Il
13 aprile 2017 Berlusconi vendette il Milan all'imprenditore cinese
Yonghong Li. Uno dei più prestigiosi club al mondo veniva rilevato
da un personaggio sconosciuto e misterioso.
La
gestione tecnica fu affidata al duo Fassone-Mirabelli. Via a una
stupefacente campagna acquisti: ingaggiati 11 giocatori, spesi oltre
240 milioni. Stampa e tv esaltate, in testa Mediaset e tutto il suo
circondario. Investimenti ingenti ed esito fallimentare.
Nel
2018 il fondo di investimento Elliott si prende il club, il gruppo
cinese aveva chiesto un prestito agli americani, ma non era stato in
grado di far fronte alle scadenze. Il potente Scaroni è nominato
presidente. Leonardo assume l'incarico di Direttore generale
dell'area tecnico-sportiva. Lo lascerà nel maggio del 2019, in
disaccordo con la società. Amministratore delegato è Ivan Gazidis,
reduce dall'esperienza con l'Arsenal.
Nel
giugno del 2019 viene assunto Boban, come Chief Football Officer, ma
tempo 9 mesi e il croato è licenziato.
Paolo
Maldini entra nell'organigramma nel 2018 come Direttore dello
sviluppo strategico dell'area sport. E sostituisce, poi, il
dimissionario Leonardo.
Postilla:
nel 2019 Maldini giocò l'ultima partita a San Siro. Nel giro di
campo finale 70000 spettatori si alzarono in piedi ad applaudirlo, la
Curva Sud lo fischiò ed espose striscioni polemici
nei suoi confronti.
Lo
scudetto targato Elliott è costato 840 milioni di euro. Maldini ha
preso in mano saldamente la gestione tecnica e si è deciso di
impostare una linea che ha come obiettivo un calcio sostenibile: in
termini economici-finaziari.
La
cronaca recente riporta l'ennesimo passaggio di proprietà: il Milan
è nelle mani di RedBird, in che modo lo dirà il tempo.
L'esultanza
per la vittoria dello scudetto, strappato ai cugini, è durata lo
spazio di un mattino. Al centro dell'attenzione la lunga ed
estenuante trattativa tra Maldini e il Milan, il contratto scadeva il
30 giugno. Per il mondo rossonero Maldini è la garanzia, la
sicurezza. Gli americani sono lontani, non misteriosi come i cinesi,
ma poco ci manca.
Sospiro
di sollievo: habemus il rinnovo
Ma
cosa rimane, per ora, della vicenda?
Gli
americani si stanno prendendo il calcio italiano. Investono per
guadagnarci. I soldi li mettono e non c'è autonomia che tenga,
l'ultima decisione spetta a loro. Il Direttore dell'area tecnica
propone e si deve fermare a questo ruolo e non può reclamare nessun
potere di firma.