Calcio
A che punto è l'Inter
I nerazzurri, per la prima uscita stagionale, sono di scena a Lugano
Pubblicato il 12.07.2022 06:26
di Angelo Lungo
Per poter spiegare la situazione dell'Inter, è necessaria una premessa che ha una matrice economica-finanziaria. La società ha un debito che sfiora i 700 milioni di euro. Recentemente ha chiesto un prestito, che sfiora i 300 milioni, al fondo Oaktree, con una scadenza prevista per il 2024. Complessivamente paga una cifra di circa 23 milioni di euro l'anno di interessi passivi.
La pandemia ha interrotto un importante flusso di cassa, generato dalla vendita degli abbonamenti e dei biglietti al botteghino. Dato non trascurabile, poiché i milanesi hanno una considerevole affluenza di spettatori, la più numerosa d'Italia.
I cinesi comprarono l'Inter per questioni geopolitiche, laddove il calcio diventa uno strumento di “soft power”, capace di esercitare una notevole influenza che va oltre gli aspetti meramente sportivi.
Gli investimenti della proprietà sono stati ingenti, ma poi il Governo cinese ha deciso una stretta e ha imposto una gestione equilibrata: le spese erano ritenute fuori controllo.
Ma la Beneamata ha la fortuna o ha avuto il merito di ingaggiare il miglior dirigente sportivo italiano: Beppe Marotta, l'acquisto più importante degli ultimi 20 anni.
Marotta è competente e ha una vasta rete di conoscenze. È una sorta di plenipotenziario, il ruolo che Maldini reclamava nel Milan, che agisce con autonomia e indipendenza, rispettando i paletti economici imposti dai cinesi. Opera con lungimiranza e ha sempre la mossa pronta.
Il bilancio va abbellito annualmente attraverso le famose e famigerate “plusvalenze”. Va ceduto un pezzo importante. Quest'anno l'indiziato sembra essere il forte difensore Skriniar. Ma l'abilità del dirigente non si discute, per cui i nerazzurri continuano a essere, in Italia, molto competitivi. E i trofei conquistati negli ultimi tempi lo dimostrano.
E l'interismo come reagisce? In maniera esemplare. I tifosi hanno compreso le difficoltà, hanno piena fiducia in Marotta. Altro che esistenzialismo nerazzurro, ma puro realismo: questo l'ora richiede.