Parlando con
Roberto Gatti il filone nostalgico è molto forte. Il nuovo tecnico del
Paradiso, in Ticino ultima stazione al Vedeggio Calcio, è rimasto affezionato
agli amarcord da giocatore (1987, il suo primo anno nel Lugano di Marc Duvillard in LNB, la promozione
in A con il Chiasso di Claude “Didi” Andrey nella stagione 1991-92). “A Lugano
c’erano Claudio Sulser, Karl Engel, Gianpietro Zappa, Christian Gross, Angelo
Elia, Görter, Jensen… Che giocatori, una squadra storica!”. Anni di grandi
emozioni, periodi indimenticabili: ah, nostalgia canaglia! “Con i bianconeri ho
fatto due stagioni in A, poi sono andato a Chiasso dove ho pure festeggiato la
promozione dopo due anni in cadetteria”. Siamo nel pieno della sindrome
nostalgia: “Anche la promozione in LNB con i rossoblù è stata qualcosa di
fantastico!”. Il Chiasso è sicuramente la squadra cui Roberto è rimasto più
legato: “Eravamo quasi tutti ticinesi, un gruppo affiatatissimo, una famiglia”.
E via a ricordare anche qui tanti bei nomi: Roby e Mirko Negri, Nicola
Albisetti, Marco Testa, Nathan Besozzi, Walter Bizzozero… Squadra d’altri tempi nella quale hanno
lasciato un’impronta indelebile tante altre persone, da Bruno Bernasconi a Edy
Lurati, a Stojan Osojnak… Non solo Chiasso però: “Mi sono trovato straordinariamente
bene anche a Mendrisio, nel Magnifico Borgo ho trovato persone veramente
speciali, una è il direttore sportivo Omar Croci”. Nonostante tante vittorie
ottenute anche da bianconero la più ‘viva’ è il derby momò: “Contro il Chiasso,
c’era una moltitudine di gente, una gran festa, gol dell’1-0 di Cipolletti.
Loro avevano in porta Capelletti, da noi c’era Cataldo: due portieri
spettacolari”. Quante belle ‘immagini’! Ancora nitidissime, rimaste scolpite (a
conferma dell’attaccamento che Gatti ha sempre avuto per il nostro calcio)
nella memoria del neoallenatore del Paradiso ingaggiato, a sorpresa, da
Caggiano Ma ci sono altre ‘chicche’ da scoprire… “Imperdibili per me anche gli
anni in cui ho allenato il Vedeggio del presidente Franco Quadri, una persona
fantastica e quelli dello Stabio che ai tempi era uno squadrone. Con Il DS
Rapelli ho assaporato bellissime soddisfazioni, abbiamo vinto anche la Coppa
Ticino battendo in finale a Rivera gli Azzurri di Biasca, 3-0. È preistoria!
(Ride)”. Sangue momò, sia da allenatore che da giocatore, fa eccezione il
Lugano di Francesco Manzoni ed Helios Jermini: “Due dirigenti con cui ho pure
avuto un denso e costruttivo rapporto quando sono stato alla guida della U21 e
sulla panchina della prima squadra con Carlo Ortelli. Io e “Cao” abbiamo
sostituito Giuliano Sonzogni traghettando la squadra per 5/6 partite di
campionato e una qualificazione in coppa sino all’arrivo di Roberto Morinini”.
Mendrisiotto non solo ‘terra di ciclismo’, era la sua seconda casa: “La mia ultima
partita giocata in Ticino, memorabile, è stata Chiasso-Servette di coppa:
vincemmo 2-1 con una doppietta dei fratelli Negri, Mirko e Roby. Io avevo il
compito di marcare a uomo un certo Oliver Neuville!”. Erano i rossoblù di Bruno
Bernasconi: “Un presidente amabile, appassionato di ciclismo e amante del gioco
delle bocce”. A questo punto lasciamo la cara vecchia nostalgia anche perché –
come ci fa notare Gatti - “il Ticino calcistico è reduce da una stagione ad
alto livello”. Allude soprattutto al Lugano (“Crus è un trascinatore, ha fatto
cose prodigiose, ha un carattere pazzesco, l’avevo allenato da ragazzino al
Comunale”) e al Bellinzona (“È bello che i granata siano tornati in Challenge
League da vincitori sul campo”).
Come mai
hai deciso di venire a Paradiso?
“Avevo fame
di trasferte…”.
Hai
lasciato il Sant’Angelo Lodigiano dopo la brillante promozione in Serie D. Non
trovi che ci sia qualcosa di strano nella tua partenza?
“A me la
Svizzera piace…”.
D’accordo,
ma che cosa ti ha fatto decidere?
“Il progetto
di Caggiano di volere consolidare le strutture (tribuna, ristorante, ndr) e
creare una società molto forte. Ho notato in lui una gran voglia di vincere”.
Detto da
un allenatore vincente mi sembra anche questa una stranezza:
“Ho fatto un
ragionamento di testa più che di cuore”.
Dicono
che dove va Gatti le squadre vincono sempre:
“Non mi
sembra un’equazione perfetta!”.
Spiegati
meglio:
“Le idee di
Caggiano mi sono molto piaciute”.
Che cosa
ti ha colpito di lui?
“È un uomo
pimpante, un dirigente entusiasta”.
Ne hai
già conosciuti di presidenti così?
“È la
fotocopia del presidente Rino Balzano del Sant’Angelo”.
Sei
sicuro di avere fatto la scelta giusta?
“Convintissimo!”.
Quest’anno
al Paradiso è mancato soltanto un gol: ti è stato chiesto di andare oltre?
“Di
migliorare la classifica”.
Non sono
le finali che contano?
“Sì ma sono
arrivati secondi!”.
Ottimista?
“Arrivo a
Paradiso con le orecchie basse, entro in una squadra che quest’anno ha
disputato un grande campionato lasciando un ricordo importante. Quando
succedono queste cose il merito è sempre di tutti, cercherò di fare del mio
meglio per arrivare ancora più in alto. Senza umiltà non si va da nessuna
parte”.
Servirà
un’impresa:
“Mi rendo
conto che è complicato”.
(Foto Zocchetti)