La
Premier League è il campionato più competitivo e attraente che ci
sia. Lusinga i calciatori, i club hanno le casse piene e pagano
ingaggi sontuosi. La popolarità del torneo è planetaria, dimodoché
tutti vogliono andare a giocare in Inghilterra.
Eppure
due atleti di livello la vogliono abbandonare. Intendono ritornare in
Italia, dove erano felici e dove hanno espresso nella maniera
migliore il loro talento.
Pogba
e Lukaku hanno deciso. E aspettano le mosse di Juve e Inter.
La
Juve comprò Pogba che era giovanissimo, lo soffiò allo United. Il
francese manifestò subitaneamente la sua classe e diventò un punto
fermo dei bianconeri. Tempo qualche anno e lo United lo riprese. I
piemontesi sanno fare di conto: incassarono oltre 105 milioni di
euro, 27 i milioni spettanti a Raiola. Il centrocampista riceve un
salario di 15 milioni. Ma l'amore non sboccia. E gli inglesi fanno
arrivare a scadenza il contratto e non presentano nessuna offerta di
rinnovo. Pogba avrebbe sul tavolo una proposta della Juve: stipendio
annuo garantito di 7,5 milioni di euro.
L'Inter
preleva Lukaku dal Manchester. Il belga, con i diavoli rossi, si
barcamenava, tutto nella norma e senza particolari sussulti. Conte lo
pone al centro del suo progetto tattico. E l'ambiente lo erge a
simbolo. La vittoria dello scudetto esalta un rapporto all'apparenza
solidissimo. Ma arriva il Chelsea, campione d'Europa, che offre tanti
soldi. E la possibilità di tornare nel giro che conta. Ma così non
è. L'attaccante disputa una delle peggiori stagioni della sua
carriera. Ora si è pentito e desidera di nuovo i nerazzurri, è
disposto a dimezzarsi l'ingaggio.
Il
mercato è in mano ai procuratori. Lo scopo precipuo è spostare i
loro assistiti. A ogni passaggio incassano commissioni milionarie.
Sfruttano la concorrenza spietata tra i grandi club. Poco importa la
volontà dei calciatori, ma si tratta di un dettaglio, si possono
consolare con gli stipendi che ricevono.
Pogba
e Lukaku sono l'emblema di un calcio che sperpera, che supera ogni
volta il limite del credibile.