Tennis
Wimbledon è...
Il torneo più prestigioso al mondo, il sogno di tutti i tennisti
Pubblicato il 26.06.2022 03:39
di Angelo Lungo
Wimbledon è...
Bianco, come sono le magliette dei giocatori. Il colore del nitore. Il candore che rimanda all'inizio. Quando tutto comincia. È solo all'apparenza assenza. Non indica il niente ma il tutto. La purezza del gesto e della postura. Un ritmo delicato. Una sorta di lentezza esistenziale. Non si corre, si incede lentamente.
Verde, quello che rappresenta la terra. Certo nel mondo tutto fluisce e scorre celere. Ma ci sono posti dove vige ancora il silenzio. Il frastuono è depotenziato. Si entra in un luogo per rimanere assorti e in contemplazione. Uno stato naturale delle cose.
Erba, nel tennis è una superficie superflua. Appare per un breve periodo dell'anno e poi niente più. Bisogna curarla e assisterla amorevolmente. Ci vuole talento per domarla e non forza. Il rimbalzo può ingannare, è necessario rimanere costantemente presenti a se stessi. Alla fine della seconda settimana è spelacchiata, calpestata dalla gomma dura delle scarpette dei tennisti. Scompare e rimane il terreno grigio.
Tradizione, quella che resiste. Richiama il tempo passato, che è ancora saldo. Promette ancora l'orizzonte della gloria. Seduce con una vigoria intatta. Il cambiamento è stato sfidato e battuto. Il rito si rinnova indefessamente anno dopo anno. E mantiene il suo fascino.
Borg-McEnroe, scontri epici. L'atarassia dello svedese. L'anarchia emotiva dello statunitense. Uno in difesa, l'altro in attacco. La loro differenza stilistica esaltava il gioco. Ne faceva emergere le sfaccettature. Ne amplificava la bellezza. Uno spettacolo etico ed estetico.
Federer-Nadal, la disfida del terzo millennio. Il gesto oltremisura delicato e raffinato dello svizzero. La caparbietà, la fisicità e la capacità di soffrire dello spagnolo. Un rispetto e una sportività reciproca che rimandano a uno spirito che non è figlio di questi tempi. La sensazione: ciò che è andato in scena non sarà mai più replicato.
Il tennis, forse, purtroppo, lo era. Il gioco è sempre più standardizzato. Prevale la fisicità. Il servizio è determinante. La volée si è dileguata. La presa della rete è un retaggio ancestrale. E vedere palleggiare da fondo campo a Wimbledon è...