CALCIO
"Felice per il Crus, l'idolo è Maradona"
Tomas Cocimano, ex Paradiso, ha firmato con il Taverne e ci racconta la sua Argentina
Pubblicato il 09.07.2022 07:59
di Enrico Lafranchi
Il giovane Cocimano due anni fa ci aveva detto: “La mia ambizione è di giocare in Promotion League, un giorno spero anche in Challenge League”. Quel campionato di Prima Lega (con ben tre cambi di allenatore) riaffiora positivamente nella mente di Cocimano: “È stato un bellissimo momento quello che ho trascorso con la squadra del Magnifico Borgo, eravamo un gruppo molto affiatato, veniva tanta gente a vederci”. A lasciargli il segno è stato un ‘attore’ della serie “Saranno famosi”… Mattia Croci Torti! “Sì, è proprio il Crus che mi aveva voluto a Mendrisio: gliene sarò sempre grato, sono contento che sia arrivato così in alto”. Tomi ha iniziato a giocare a calcio, come tanti ragazzini di questo mondo, a 5 anni: “Avevo sempre il pallone attaccato ai piedi…”. Sulla sua maglia ha sempre fatto bella mostra il numero 10, quello dei grandi campioni: “È un numero importantissimo, l’ho portato anche con il Paradiso”. Facciamo finta di chiedergli se è stato Pelé “O Rey” il suo beniamino, o magari il fuoriclasse della Juve Omar Sivori: “Eh no – ribatte - è Diego Armando Maradona, personaggio che ha segnato la storia calcistica dell’Argentina”. E quella del Napoli… (ridiamo, ndr). La famiglia Cocimano è arrivata in Svizzera agli inizi del Duemila nel periodo della grave crisi economica argentina. Tomi ha iniziato a giocare a Carona, fa un elogio schiettissimo a chi lo ha accolto e aiutato a crescere: “Giano Bernasconi incarna al meglio la filosofia del Settore giovanile, è tuttora uno degli allenatori del Raggruppamento ‘Insema’”. Di lì a poco stadio chiama, Cornaredo era già scritto da qualche parte: “A 12-13 anni sono andato a Lugano dove c’era Andrea Ghirlanda, un tecnico all’avanguardia per i giovani, anche lui spinto da grande passione. E così è partito tutto per il meglio: Team Ticino Under 16 e Under 17 (“Ale Mangiarratti mi ha dato qualcosa in più) e un po’ di 18 prima di una parentesi al Malcantone (squadra in cui ha giocato Nando, ndr)”. Cio Monti: “Tomi è arrivato da noi quando aveva 17 anni: ragazzo estroverso, simpatico, piedi buoni. Era considerato un talento, peccato che abbia giocato così a lungo sotto suo padre”. A Lugano Cocimano junior ha lavorato anche con Andrea Manzo che aveva portato in salvo il Chiasso nel 2019. Alla Under 21 bianconera hanno fatto seguito le parentesi in Grecia e ad Alicante: “Le cose non sono andare come dovevano, per finire ha avuto il sopravvento il Covid, seppure a malincuore  sono dovuto rientrare in Ticino”. Guarda caso il Paradiso aveva confermato alla guida tecnica Fernando Cocimano: “A livello di gruppo eravamo tosti. Vorrei precisare che mio padre mi ha trattato come un giocatore in più, non come un figlio”. Molti hanno giudicato poco serio il comportamento di chi ha offeso la professionalità e la personalità di un lavoratore che non si è mai dato un attimo di tregua: “Non voglio fare polemiche”. Da qui la sua decisione di cambiare aria: “Stagno ha capito che non sarei rimasto, Gianpiero è una bravissima persona, si è distinto per la sua correttezza e competenza. Da lui abbiamo sempre avuto tutto quello che potevamo avere. Ovvio che lasciare mi è dispiaciuto, è sempre bello avere amici con cui giocare”. Nella vita Tomi si ritiene “un ragazzo tranquillo” che dà grande importanza alla famiglia (“viene al primo e unico posto”). Nel tempo libero coltiva l’hobby dell’arte (“disegnare mi diverte tanto, prendo carta e matita e comincio a scarabocchiare…”). Sorpresa: ci parla dall’ Argentina, da come si esprime si evince l’incondizionato e profondo affetto che nutre per il suo Paese d’origine.
Pensi di restarci a lungo a Buenos Aires?
“No no, sono venuto a Quilmes, provincia di Buenos Aires, per godermi un po’ il parentado e naturalmente anche per tenermi in forma. Mi alleno in una squadra di serie B, verso metà luglio rientrerò in Svizzera”.
Non è che ti lascerai contagiare dalla musica argentina?
“Beh, adoro la cumbia! In effetti la passione che qui hanno per il calcio è unica al mondo. Calciatori e tifosi purtroppo esagerano anche un po’, andare a vedere una partita di qualsiasi squadra ‘es un carnaval’…”.
Come è l’Argentina di oggi?
“È un altro mondo dove funziona tutto e allo stesso tempo non funziona niente. Mi trovo comunque molto bene e soprattutto sono felice”.
Ci puoi spiegare questo tuo stato d’animo?
“La gente è molto più aperta, non si fa assolutamente fatica a conoscere persone. Ma non so se sarebbe facile tornare a vivere qui, sono cresciuto in Svizzera e lì è veramente molto diverso”.
Sei sicuro di non tornare su questa decisione?
“Mi piacerebbe rimanere, ma sul Monte Bré (dove i suoi genitori gestiscono l’Osteria Salotto Bré, ndr) c’è il mio Boby che mi aspetta… Mi dicono che abbaia insistentemente, non posso non tornare a casa!”
Anche perché hai ricevuto un’offerta interessante:
“Sono contento di avere combinato con il Taverne! Pino Manfreda (l’indimenticabile Pino-gol, ndr), mi è venuto in contro senza alcun problema, lo ringrazio tanto”.
Una squadra che suscita in te piacevoli ricordi:
“Mi ricordo che da piccolo andavo a vedere il Taverne perché ci giocava papà. Restare in Prima Lega per me è importante, oltretutto è una società che punta a fare qualcosa di buono. Non vedo l’ora del derby! (Tomi non specifica quale, aha…, ndr).
Conosci Damiano Meroni?
“Non molto, ne parlano tutti molto bene, spero di meritarmi la sua fiducia (il mister: “Tomas, come gli altri nuovi, sarà un ragazzo da scoprire”). Lotterò per un posto in squadra, so che hanno un bel centrocampo”.
Sei stato attenzionato da altre squadre?
“Sì con il Linth 04 (ce ne potevano stare altre due, ndr) ho effettuato un allenamento. È andato molto bene, mi poteva servire per imparare la lingua ma mi ha ringalluzzito la chiamata del Taverne…”.
L’ultimo ‘souvenir’ di Paradiso?
“Quello che è stato bellissimo da parte nostra è che nonostante non arrivasse il gol ci abbiamo sempre creduto, siamo andati avanti sino al 95° e non ci siamo mai fermati”.