HOCKEY
La coppa funeraria
L'abbattimento della Valascia è in atto e intanto salta fuori un cimelio storico
Pubblicato il 12.07.2022 09:21
di Giorgio Genetelli
Prato verde coltivabile, va bene. Contributo di delocalizzazione, zona valangaria, va bene, va bene. Necessità, passo coi tempi, anche montanari. Retorica, commozione, esibizione. Intanto però la Valascia ha cominciato la sua inumazione, anzi, l’hanno cominciata gli altri per lei, per lei che non era più buona a nulla ormai, come quei vecchi depositati nell’angolo in fondo al corridoio in attesa della morte. Alla quale si chiede scusa, ma è anche un buon momento per parlare della cara estinta o estinguente con un po’ di propaganda, ci vuole, ci vuole. Ci vuole una bella copertina, orazione, ovazione, consolante, condivisa, compassionevole, sguardi luminosi al futuro e umidi al passato, arrossati al presente a causa della polvere d’abbattimento. In versione live si sente poco, i macchinari fanno baccano, è il loro mestiere, uno sporco mestiere ma a qualcuno tocca, va bene, va bene. Nelle foto almeno suona il silenzio, solo muri e musi, cartelli e cartelloni, sorrisi e sospiri.
Poi, toh, ma varda… Una coppa ossidata saltata fuori da qualche anfratto del ridotto alpino della Valascia. Non che abbondino le coppe, chissà perché questa è stata riposta per decenni nel sarcofago? Il Presidente la esibisce e la alza, a tutta pagina. Ma poi non si spiega nei servizi a reti unificate, forse perché non c’è spazio tra le varie ed eventuali, delocalizzazione, iocero, spiritoimmortale, eccetera, va bene, eccetera.
Ma poi io, che non sono mai veramente convinto di niente, la guardo da vicino questa coppa riesumata. Ecco: è un’urna. Per le ceneri della Valascia, I suppose, come si dice vicino al Gotthard. Allora cantiamo. Va bene.