CALCIO REGIONALE
"In Ticino troppo poco spazio per i giovani..."
Parla Manuel Rivera, che non sarà l'allenatore del Collina d'oro: lui stesso ci spiega i motivi
Pubblicato il 04.07.2022 11:55
di L.S.
È deluso, avrebbe voluto iniziare un nuovo progetto. E invece niente, il sogno resta nel cassetto.
Manul Rivera aveva raggiunto un accordo con il Collina d’oro (Seconda Interregionale) per diventare il nuovo allenatore, poi d’improvviso, la clamorosa retromarcia del club.
La scorsa settimana il vicepresidente Haas ci aveva detto: “Ci spiace, abbiamo toppato”, facendo capire che l’ingaggio di Rivera, grande ex granata, sarebbe stato un rischio troppo grande.
Cosa ne pensa invece l’ex numero 10 del Bellinzona?
Manuel, con il Collina d’oro era tutto fatto, vero?
“Sì, certo, il direttore sportivo era venuto a Bellinzona a parlarmi ed eravamo d’accordo su tutto. Ero contento perché pensavo di poter iniziare un nuovo progetto con i giovani, un po’ come avevo fatto ad Arbedo”.
E invece?
“Invece qualche giorno dopo mi hanno comunicato di aver cambiato idea”.
Come te lo spieghi?
“Forse hanno paura di affrontare dei cambiamenti. Avrebbero dovuto lasciar partire dei giocatori di esperienza per far spazio a qualche giovane. Probabilmente non se la sono sentita e alla fine hanno deciso di non intraprendere questo nuovo cammino”.
Arrabbiato?
“Arrabbiato no, deluso un po’ sì. Soprattutto perché in Ticino si ha paura di dare spazio ai giovani nel calcio regionale. Si preferisce fare affidamento su giocatori di esperienza, anche se in avanti con gli anni. Lo trovo un vero peccato”.
Il tuo progetto era appunto “giovanile”?
“Assolutamente sì, come ho detto volevo ricalcare un po’ quello che avevo fatto con l’Arbedo. Avrei preso soltanto giocatori del Luganese e avevamo già parlato anche con Hangarter per dare spazio a quegli Under 18 o 21 che non ne trovavano a Lugano. C’era l’intenzione di prendere un giovane portiere dai bianconeri, poi invece è arrivato Russo. Niente contro di lui o contro quei 40.enni che hanno ancora voglia di giocare. Anzi, bello che a quell’età ci sia ancora quell’entusiasmo, ma personalmente preferisco lavorare con i giovani e vederli crescere”.
Adesso cosa farai?
“Non lo so, non ci ho pensato. Allenare mi piace, ma vorrei poterlo fare in un progetto con i giovani. Per il momento non ho niente in vista, ma non è un problema. Ho già tanto da fare anche con altre cose”.
E con il Bellinzona di Bentancur, che tra l’altro è tuo connazionale, in che rapporti sei?
“Ho parlato con Pablo in passato, è una persona che si è impegnata tanto per riportare in alto il Bellinzona e com’è giusto che sia vuole gestire il club in prima persona. Non ho mai avuto contatti per entrare a far parte del club. Il Bellinzona è nel mio cuore, ho il bar granata qui a 30 metri dallo stadio, se un giorno avranno bisogno di una mano sarò sempre disponibile”.