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Con McSorley si gioca in superiorità numerica
Il 58enne canadese sarà bianconero? Con un pizzico di fantasia ecco perché mi piacerebbe
Pubblicato il 05.02.2021 09:00
di Gianni Righinetti
Una premessa è d’obbligo. Mentre pigio i tasti per dare vita a questo “pezzullo” non so se Chris McSorley verrà o meno a Lugano. Ma facciamo pure correre la fantasia e mettiamo che da maggio sarà sulle rive del Ceresio. Beh, in questo caso sarei un tifoso bianconero felice, a patto di averlo solo come allenatore, solo per gestire la squadra, con un occhio attento ai giovani e a ciò che si muove a livello di Sezione giovanile. D’altronde, se McSorley sarà, non c’è oggi altro ruolo disponibile sulla scacchiera rigorosamente bianconera che quello di coach. Il 58enne canadese l’ho profondamente detestato (in senso sportivo e non oltre) quando era sulla panchina del Ginevra, in pista l’ho certamente fischiato (forse insultato) mentre faceva i suoi show per difendere in tutti i modi la sua squadra, i suoi colori e i suoi giocatori. Vedere le sue gesta plateali mi mandava su tutte le furie, eppure oggi lo vorrei in bianconero. Ammetto che potrebbe apparire poco razionale come comportamento, ma lo sport non è raziocinio, bensì emozione allo stato puro. E McSorley è un allenatore vivo, duro, esigente e che non passa inosservato. Uno che fa lavorare e sudare i suoi giocatori e che detesta le prime donne. Chi lo conosce bene lo identifica come “un gran motivatore” e questo mi piace un sacco e credo sarà gradito a tutti i tifosi. Con lui in panchina si ha quasi l’impressione che la squadra avversaria debba giocare perennemente in inferiorità numerica, tanto è il trasporto emotivo che ci mette. Tutto questo, ovviamente, comporta anche dei rischi: penalità o squalifiche, anche perché l’impressione è che gli arbitri del giorno d’oggi siano meno propensi a tollerare gli atteggiamenti intemperanti. Dire sì a McSorley in questo triste momento con le piste chiuse al pubblico ha anche il senso di sperare il ritorno dell’hockey vero, quello con spettatori ed emozioni. E se tra qualche settimana (o mese) il canadese non arriverà? Beh, pace, non mi resterà che dire “è stato bello sognare”.