FORMULA 1
Che gara, che emozioni!
Prima vittoria per Sainz, ma chissà cosa avrebbe detto Enzo Ferrari...
Pubblicato il 04.07.2022 11:31
di Silvano Pulga
Facciamo parte di quella larga schiera di nostalgici della vecchia Formula 1 dove, a farla da padrone, erano il progresso tecnologico, inteso come il sistema di far andare la macchina più veloce di quelle avversarie. Forti dell'avere un padre inserito nel mondo della progettazione automobilistica, con numerosi contatti anche negli uffici tecnici della Ferrari, della Lancia e dell'Alfa Romeo (oltre che della Fiat, la quale però non partecipava alle gare su pista, limitandosi ai rally), avevamo (parliamo ahimè dello scorso millennio) una visione privilegiata e anticipazioni sulle auto (anche da competizione) in arrivo. La presenza, tra l'altro, negli anni della nostra infanzia, di piloti come Clay Regazzoni, Niki Lauda e tanti altri, ci fece così appassionare, a suo tempo, a questo sport. 
Perché parlarne oggi? Perché ieri, finalmente, la RSI ci ha restituito le immagini di un Gran Premio di F1 con emozioni che non vivevamo da tempo: sorpassi, prima di tutto ( il duello Hamilton/Leclerc ci ha veramente deliziato); emozioni non dovute, una volta tanto, a rotture meccaniche, ma allo svolgimento della gara, oltre che alla conferma (ed è la notizia più importante) del grandissimo livello di sicurezza passiva che contraddistingue ormai le monoposto (anche nelle categorie inferiori, come abbiamo potuto vedere nelle gare di contorno). Incidenti come quello accaduto al pilota Alfa Romeo Zhou, urtato, nella prima curva, dalla monoposta guidata da Russell, a sua volta toccato in precedenza da Gasly, avrebbero avuto, solo pochi anni fa, conseguenze fatali. Il pilota cinese, invece, dopo aver percorso un tratto apparso interminabile a noi spettatori impotenti davanti a quelle immagini drammatiche, ha scavalcato con una piroetta in aria gli pneumatici posti come sicurezza, terminando la sua corsa fuori controllo contro le barriere di sicurezza, poste a protezione del pubblico. Il 23enne è stato portato in infermeria in barella, ma cosciente, e senza lesioni gravi. E lo stesso è stato per gli spettatori, ai quali è toccato solo un grosso spavento, ma senza conseguenze: il nostro pensiero, manco a dirlo, in quegli istanti, era subito volato alle immagini di Le Mans del 1955 e Monza del 1961, visto che l'auto era carica di carburante.
Il resto, è stata una gara veramente piena di emozioni, sino all'ultimo, con Leclerc a lottare per non perdere il quarto posto, dopo il sorpasso subito da Hamilton, con il redivivo Alonso; il primo successo in Formula 1 per il compagno di squadra Carlo Sainz, che pure lo aveva sfiorato a Monte Carlo e Montréal. Determinante l'ingresso della safety car a pochi giri dal termine, che ha consentito allo spagnolo di montare le gomme soft (mossa imitata da Hamilton, ieri terzo) e di sorpassare così il suo compagno Leclerc. Solo settimo il capoclassifica Verstappen, costretto addirittura a difendere la posizione fino all'ultimo dall'attacco del figlio d'arte Schumacher.   
Insomma, un grande spettacolo, simile a quelli che ammiravamo negli anni della nostra infanzia e oltre. Concepiamo il sorpasso in pista come la cosa più bella delle competizioni automobilistiche: per troppo tempo abbiamo visto gare in solitaria o, peggio ancora, sorpassi nei box. Certo, veder cambiare le gomme in meno di 3 secondi è sicuramente un'immagine che dimostra un affiatamento e una precisione di movimenti che fa onore al team di uomini che la esegue. Però, la lotta Hamilton/Leclerc, senza voler bestemmiare, in alcuni momenti ci ha fatto tornare indietro quella tra Villeneuve e Arnoux, facendoci ringiovanire in un attimo di 40 anni, e regalandoci un bel pomeriggio. 
Il tutto, al netto delle scelte tattiche della Ferrari, che stanno facendo discutere i numerosi tifosi della Rossa, in Ticino e non solo. Abbiamo ipotizzato, ieri, al termine della gara, sui nostri contatti social, un'apparizione in sogno del Drake a Binotto, per spiegare al Team Manager ferrrarista come funzionano le cose. Il nostro, naturalmente, non lo ammetterà mai: ma abbiamo la certezza che, la notte scorsa, abbia dormito male, con Enzo Ferrari che lo rimproverava, come solo lui sapeva fare, in certi lunedì mattina, nel caldo torrido o tra le nebbie di Maranello.