CALCIO REGIONALE
"È un mondo pieno di ipocrisia..."
Parla il presidente del Taverne Carlo Burà, arrabbiato e deluso per ciò che sta succedendo nei "Minori"
Pubblicato il 01.07.2022 11:48
di L.S.
Ecco un altro capitolo dell’ormai intricata vicenda del calcio regionale, che in questi giorni ha riservato polemiche su polemiche.
Dopo quella di Caggiano e Renzetti, ieri è toccato al Collina d’oro spiegare i clamorosi dietrofront dell’ultimo momento. Un “mea culpa” in piena regola quella del vicepresidente dei luganesi Federico Haas, che ha chiarito perché dopo aver ingaggiato il tecnico Manuel Rivera, qualche giorno dopo l’ha messo alla porta.
Al suo posto arriverà Francisco Aguirre, un nome che era già circolato per la panchina del Taverne, dove avrebbe dovuto fare da assistente a Damiano Meroni.
Un altro “scippo”? Sembrerebbe proprio così.
Noi lo abbiamo chiesto al presidente Carlo Burà.
È vero che avevate un accordo con Aguirre?
“Sì, è vero, ci aveva già dato l’ok, sembrava tutto a posto e invece è andato al Collina d’oro. Credo sia abbastanza facile capire il perché della sua scelta. A noi spiace molto, pensiamo che sarebbe stata un’ottima occasione per lui lavorare a fianco di Damiano Meroni e crescere ancora nel ruolo di allenatore”.
Arrabbiato?
“Dispiaciuto direi, anche perché avrebbero almeno potuto fare un colpo di telefono e invece niente. E poi ho letto l’intervista che vi ha rilasciato ieri il vicepresidente del Collina d’oro in cui parla di piramide del calcio luganese e di Lugano, Paradiso e Collina d’oro. Scusate, ma noi siamo per caso non siamo luganesi”?
Cosa sta succedendo quest’anno nel calcio regionale?
“Non lo so, ma è sicuramente un anno strano, diverso dagli altri. È diventato un mondo pieno di ipocrisia, dove la gente fa le cose dietro le spalle e questo è ciò che mi spiace di più. Avanti di questo passo qualcuno ci lascerà le penne. Capisco società gloriose come il Locarno che hanno voglia di tornare presto in alto, ma tutto deve avere dei limiti”.
E il Taverne in questo mondo dei “Minori” che ruolo vuole avere?
“Noi facciamo fatica a far quadrare i conti e non possiamo permetterci di offrire certe cifre che si sentono in giro. Non possiamo fare il passo più lungo della gamba e perciò daremo spazio a tanti giovani”.
La Federazione ticinese di calcio (FTC) cosa può fare?
“Non può fare assolutamente nulla. Anche se si introducesse l’obbligo di firmare un contratto, poi ci sarebbe comunque qualche “furbetto” che troverebbe il modo di eludere le regole”.
Lei cosa propone?
“L’unica cosa che si potrebbe fare è una riunione tra presidenti in trasparenza, guardandosi in faccia e dandosi la mano. Sperando che basti”.