CALCIO
"Curioso di scoprire il... nuovo Mijat"
Parla Maric, che ha appeso le scarpe al chiodo: sarà il nuovo "talent manager" del Lugano
Pubblicato il 06.07.2022 09:37
di L.S.
Un po’ di sole e mare assieme alla sua bella famiglia, per una vacanza che Mijat Maric difficilmente dimenticherà. Quella nella bellissima Zadar (Croazia) è la sua prima da ex calciatore.
Detto così suona triste, perché quando si chiude un capitolo sono i ricordi e la nostalgia che prevalgono. E qui le emozioni sono ancora freschissime, di poche settimane fa, con quella Coppa svizzera vinta che ha coronato un sogno.
Mijat è un uomo intelligente, che ha capito quando dire “stop”. Fermarsi non è mai facile, soprattutto dopo una carriera come la sua. Ma l’età, qualche acciacco e soprattutto la proposta del FC Lugano, gli hanno fatto capire che arrivato il momento giusto.
“Non c’è stato un vero momento in cui ho detto “adesso smetto”. Ci stavo pensando da qualche mese e la conquista della Coppa mi ha fatto capire che quello era il momento giusto. Con il Lugano stavamo parlando da gennaio del mio futuro: mi avevano chiesto cosa avrei voluto fare e stavamo discutendo delle varie opportunità. Devo dire che si sono comportati in maniera esemplare e di questo li ringrazierò sempre”.
La voglia di giocare però c’è ancora, vero?
“Assolutamente sì, non si spegne la luce da un giorno all’altro. Sento dentro di me ancora il fuoco che arde e sono certo che quando tornerò a Lugano e vedrò i ragazzi allenarsi e giocare le partite, un po’ soffrirò. Credo sia normale. Dall’altra parte sono felice di iniziare un nuovo capitolo della mia vita, di capire come il nuovo Mijat si adatterà a un altro ruolo, dopo vent’anni da calciatore”.
Sarai il nuovo “talent manager” del FC Lugano: cosa vuol dire esattamente?
“In poche parole sarò responsabile della crescita di quei ragazzi su cui il club punterà, dal Team Ticino alla prima squadra. Gli starò vicino, cercherò di aiutarli nel loro sviluppo, sia a livello tecnico che mentale. Mi occuperò anche della scuola, dei genitori e dei procuratori”.
Avrai un bel daffare…
“Credo proprio di sì. È un ruolo che mi permette di lavorare su più fronti, anche quello calcistico. Lavorerò anche sul campo e questo è un aspetto che mi ha fatto dire di sì alla proposta del club. Voglio ridare indietro ciò che questo club e il calcio in generale mi hanno dato. Vorrei che i giovani evitassero qualche errore che ho commesso io durante la mia carriera: so che non è facile, ma voglio provarci”.
Qual è l’obiettivo finale di tutto questo lavoro?
“È quello di avere più Bottani, Arigoni e… Maric nel Lugano. Da ragazzo avevo il sogno di giocare nella prima squadra con gente come Gimenez, Rossi, Razzetti e Zagorcic. Ecco, mi piacerebbe che i giovani avessero questo sogno. Poi è normale che un giorno potranno anche lasciare Lugano. Ma prima mi piacerebbe che debuttassero in prima squadra”.
Dunque tenerli nel club ed evitare che partano troppo presto, com’era successo spesso in passato…
“Proprio così. Credo sia una soluzione ideale sia per il club che per il giocatore, che così può stare più vicino alla sua famiglia. Sappiamo che stiamo costruendo da zero e che il lavoro sarà lungo. Ma la proprietà ha le idee chiare e ha tanta voglia di lavorare anche sotto quest’aspetto”.
In futuro ti immagini più come dirigente o allenatore?
“Non lo so ancora. Intanto inizierò a frequentare i corsi di allenatore. Credo sia importante, qualsiasi ruolo ricoprirò nel calcio. Poi magari con il tempo capirò cosa vorrò fare veramente. È importante rendersi conto che il calcio è in continua evoluzione e che gli allenamenti che facevo io dieci anni fa, non sono quelli di oggi”.
Tra dieci giorni ricomincia una nuova stagione: come vedi il Lugano?
“Stiamo parlando ormai di una società che da qualche anno fa parte dell’élite del calcio svizzero, con dei piazzamenti dal terzo al quinto posto. Senza contare ovviamente la Coppa appena vinta. Credo che ormai ci sia la consapevolezza di essere una bella realtà e anche gli altri club ci rispettano tantissimo”.
Sarà possibile ripetere gli ottimi risultati della scorsa stagione?
“Credo che lo scorso anno si siano create delle alchimie forse irripetibili: per alcuni di noi era “the last dance”, l’ultimo giro di giostra. Sapevamo che alcuni se ne sarebbero andati e dopo la vicenda della proprietà brasiliana in estate, ci siamo uniti ancora di più. Ma questo gruppo ha tantissimo talento e sono certo che tra i nuovi acquisti e i ragazzi che c’erano già, sapranno fare grandi cose”.
Da chi ti aspetti qualcosa di importante?
“Non ho dubbi che giocatori come Sabbatini, Bottani, Daprelà e Ziegler, la vecchia guardia insomma, continuerà guidare il gruppo e imporre la propria filosofia. Poi è ovvio che mi aspetto una crescita anche da quei giocatori che sono arrivati lo scorso anno e che hanno avuto il tempo di conoscere una nuova realtà. Adesso è il loro turno. Dal punto di vista calcistico non ho nessun dubbio, c’è grande talento, ora devono tirar fuori la mentalità e il carattere vincenti”.
Chiudiamo con il mister, Mattia Croci-Torti.
“Ha fatto una stagione fantastica, stiamo parlando di un ragazzo molto preparato, un patrimonio del Ticino calcistico. Ogni anno è diverso e anche per lui questa stagione sarà l’occasione per crescere ancora. Lasciamolo lavorare con calma, va accompagnato e sostenuto anche se ci sarà qualche momento difficile. Comunque non mi preoccupo, so quali sono le sue doti”.
Quando comincerai nel tuo nuovo ruolo?
“Il 2 agosto. Prima mi godo ancora un po’ di vacanza con la mia famiglia. Poi mi butterò a capofitto nel lavoro”.
A presto e buona fortuna Mijat. I giovani sono in buone mani. Beati loro.

(Foto Graziano Chiodero)