CALCIO
Poteva finire diversamente...
I bianconeri pagano le palle ferme, la rosa corta e un pizzico di... sfortuna
Pubblicato il 18.07.2022 09:11
di Silvano Pulga
Mattia Croci Torti, come sappiamo, non è personaggio che nasconde il proprio umore. Al di là delle parole, ieri, era anche il linguaggio del corpo a rivelarne delusione ma, soprattutto, disappunto. Intendiamoci: quella col Sion non è una sconfitta che fa male, con 35 partite ancora da disputare. Però, sicuramente, non possiamo che condividere le parole di Paolo Tramezzani, a fine partita: “Date le condizioni ambientali, e la non ancora perfetta condizione fisica di tutti, la sensazione, negli ultimi 20’, era che ogni affondo potesse dare vita a situazioni da gol.” E, allora, si può essere d’accordo con il Crus, quando, in sala stampa, ha detto che c’era rammarico, perché sarebbe potuta finire diversamente.
Con questo, il Sion non ha rubato nulla, sia chiaro: i vallesani hanno chiuso bene gli spazi a un Lugano che pure, nel primo tempo, aveva palleggiato bene, ma al quale sono mancate soluzioni efficaci nei 16 metri offensivi, anche grazie alla densità fatta dagli avversari in quella zona di campo. Ridendo con Numa Lavanchy, a fine partita, gli abbiamo fatto notare che sembrava quasi che Tramezzani lo avesse minacciato di punizioni se avesse passato la metà campo: in effetti, l’ex tornante dei bianconeri non ha praticamente mai cercato la profondità, come era solito fare quando giocava in Ticino. Il giocatore ci ha detto che, col modulo a 4 in difesa, non avendo nessuno in copertura alle spalle, diventa più difficile agire sulla fascia in chiave offensiva.
Di sicuro, il Sion ha concesso poco ai dirimpettai che, quando hanno provato a concludere, magari da fuori, o hanno trovato un attento Lindner o hanno mandato la sfera lontano dalla porta avversaria. Il portiere, appunto: quello biancorosso ha fatto interventi decisivi (su Mai nella ripresa, che aveva colpito di testa da distanza ravvicinata, ma non solo), mentre Saipi, ieri, è apparso impacciato e insicuro, soprattutto nelle uscite, al netto di una retroguardia che, come lo scorso anno, ha sofferto ancora moltissimo le palle ferme. Tutte e tre le reti subite sono arrivate, infatti, da queste situazioni. E allora sì, aveva ragione il Crus.
Sempre Tramezzani ha ricordato giustamente che le partite non le prepari sugli errori avversari, i quali sono una delle tante variabili dell’incontro. Però, sicuramente, è un dato di fatto che gli episodi abbiano inciso pesantemente sull’esito della partita: dall’autorete a fine primo tempo (senza lo sfortunato tocco di Daprelà il pallone sarebbe andato sul fondo), all’espulsione dello stesso ex giocatore del Carpi sul quale, forse, esiste un pregiudizio negativo dopo i fatti di San Gallo di qualche anno fa, e proprio nel miglior momento dei sottocenerini, quando Croci Torti stava buttando nella contesa Bottani, l’elemento in grado, con il suo gioco, di creare quella varietà di soluzioni in avanti che sarebbe servita in quel momento. Rimasti in 10, e senza un centrale di difesa, i bianconeri non hanno neppure fatto in tempo a riorganizzare la retroguardia: e, dalla punizione conseguita al fallo da cartellino rosso del numero 30, è arrivato il raddoppio dei biancorossi, sul quale però l’estremo difensore bianconero non è esente da colpe.
Ogni tanto ci piace ricordare le parole di Fabio Celestini: il calcio dà, il calcio toglie. Questa volta ha sicuramente tolto; e c’è da sperare che restituisca, magari già da domenica prossima, a Zurigo.  Però, ricordava sempre il tecnico losannese, il calcio dà quando lavori. E qua, di lavoro ce n’è ancora da fare parecchio: ma lo sa il Crus, e lo sa la società. Quindi, serve fiducia da parte dell’ambiente; per quanto riguarda il lavoro, sappiamo che il Crus e Da Silva non si sono mai tirati indietro. Al netto degli infortunati, che torneranno in campo chi prima chi dopo, dietro mancano dei centimetri e del peso da affiancare al nuovo arrivato Mai, il quale è apparso leggermente migliorato rispetto all’amichevole con l’Inter, ma ancora (e ci sta) in deficit soprattutto di velocità (il fallo che ha dato origine al primo gol ne è stato l’esempio).
Quello di questo periodo, come ricordava il tecnico venerdì in conferenza stampa, è un calcio dove le fisionomie delle squadre non sono ancora del tutto definite, e ieri c’è stata la conferma di quelle parole: speriamo, quindi, che gli episodi girino in un altro modo, già da domenica prossima.