Mattia Croci Torti, come sappiamo, non è personaggio che nasconde il
proprio umore. Al di là delle parole, ieri, era anche il linguaggio del corpo a
rivelarne delusione ma, soprattutto, disappunto. Intendiamoci: quella col Sion
non è una sconfitta che fa male, con 35 partite ancora da disputare. Però,
sicuramente, non possiamo che condividere le parole di Paolo Tramezzani, a fine
partita: “Date le condizioni ambientali, e la non ancora perfetta condizione
fisica di tutti, la sensazione, negli ultimi 20’, era che ogni affondo potesse
dare vita a situazioni da gol.” E, allora, si può essere d’accordo con il
Crus, quando, in sala stampa, ha detto che c’era rammarico, perché sarebbe
potuta finire diversamente.
Con questo, il Sion non ha rubato nulla, sia chiaro: i vallesani hanno
chiuso bene gli spazi a un Lugano che pure, nel primo tempo, aveva palleggiato
bene, ma al quale sono mancate soluzioni efficaci nei 16 metri offensivi, anche
grazie alla densità fatta dagli avversari in quella zona di campo. Ridendo con
Numa Lavanchy, a fine partita, gli abbiamo fatto notare che sembrava quasi che
Tramezzani lo avesse minacciato di punizioni se avesse passato la metà campo:
in effetti, l’ex tornante dei bianconeri non ha praticamente mai cercato la
profondità, come era solito fare quando giocava in Ticino. Il giocatore ci ha
detto che, col modulo a 4 in difesa, non avendo nessuno in copertura alle
spalle, diventa più difficile agire sulla fascia in chiave offensiva.
Di sicuro, il Sion ha concesso poco ai dirimpettai che, quando hanno
provato a concludere, magari da fuori, o hanno trovato un attento Lindner o
hanno mandato la sfera lontano dalla porta avversaria. Il portiere, appunto:
quello biancorosso ha fatto interventi decisivi (su Mai nella ripresa, che
aveva colpito di testa da distanza ravvicinata, ma non solo), mentre Saipi,
ieri, è apparso impacciato e insicuro, soprattutto nelle uscite, al netto di
una retroguardia che, come lo scorso anno, ha sofferto ancora moltissimo le
palle ferme. Tutte e tre le reti subite sono arrivate, infatti, da queste
situazioni. E allora sì, aveva ragione il Crus.
Sempre Tramezzani ha ricordato giustamente che le partite non le prepari
sugli errori avversari, i quali sono una delle tante variabili dell’incontro.
Però, sicuramente, è un dato di fatto che gli episodi abbiano inciso
pesantemente sull’esito della partita: dall’autorete a fine primo tempo (senza
lo sfortunato tocco di Daprelà il pallone sarebbe andato sul fondo),
all’espulsione dello stesso ex giocatore del Carpi sul quale, forse, esiste un
pregiudizio negativo dopo i fatti di San Gallo di qualche anno fa, e proprio
nel miglior momento dei sottocenerini, quando Croci Torti stava buttando nella
contesa Bottani, l’elemento in grado, con il suo gioco, di creare quella
varietà di soluzioni in avanti che sarebbe servita in quel momento. Rimasti in
10, e senza un centrale di difesa, i bianconeri non hanno neppure fatto in
tempo a riorganizzare la retroguardia: e, dalla punizione conseguita al fallo
da cartellino rosso del numero 30, è arrivato il raddoppio dei biancorossi, sul
quale però l’estremo difensore bianconero non è esente da colpe.
Ogni tanto ci piace ricordare le parole di Fabio Celestini: il calcio dà,
il calcio toglie. Questa volta ha sicuramente tolto; e c’è da sperare che
restituisca, magari già da domenica prossima, a Zurigo. Però, ricordava
sempre il tecnico losannese, il calcio dà quando lavori. E qua, di lavoro ce
n’è ancora da fare parecchio: ma lo sa il Crus, e lo sa la società. Quindi,
serve fiducia da parte dell’ambiente; per quanto riguarda il lavoro, sappiamo
che il Crus e Da Silva non si sono mai tirati indietro. Al netto degli
infortunati, che torneranno in campo chi prima chi dopo, dietro mancano dei
centimetri e del peso da affiancare al nuovo arrivato Mai, il quale è apparso
leggermente migliorato rispetto all’amichevole con l’Inter, ma ancora (e ci
sta) in deficit soprattutto di velocità (il fallo che ha dato origine al primo
gol ne è stato l’esempio).
Quello di questo periodo, come ricordava il tecnico venerdì in conferenza
stampa, è un calcio dove le fisionomie delle squadre non sono ancora del tutto
definite, e ieri c’è stata la conferma di quelle parole: speriamo, quindi, che
gli episodi girino in un altro modo, già da domenica prossima.