Di sicuro
non è stato lui a scegliere, a selezionarlo tra i portieri granata è stato
Pablo Bentancur. E quando il patron si muove in prima persona si può stare
sicuri che non si tratta di quattro passi fra le nuvole… Le sue idee e
competenze non sono campate in aria! Per Alexander a Lugano si è chiusa la
stagione della definitiva consacrazione. Il portierone, che ha raggiunto gradualmente
maturità e sicurezza, ha piena consapevolezza dei propri mezzi. Sa benissimo
che in Challenge League ci vuole un fisico bestiale (state tranquilli, ce
l’ha…). È smanioso di fare questo salto in avanti.
Ripartiamo
dalla Under bianconera (Team Ticino), una stagione di grande sofferenza:
“In effetti
siamo partiti nel girone di ritorno con soli 7 punti, praticamente costretti a
fare risultato ogni partita. Per fortuna sono arrivati in squadra giocatori di
grande esperienza, come Bolzoni e Josipovic, che hanno avuto l’umiltà di
schierarsi in una Under 21 rivelandosi autentici uomini chiave. La sofferenza
che abbiamo provato ci ha fatto capire, nel mio caso specifico, che noi giovani
possiamo ambire anche a qualche palcoscenico un po’ più alto”.
Non è
venuto in vostro aiuto anche un certo Nikolas?
(Ride) “Beh,
Nikolas non ha avuto dalla sua una stagione semplice a livello mentale perché
quando un ragazzo fa un salto così grande come gli è successo non è facile. Ha
segnato tanto realizzando le reti della salvezza, un po’ come Zoran (gol
partita dell’ex rossoblù sia contro il Balzers che il Wettswil Bonstetten,
partita – quest’ultima - da 6 punti con doppietta fondamentale di Nikolas,
ndr).
Storcerai
il naso se dico che tuo fratello è più famoso di te?
“Assolutamente
no! Io ero già da qualche anno nella rosa del Lugano, Nikolas ha indubbiamente
avuto un impatto maggiore quando è arrivato. Ha fatto dei buoni numeri nelle
giovanili. Meritatamente”.
Ti giro questa
domanda, sicuramente off limits, che prende il titolo di un noto film di Elvis
the Pelvis. Fratelli rivali?
(…) “La mia
gioia è troppo grande per non augurare a Nikolas grosse soddisfazioni anche a
Wil. Anche perché sono dell’opinione che a un certo punto per un giovane sia fondamentale
uscire dalla propria zona. È vero che calcisticamente si può crescere
dappertutto ma come uomo rimanere a casa a volte è limitante”.
Domenica
(oggi) c’è la partitissima con il Monza, speri di esserci?
“Io ci sono
al 100 per cento, chiaramente decide il mister per il mio debutto. Se dovesse
arrivare qualcun altro (con Alexander abbiamo parlato venerdì, ndr) sono pronto
anche mentalmente. Mi metto in gioco comunque”.
Come è
stato l’impatto con il Bellinzona?
“Sono qui da
pochi giorni, dei nuovi compagni ne conoscevo solo un paio, mi hanno accolto
tutti molto bene, anche mister Sesa. In altre parole mi sono sentito subito
integrato nel gruppo, sono contento”.
Rimani
molto affezionato al Lugano:
“Lugano è
sempre una piazza speciale, sia per me che per mio fratello è stata casa per
molto tempo. Sono dei ragazzi fantastici, andrò presto a salutarli”.
Hai
lavorato anche con Cao?
“Certo, Cao
è una persona squisita, è il simbolo dei colori bianconeri. Anche Luca Redaelli
(responsabile portieri Academy-U 21) mi ha dato una grande mano. La lista delle
persone che devo ringraziare è molto lunga…”.
Pure con
Lorenzo Colombo?
“Sì, a
Chiasso quando ci sono stato per circa due mesi prima di essere richiamato a
Lugano perché avevano avuto un’emergenza portieri. In panchina c’era Stefano
Maccoppi, con Colombo ho potuto lavorare molto bene: è un ottimo preparatore”.