Wimbledon
ha celebrato se stesso. Il Centre Court ha compiuto 100 anni. È
questa la notizia più saliente dell'ultima edizione. Un torneo che
conferma una tradizione imperitura, quella capace di oltrepassare
l'effimero e veloce presente e definisce il passato come l'unica
realtà. Un protocollo che non ammette deroghe, forte di un fascino
duraturo. Una liturgia che ha regole che vengono rispettate e che non
sono messe in discussione, nonostante l'incedere del tempo che
reclama novità e cambiamenti. L'erba, ora, viene messa in disparte
per un anno. Si tratta di una superficie negletta, ha bisogno di cure
amorevoli e faticose. Troppo complicato. Il circuito necessita di
altro.
È
calato il sipario sul torneo, lo spettacolo che è andato in onda ha
avuto il finale consueto. Vincono sempre gli stessi: è l'estensione
del dominio della norma.
Il
tennis, per il momento, non ha sussulti. Non c'è nessun nuovo che
avanza. Le figure di Federer, Nadal e Djokovic sono troppo
ingombranti. Il serbo ha trionfato e non poteva essere altrimenti.
Era scontato. Si sperava nei colpi del funambolico e redivivo
Kyrgios, ma il talento senza controllo rimane un puro esercizio
estetico. Nadal e Djokovic sono ultratrentenni, ma hanno una potente
e letale forza mentale che annichilisce gli avversari. Il racconto
del tennis riguarda solo le loro gesta. Tutto il resto rimane un
dettaglio. Numeri impressionanti. È un'egemonia incontrastata, a cui
solo l'età metterà fine. Sarà il corso naturale della vita:
l'anagrafe. La concorrenza non preoccupa, è velleitaria. Medvedev,
Zverev, Tsitsipas sono giocatori di “mezzo”, vinceranno solo
quando gli sarà consentito. Hanno una continuità limitata e un
carisma estemporaneo.
Sinner
e Alcaraz sono delle mere speranze. Rappresentano l'auspicio di un
ricambio. E suscitano un dubbio: sapranno essere anche dei
personaggi?
Il
gioco è monotematico: preponderanza del servizio e bordate da
fondocampo.
L'erba
londinese era spelacchiata solo sulla linea di fondo, nei pressi
della rete era intonsa. Una mestizia lenita da qualche smorzata e da
sparute volée.