i precedenti, ndr)”.