CICLISMO
Due giovani sposi
Il tour è anche questo, due grandi ciclisti che si danno la mano: mentre sulle nostre strade...
Pubblicato il 22.07.2022 08:30
di Giorgio Genetelli
Sono più scorretti e pericolosi i ciclisti che sfrecciano nella strada del paese che è anche pista ciclabile. Loro non si danno la mano, non salutano e giungono alle spalle del pedone in piena velocità e senza un drin. Loro che dagli stradoni maledetti e luoghi di contumelie con gli automobilisti sono passati a percorsi personali. E allora che fanno? Prendono una bici elettrica, magari dopo che sono passati quarant’anni dalla loro infanzia a due ruote e in mezzo solo motori, e vanno pericolanti verso il destino, tentando di travolgere i pedoni, che sono poi ai piedi della scala evolutiva. Spesso filano sui marciapiedi o a slalom tra le aiuole delle città. Vanno imperterriti anche sulle salite più impervie, con l’energia artificiale a sopperire quella naturale, la loro, decadente. Oppure svoltano per una pasticceria rinomata, di colpo, attratti da cannoli e sachertorte, spaventando la massaia con la spesa discount.
Sono più scorretti e pericolosi di Vingegaard e Pogacar, sono molto meno abili e disattenti al mondo intorno. Jonas e Tadej sfidano l’inevitabile retorica del giorno dopo dandosi la mano sul filo del pericolo, come due giovani sposi alla loro festa di matrimonio che è il Tour de France, alla quale siamo tutti invitati, trepidanti, spaventati e poi felici. E peccato che a Hautacam la fuga per la vittoria sia ormai finita, mentre in paese continueranno a manifestarsi spettri muti e atomici.