“Speravo
fosse la volta buona per me” – ci dice al telefono Luigi Tirapelle alla notizia
che la panchina del Paradiso è stata consegnata a Roberto Gatti (ben tornato,
Robi, al sud delle alpi!). L’ex bomber e allenatore del Chiasso è stato sul
punto di succedere a Cocimano già lo scorso mese di gennaio ma Caggiano (il
presidente lo ha detto in modo chiaro nell’ultima intervista) si era rinsavito
permettendo al mister (martedì a cena con la squadra) di portare a termine la
stagione. Il nome di Tirapelle era sulla bocca di tutti anche in questi ultimi
giorni, comprensibile la sua delusione: “Siete voi a darmi la notizia, non ero affatto
a conoscenza della decisione di Caggiano. Sapevo che c’era in ballo un
allenatore italiano, pensavo proprio di essere io, tanto vero che ero in
trepida attesa di una sua telefonata”. L’idea di tornare ad allenare da noi lo affascinava,
ce lo aveva ripetuto più volte che si sentiva legittimamente ‘trapiantato’ in
Ticino. Le cose non sono però andate come ha continuato a sperare. Fino al
momento in cui lo abbiamo contattato.
Con
Caggiano ti eri sentito di recente?
“Sì, un paio
di volte”.
Anche a gennaio?
“Esatto. Però
ci siamo visti anche un mese e mezzo fa (quando il Paradiso si era trovato a
corto di risultati: pareggi con Tuggen e Linth 04, sconfitta con l’Eschenbach,
ndr). Ci eravamo incontrati a Lugano ma aveva deciso giustamente di andare
avanti con Cocimano”.
Poi più
niente?
“Ci siamo
scambiati dei messaggi prima delle finali, da parte mia con il tradizionale ‘in
bocca al lupo’. Mi ha ringraziato, spero mi chiami adesso”.
Ma come,
non hai saputo di Gatti?
(Incredulo) “Assolutamente
no. Sono contento per Roberto, lo conosco bene, è un bravo allenatore. Ha vinto
diversi campionati, mi sorprende un po’ che abbia lasciato il Sant’Angelo che ha
appena portato in Serie D. Tra l’altro Sant’Angelo è una piazza importante, ha
una tifoseria numerosa. Avevo letto su diversi siti e giornali che sarebbe
rimasto lì. Strano, si vede che ha cambiato idea…”.
Dispiaciuto?
“Beh, vedi
tu… Ci sarei andato volentieri a Paradiso visto che Fernando ha deciso di non
rimanere”.
Il tuo
smarrimento è comprensibile, sei avvilito?
“Ma no, il
calcio è così, vuol dire che mi rimetto in lista d’attesa. Prima o poi
succederà qualcosa di buono anche a me, però su Caggiano ci contavo proprio”.
Che cosa
può avere deciso in favore di Gatti?
“Roberto va
solo dove gli fanno la squadra per vincere (ride, buon segno)”.
Sappiamo
chi è Caggiano, un presidente entusiasta ed appassionato ma anche un tantino
egocentrico che ci ricorda un po’ il simpatico Narciso Putiferio, personaggio narcisista
dei fumetti del ‘Monello’… Quando lo hai conosciuto, intendo dire Caggiano?
“In pieno
coronavirus, sarei dovuto andare io in panchina ma in quel periodo non si
poteva più entrare in Svizzera dall’Italia: un gran casino!”.
Pensi che
avresti simpatizzato con lui?
“Praticamente
eravamo d’accordo su tutto”.
Che cosa
rimproverava al mister?
“Secondo me
non c’era feeling nel senso che Cocimano avendo lavorato tanto con i giovani
era propenso a restare un po’ sulla sua linea. Non mi permetto di giudicare, ma
da quello che ho potuto capire credo che un po’ di ‘ruggine’ sia nata da lì”.
Non c’era
per caso di mezzo anche suo figlio?
“Ne sai più
di me… Tra l’altro Tomas è un bravo giocatore, ma secondo Caggiano talvolta lo
faceva giocare anche quando secondo lui non ne era il caso…”.
Perché
non ti ricandidi a Bellinzona?
“Non ho
ancora il diploma per allenare in Challenge League (in Promotion Tirapelle
prima di essere sostituito temporaneamente da Jacobacci aveva fatto molto bene
con i granata, ndr), ma potrei fare l’assistente”.
Pazienza
Gigi, mai dire mai!
“Ad essere
sincero ho anche sperato in una chiamata del Mendrisio (che si è preso dal
Castello Stefani, speriamo tenga duro Amedeo, visto i precedenti, ndr)”.