CALCIO REGIONAL
"Se fossi presidente ingaggerei uno come Rivera"
Livio Bordoli, responsabile tecnico della FTC, torna sul tema dei "rimborsi" e dei giovani
Pubblicato il 05.07.2022 09:49
di L.S.
È stato giocatore, allenatore e ora è responsabile tecnico della Federazione ticinese di calcio (FTC). Chi meglio di Livio Bordoli può inquadrare il momento del calcio ticinese e le polemiche di questi giorni sui soldi che circolerebbero e sui giovani che verrebbero poco impiegati?
Cominciamo da lontano, da quando Livio era allenatore.
“Ho allenato a Tresa in Prima Lega, con Tramezzani prima e poi Cio Monti. Facevo l’allenatore-giocatore, avevamo uno squadrone con gente come Bertoli, Senkal, Castelli e Belometti. Io avevo un contratto e suppongo anche i giocatori, ma onestamente non avevo mai chiesto. Dopo due mesi successe la tragedia di Tramezzani...”.
E poi il decennio di Losone, a cavallo tra gli anni 90.
“In quella società, tranne il sottoscritto che faceva il ruolo di allenatore-giocatore-responsabile del settore giovanile, nessuno aveva contratti. E sono sicurissimo che nessuno percepiva denaro. C’erano dei premi come cene e ritiri, quello sì, ma che io sappia nessuno prendeva soldi. E nonostante questo avevamo fatto ottimi risultati”.
Ora si parla tanto di rimborsi spesa.
“Volendo fare bene i conti, tra chilometri, materiale e cene, un giocatore che ha una lunga trasferta da fare, potrebbe arrivare a prendere fino a 1200-1400 franchi al mese di rimborsi, che possono anche essere reali e giustificati. Certo che se poi circolano altre cifre, allora siamo decisamente oltre la ragionevolezza. Ma questi sono veri e propri “salari” che ai miei tempi non giravano nemmeno in Challenge League. Poi ci sono i casi in cui ai giocatori viene offerto un posto di lavoro, ma quella è tutta un’altra storia ovviamente…”.
Si è parlato tanto di Locarno e Paradiso in questi giorni.
“Il Locarno è una società che ha una grande tradizione ed è normale che pensi di voler tornare presto in alto. Non mi stupisce nemmeno che Renzetti, come ho letto in una intervista, si diverta a dare una mano al club. È un locarnese d’adozione, questo club gli è sempre stato nel cuore e forse un po’ gli manca il campo. Non ci trovo nulla di strano. A Paradiso, Caggiano ci ha sempre messo tanta passione e nel tempo ha lavorato molto bene: lo ammiro per questo. Non concordo invece quando dice di essere anche un tifoso: un tifoso non entra nello spogliatoio e non critica così l’allenatore a mezzo stampa. La bontà del suo lavoro è comunque sotto gli occhi di tutti: quest’anno sono andati addirittura vicini alla promozione. Direi che è una bella realtà”.
Ieri invece Manuel Rivera, che avrebbe dovuto andare ad allenare il Collina d’oro (poi sappiamo che il club ha fatto dietrofront), ha detto che nel calcio regionale giocano troppo pochi giovani.
“Sono d’accordo con quello che dice Manuel: io direi che nel calcio “minore” c’è forse troppo spazio per i “vecchietti”. Sono giocatori che vantano lunghe esperienze nel calcio regionale e che hanno anche il potere, a volte, di decidere le sorti degli allenatori. È purtroppo la debolezza di tante società”.
Rivera ha spiegato che con il Collina d’oro avrebbe voluto fondare un progetto con i giovani.
“Se uno conosce Manuel sa che lui ama lavorare in questo modo e allora deve andare fino in fondo con questa idea di calcio. Certo, con i giovani si rischia un po’ di più, ma alla fine è arricchente. Non so cosa sia successo con il Collina d’oro, ma se il club non se l’è sentita veramente di affrontare questa nuova sfida ha fatto bene a cambiare idea. Quando si fanno queste cose bisogna essere convinti fino in fondo”.
A Rivera cosa dice?
“Gli faccio i complimenti per la sua coerenza. Finalmente un tecnico che punta sui giovani, se fossi un presidente lo prenderei al volo. Un po’ come fa il Taverne con il suo allenatore Meroni, che dà spazio ai ragazzi. Purtroppo quello di affidarci quasi esclusivamente ai giocatori esperti è un male del calcio svizzero: basta guardare le squadre ambiziose di Challenge League e vedere quanti giovani giocano. Pochissimi”.
La FTC potrebbe fare qualcosa? Per esempio obbligare le squadre a schierare più giovani?
“Purtroppo no, anche perché per cambiare le direttive ci vuole il benestare dell’ASF (Associazione svizzera di calcio). Noi potremmo anche fare delle riflessioni ma senza gli strumenti giuridici non si possono applicare le sanzioni. Se l’ASF un giorno pensasse di mettere a regolamento una nuova norma sui giovani allora…”.
(Nella foto Cdt, Angelo Renzetti e Livio Bordoli festeggiano nel 2015 la promozione del FC Lugano)