Nella calura di Cornaredo, primi calci al pallone per il FC Lugano, ancora
largamente in cantiere, visto che sono ancora in essere diverse trattative,
come ha scritto nei giorni scorsi Ecodellosport.ch. In campo il nuovo
preparatore atletico Luis Suarez Arrones e l’allenatore dei portieri Riccardo
Di Benedetto, ma soprattutto il nuovo arrivato Ousmane Doumbia, che ha già
fatto vedere cose interessanti, soprattutto nella partitella di chiusura
allenamento: abbiamo contato 8 palloni recuperati, per dire. Certo, è calcio di giugno-luglio, il lavoro è appena iniziato eccetera: però, la sensazione è che il
centrocampista sia pronto a confermare quanto di buono fatto vedere a Zurigo
nella stagione appena trascorsa. Rivisti anche Guidotti (che ha lavorato a parte,
evitando i contrasti) e Macek, in gruppo con gli altri dopo il grave infortunio
della passata stagione (il giocatore, fuori rosa, è infatti ancora sotto
contratto con i bianconeri).
A fine allenamento, Ousmane Doumbia si è invece presentato alla stampa: si
diceva che non fosse a suo agio in queste occasioni ma, al contrario, è apparso
spigliato e molto motivato per questa avventura in Ticino: “Ho scelto Lugano
perché sono convinto del progetto sportivo. C’erano altre possibilità, ma qua
ho capito che c’è molta ambizione, e che mi considerano importante nel loro
percorso, e questo è molto importante, e del resto, con tutte le squadre nelle
quali ho giocato, quella contro Il Lugano, soprattutto in Ticino, era sempre
considerata una partita difficile. L’accoglienza è stata buona: conoscevo
diversi giocatori: del resto c’incontrimao 4 volte a stagione, quindi, bene o
male, si finisce per conoscersi tutti. Molti parlano in francese e comunicare
quindi è semplice. In ogni caso, uno dei miei obbiettivi sarà apprendere la
vostra lingua, che mi sembra più semplice del tedesco.”
“Ho fatto diversi anni in Challenge League, maturando in quel campionato, e
a Zurigo ho fatto le mie stagioni migliori: Sono nel mio periodo di piena
maturità, e sono qua per fare bene: il mio ruolo sarà soprattutto recuperare
palloni. Sotto quest’aspetto penso di essere migliorato molto: qualche tempo
fa, visto il ruolo dove gioco, finivo la stagione collezionando anche 12/13
cartellini gialli. Quest’anno ne ho presi solo 4, ma non è un caso: ho cambiato
modo di stare in campo, cerco di fare più movimento e di leggere le situazioni:
se arrivi sul pallone prima dell’avversario, glielo porti via senza fare fallo.
Una squadra di calcio è fatta da tanti giocatori, ognuno con un numero e un
ruolo: io sono qua per fare soprattutto quello. Per ora non ho parlato molto di
tattica con il mister: mi ha chiesto qualcosa soprattutto dal punto di vista
personale, e mi ha ricordato di una partita di Challenge League contro il
Chiasso, quando lui era assistente allenatore, e dove avevo fatto molto bene.”
Su Mattia Croci Torti: “Lui è una persona differente quando è sul campo
rispetto a quando sta in panchina. Ma quello che emerge è, prima di tutto, che
è innamorato del calcio. Sa che gli anziani hanno esperienza, e lavora perché
quest’ultima venga trasmessa ai giovani. In spogliatoio mi piace ridere e
scherzare: il calcio è il nostro lavoro, e per farlo bene dobbiamo essere
allegri, lasciare i nostri problemi a casa, e arrivare al campo concentrati e
felici per ciò che facciamo.”
Sul rapporto con il fratello (attaccante e con un passato importante non
solo in Svizzera, ma anche in Serie A) Ousmane Doumbia ci ha scherzato sopra: “Beh,
sto cominciando a portare anch’io a casa qualche trofeo, e a lui questo ovviamente
fa piacere. Ma ciò che mi fa piacere è vedere che, nel mio Paese, ci sono molti
appassionati i quali, attraverso la rete, vedono cosa faccio in Svizzera, e
seguono questo campionato attraverso i risultati e i riflessi filmati. Poi,
visto il mio ruolo in campo, il mio modello è Kanté; come squadra, invece, ho
una simpatia per il Barcellona".