Papà Davide allena il Bellinzona ("svolgiamo lavori individuali in ottemperanza alle norme sul Covid"), il figlio Giotto è un centrocampista del Grasshopper e oggi a Zurigo si opererà ai legamenti crociati del ginocchio.
Da papà qual è stata la sua prima reazione alla brutta notizia?
"Ho provato un grande dispiacere, avrei voluto che capitasse a me e non a lui. Ho giocato più di 300 partite tra A e B e non ho mai patito un infortunio così grave. Perché proprio a lui? Giotto merita di fare la sua carriera, è molto più bravo di me".
Che consiglio ha dato a suo figlio?
"Uno solo: non deve guardare al giorno
del rientro".
La beffa del destino è che Giotto avrebbe dovuto tornare in campo questo weekend contro il Chiasso.
"Dopo uno stiramento del legamento contro il Thun e 6 settimane di rafforzamento era pronto e invece domenica si è rifatto male".
Lei è fiducioso?
"Lo sono. Conosco l'attitudine al lavoro di mio figlio. Comunque è lui che deve essere tranquillo e non io".
Da Giotto al Lugano, sua ex squadra. Come giudica lo sfogo del presidente Angelo Renzetti? Ai suoi tempi aveva attaccato così anche lei?
"Penso di sì. Non è un problema, è storia vecchia. Inoltre col suo modo di fare ha portato il Lugano dov'è adesso, merita solo ringraziamenti. Un allenatore del Lugano deve essere pronto a incassare e ad analizzare ciò che gli dice il presidente, perché quest'ultimo è competente in materia".
Come reputa il cammino del Lugano?
"Ha perso solo 2 partite e ha totalizzato 25 punti, con una differenza reti di +2. Significa che è stato sempre sul filo. I suoi successi sono tutti meritati, specialmente quelli che ha colto a Cornaredo e l'1-0 di San Gallo. Le aspettative crescono giustamente e l'asticella
si alza per via della qualità e delle prestazioni del Lugano. Eppoi è la squadra più esperta del campionato di Super League".