Calcio
Il paradosso Maldini
È arrivata la firma, il dirigente rossonero rimane
Pubblicato il 01.07.2022 08:00
di Angelo Lungo
Il 13 aprile 2017 Berlusconi vendette il Milan all'imprenditore cinese Yonghong Li. Uno dei più prestigiosi club al mondo veniva rilevato da un personaggio sconosciuto e misterioso.
La gestione tecnica fu affidata al duo Fassone-Mirabelli. Via a una stupefacente campagna acquisti: ingaggiati 11 giocatori, spesi oltre 240 milioni. Stampa e tv esaltate, in testa Mediaset e tutto il suo circondario. Investimenti ingenti ed esito fallimentare.
Nel 2018 il fondo di investimento Elliott si prende il club, il gruppo cinese aveva chiesto un prestito agli americani, ma non era stato in grado di far fronte alle scadenze. Il potente Scaroni è nominato presidente. Leonardo assume l'incarico di Direttore generale dell'area tecnico-sportiva. Lo lascerà nel maggio del 2019, in disaccordo con la società. Amministratore delegato è Ivan Gazidis, reduce dall'esperienza con l'Arsenal.
Nel giugno del 2019 viene assunto Boban, come Chief Football Officer, ma tempo 9 mesi e il croato è licenziato.
Paolo Maldini entra nell'organigramma nel 2018 come Direttore dello sviluppo strategico dell'area sport. E sostituisce, poi, il dimissionario Leonardo.
Postilla: nel 2019 Maldini giocò l'ultima partita a San Siro. Nel giro di campo finale 70000 spettatori si alzarono in piedi ad applaudirlo, la Curva Sud  lo fischiò ed espose striscioni polemici nei suoi confronti.
Lo scudetto targato Elliott è costato 840 milioni di euro. Maldini ha preso in mano saldamente la gestione tecnica e si è deciso di impostare una linea che ha come obiettivo un calcio sostenibile: in termini economici-finaziari.
La cronaca recente riporta l'ennesimo passaggio di proprietà: il Milan è nelle mani di RedBird, in che modo lo dirà il tempo.
L'esultanza per la vittoria dello scudetto, strappato ai cugini, è durata lo spazio di un mattino. Al centro dell'attenzione la lunga ed estenuante trattativa tra Maldini e il Milan, il contratto scadeva il 30 giugno. Per il mondo rossonero Maldini è la garanzia, la sicurezza. Gli americani sono lontani, non misteriosi come i cinesi, ma poco ci manca.
Sospiro di sollievo: habemus il rinnovo
Ma cosa rimane, per ora, della vicenda?
Gli americani si stanno prendendo il calcio italiano. Investono per guadagnarci. I soldi li mettono e non c'è autonomia che tenga, l'ultima decisione spetta a loro. Il Direttore dell'area tecnica propone e si deve fermare a questo ruolo e non può reclamare nessun potere di firma.