CALCIO
Cara vecchia nostalgia...
Amarcord con Roberto Gatti, che vuol portare i biancoverdi in... Paradiso
Pubblicato il 19.06.2022 10:43
di Enrico Lafranchi
Parlando con Roberto Gatti il filone nostalgico è molto forte. Il nuovo tecnico del Paradiso, in Ticino ultima stazione al Vedeggio Calcio, è rimasto affezionato agli amarcord da giocatore (1987, il suo primo anno nel  Lugano di Marc Duvillard in LNB, la promozione in A con il Chiasso di Claude “Didi” Andrey nella stagione 1991-92). “A Lugano c’erano Claudio Sulser, Karl Engel, Gianpietro Zappa, Christian Gross, Angelo Elia, Görter, Jensen… Che giocatori, una squadra storica!”. Anni di grandi emozioni, periodi indimenticabili: ah, nostalgia canaglia! “Con i bianconeri ho fatto due stagioni in A, poi sono andato a Chiasso dove ho pure festeggiato la promozione dopo due anni in cadetteria”. Siamo nel pieno della sindrome nostalgia: “Anche la promozione in LNB con i rossoblù è stata qualcosa di fantastico!”. Il Chiasso è sicuramente la squadra cui Roberto è rimasto più legato: “Eravamo quasi tutti ticinesi, un gruppo affiatatissimo, una famiglia”. E via a ricordare anche qui tanti bei nomi: Roby e Mirko Negri, Nicola Albisetti, Marco Testa, Nathan Besozzi, Walter Bizzozero…   Squadra d’altri tempi nella quale hanno lasciato un’impronta indelebile tante altre persone, da Bruno Bernasconi a Edy Lurati, a Stojan Osojnak… Non solo Chiasso però: “Mi sono trovato straordinariamente bene anche a Mendrisio, nel Magnifico Borgo ho trovato persone veramente speciali, una è il direttore sportivo Omar Croci”. Nonostante tante vittorie ottenute anche da bianconero la più ‘viva’ è il derby momò: “Contro il Chiasso, c’era una moltitudine di gente, una gran festa, gol dell’1-0 di Cipolletti. Loro avevano in porta Capelletti, da noi c’era Cataldo: due portieri spettacolari”. Quante belle ‘immagini’! Ancora nitidissime, rimaste scolpite (a conferma dell’attaccamento che Gatti ha sempre avuto per il nostro calcio) nella memoria del neoallenatore del Paradiso ingaggiato, a sorpresa, da Caggiano Ma ci sono altre ‘chicche’ da scoprire… “Imperdibili per me anche gli anni in cui ho allenato il Vedeggio del presidente Franco Quadri, una persona fantastica e quelli dello Stabio che ai tempi era uno squadrone. Con Il DS Rapelli ho assaporato bellissime soddisfazioni, abbiamo vinto anche la Coppa Ticino battendo in finale a Rivera gli Azzurri di Biasca, 3-0. È preistoria! (Ride)”. Sangue momò, sia da allenatore che da giocatore, fa eccezione il Lugano di Francesco Manzoni ed Helios Jermini: “Due dirigenti con cui ho pure avuto un denso e costruttivo rapporto quando sono stato alla guida della U21 e sulla panchina della prima squadra con Carlo Ortelli. Io e “Cao” abbiamo sostituito Giuliano Sonzogni traghettando la squadra per 5/6 partite di campionato e una qualificazione in coppa sino all’arrivo di Roberto Morinini”. Mendrisiotto non solo ‘terra di ciclismo’, era la sua seconda casa: “La mia ultima partita giocata in Ticino, memorabile, è stata Chiasso-Servette di coppa: vincemmo 2-1 con una doppietta dei fratelli Negri, Mirko e Roby. Io avevo il compito di marcare a uomo un certo Oliver Neuville!”. Erano i rossoblù di Bruno Bernasconi: “Un presidente amabile, appassionato di ciclismo e amante del gioco delle bocce”. A questo punto lasciamo la cara vecchia nostalgia anche perché – come ci fa notare Gatti - “il Ticino calcistico è reduce da una stagione ad alto livello”. Allude soprattutto al Lugano (“Crus è un trascinatore, ha fatto cose prodigiose, ha un carattere pazzesco, l’avevo allenato da ragazzino al Comunale”) e al Bellinzona (“È bello che i granata siano tornati in Challenge League da vincitori sul campo”).
Come mai hai deciso di venire a Paradiso?
“Avevo fame di trasferte…”.
Hai lasciato il Sant’Angelo Lodigiano dopo la brillante promozione in Serie D. Non trovi che ci sia qualcosa di strano nella tua partenza?
“A me la Svizzera piace…”.
D’accordo, ma che cosa ti ha fatto decidere?
“Il progetto di Caggiano di volere consolidare le strutture (tribuna, ristorante, ndr) e creare una società molto forte. Ho notato in lui una gran voglia di vincere”.
Detto da un allenatore vincente mi sembra anche questa una stranezza:
“Ho fatto un ragionamento di testa più che di cuore”.
Dicono che dove va Gatti le squadre vincono sempre:
“Non mi sembra un’equazione perfetta!”.
Spiegati meglio:
“Le idee di Caggiano mi sono molto piaciute”.
Che cosa ti ha colpito di lui?
“È un uomo pimpante, un dirigente entusiasta”.
Ne hai già conosciuti di presidenti così?
“È la fotocopia del presidente Rino Balzano del Sant’Angelo”.
Sei sicuro di avere fatto la scelta giusta?
“Convintissimo!”.
Quest’anno al Paradiso è mancato soltanto un gol: ti è stato chiesto di andare oltre?
“Di migliorare la classifica”.
Non sono le finali che contano?
“Sì ma sono arrivati secondi!”.
Ottimista?
“Arrivo a Paradiso con le orecchie basse, entro in una squadra che quest’anno ha disputato un grande campionato lasciando un ricordo importante. Quando succedono queste cose il merito è sempre di tutti, cercherò di fare del mio meglio per arrivare ancora più in alto. Senza umiltà non si va da nessuna parte”.
Servirà un’impresa:
“Mi rendo conto che è complicato”.
(Foto Zocchetti)