Il mercato non è facile per nessuno. L’impressione
è che quest’anno sia come una partita a scacchi.
Si aspetta la mossa dell’avversario, si avanza con circospezione.
Si tocca ma si ha paura di scottarsi.
Prendiamo il Lugano: finora tre acquisti, misurati e ragionati. Senza spese folli, con stipendi che rientrano nel “range” prefissato.
Non ci saranno più casi Lovric, con un salario che superava ampiamente quello dei compagni.
Mansueto è miliardario? Sì, lo è, ma la strategia del club è chiara: si spende il giusto, ovvero quello che si ritiene possa essere il valore del giocatore.
Il mercato del Lugano intanto è a metà dell’opera e domani i bianconeri partiranno per il ritiro in Alto Adige. Forse si pensava di poter piazzare un paio di altri colpi prima della partenza, ma non è stato così. Almeno per ora la situazione sembra di stallo.
Ci vuole pazienza, bisogna vagliare più possibilità.
Tutti sparano altissimo, anche perché il periodo lo permette.
I giocatori, ma soprattutto i manager, ci provano. Vogliono guadagnare. Ognuno fa il suo mestiere, com’è giusto che sia. Però il manager, “male” necessario, dev’essere ridimensionato, pagato il giusto. Anche perché non è un patrimonio della società, non ci si può investire né tanto meno guadagnare.
L’impressione, come si diceva sopra, è che le società stiano molto più attente al budget, che non siano più propense a “regalare” cifre esagerate ai giocatori e ai loro rappresentanti.
Anche alcuni giocatori se ne sono accorti e tendono a smarcarsi da quei procuratori che ne mettono a repentaglio la carriera per la propria ingordigia. Su tutti il caso di Lukaku, che per tornare all’Inter ha tagliato i ponti con Federico Pastorello, figlio dell’ex braccio destro di Preziosi a Lugano.
I giocatori si sono accorti di non aver per forza bisogno di un manager, o perlomeno di essere in grado di distinguere tra quelli “buoni” e quelli “cattivi”.
Non ancora tutti, ovviamente, ma la strada sembrerebbe portare a un cambio di rotta.
Se sarà veramente così lo vedremo in futuro.
Intanto le società, Lugano in primis, aspettano. Forse tra quindici giorni quei giocatori che oggi sembrano inavvicinabili, lo saranno un po’ meno.
Si aspetta la mossa dell’avversario, si avanza con circospezione.
Si tocca ma si ha paura di scottarsi.
Prendiamo il Lugano: finora tre acquisti, misurati e ragionati. Senza spese folli, con stipendi che rientrano nel “range” prefissato.
Non ci saranno più casi Lovric, con un salario che superava ampiamente quello dei compagni.
Mansueto è miliardario? Sì, lo è, ma la strategia del club è chiara: si spende il giusto, ovvero quello che si ritiene possa essere il valore del giocatore.
Il mercato del Lugano intanto è a metà dell’opera e domani i bianconeri partiranno per il ritiro in Alto Adige. Forse si pensava di poter piazzare un paio di altri colpi prima della partenza, ma non è stato così. Almeno per ora la situazione sembra di stallo.
Ci vuole pazienza, bisogna vagliare più possibilità.
Tutti sparano altissimo, anche perché il periodo lo permette.
I giocatori, ma soprattutto i manager, ci provano. Vogliono guadagnare. Ognuno fa il suo mestiere, com’è giusto che sia. Però il manager, “male” necessario, dev’essere ridimensionato, pagato il giusto. Anche perché non è un patrimonio della società, non ci si può investire né tanto meno guadagnare.
L’impressione, come si diceva sopra, è che le società stiano molto più attente al budget, che non siano più propense a “regalare” cifre esagerate ai giocatori e ai loro rappresentanti.
Anche alcuni giocatori se ne sono accorti e tendono a smarcarsi da quei procuratori che ne mettono a repentaglio la carriera per la propria ingordigia. Su tutti il caso di Lukaku, che per tornare all’Inter ha tagliato i ponti con Federico Pastorello, figlio dell’ex braccio destro di Preziosi a Lugano.
I giocatori si sono accorti di non aver per forza bisogno di un manager, o perlomeno di essere in grado di distinguere tra quelli “buoni” e quelli “cattivi”.
Non ancora tutti, ovviamente, ma la strada sembrerebbe portare a un cambio di rotta.
Se sarà veramente così lo vedremo in futuro.
Intanto le società, Lugano in primis, aspettano. Forse tra quindici giorni quei giocatori che oggi sembrano inavvicinabili, lo saranno un po’ meno.
(Nella foto Luke, Carlos Da Silva e Sebastian Pelzer)