CALCIO
"A Sion mi hanno messo in un angolo"
Matteo Tosetti parla delle sua esperienza in Vallese e apre il vaso di Pandora
Pubblicato il 30.07.2022 10:54
di Enrico Lafranchi
Dopo il tormentato purgatorio vissuto nel campionato giocato con il Sion Matteo Tosetti è felice di avere ricominciato a sentire l’atmosfera della ‘vera’ partita. Quella sana! Paolo Tramezzani lo aveva messo da parte, non lo ha nemmeno più convocato. E dire che i vallesani in primavera hanno fatto naufragio un po’ in tutti i reparti e su tutti fronti perdendo partite a grappoli. A cominciare dalla figuraccia con lo Zurigo (5-1), per non dire delle sconfitte casalinghe subìte da San Gallo (0-3), YB (1-2), Lucerna (1-3). Dagli scarsi risultati conseguiti risulta evidente la pochezza di difesa e attacco, non peggiori solo a quelli del Losanna. Strano, molto strano spedire in tribuna (neanche più in un angolo della panchina!) un giocatore che con il gol ha sempre avuto una certa dimestichezza (Matteo ci è andato vicinissimo anche nelle prime due uscite in granata) e che per il suo impegno è sempre entrato nella stima dei suoi allenatori (ci limitiamo a citare Livio Bordoli con cui ha lavorato sia a Locarno che a Lugano). Ma che, a giudicare dal limitatissimo minutaggio, non è stato per niente apprezzato da Tramezzani che anzi, senza un minimo di psicologia, non lo ha schierato titolare nemmeno a Cornaredo concedendogli soltanto 13 minuti (ridicolo!), due in più della partita con il San Gallo (11). Gli altri 7’ al Letzigrund dove la sua squadra è stata affossata a suon di reti dal FCZ. Ma non è finita qui: zero minuti in altre sette partite (abbiamo tenuto in considerazione le ultime 10). E dire che il Sion ha evitato per un pelo di giocarsi la permanenza in Super League attraverso gli spareggi. Diamo atto al losonese di avere accettato questa mortificante situazione, per molti inspiegabile (era arrivato al Tourbillon forte delle credenziali di Marc Schneider, mister del Thun, malauguratamente retrocesso nonostante un gran finale di stagione grazie anche ai gol di Simone Rapp) senza polemizzare, senza dichiarazioni trasversali, senza parole inutili. Chapeau! Deplorevole per contro lo stile usato nei suoi confronti dal tecnico italiano (o dai due Constantin?), decantato come un gentleman. Ma in fondo questa “storiaccia” non deve sorprendere più di tanto. Basti vedere come è stato trattato il portiere titolare (e capitano!) Fickentscher, autentico uomo-salva-risultati di più partite (a un certo momento in predicato di giocare col Bellinzona), costretto quest’anno a fare le veci di Lindner che in due sole gare ha incassato 5 reti. Il tempo per fortuna anche nelle cose brutte cambia in fretta. Non sappiamo quali speranze abbia coltivato Tosetti in questi ultimi mesi, che altalena di dubbi abbia affrontato ma ce li possiamo immaginare. Di sicuro ha aspettato il momento giusto per cogliere l’occasione che forse in cuor suo sognava da un po’: rientrare in Ticino con la famiglia e trovare una squadra che gli desse la possibilità di riscattarsi. E anche di giocare! Si è tuffato nella sua nuova avventura granata con uno spirito carico di entusiasmo, cosa che è piaciuta molto a mister Sesa (che lo aveva allenato a Wohlen!) e al suo entourage. Matteo dimostra di avere un carattere forte e ancora tanta voglia di vincere. Una scommessa per il Bellinzona, una sfida per il giocatore!
Matteo, parliamoci chiaro. Alcuni critici, magari un tantino ossessivi, dicono che finora non sei ancora riuscito a dare il massimo con la maglia granata: è un ‘giudizio’ equo o precipitoso?
“Da una parte è vero, arrivo da un’annata difficile, per problemi riguardanti le trattative con il Bellinzona ho saltato gran parte della preparazione. Non mi sono insomma presentato nelle migliori condizioni, ritengo comunque di avere fatto delle buone partite. Però mi rendo conto che posso dare molto di più. È solo questione di tempo”.
Ci sei comunque:
“Certamente, ho ritrovato la fiducia che mi era venuta a mancare a Sion. Sono contento di essere qui, ho giocato subito 90 minuti. Non chiedevo di meglio! Sto crescendo settimana dopo settimana, ho ancora bisogno di trovare il ritmo che avevo perso nella passata stagione: è la prima volta che mi capitava di giocare così poco”.
Quelli del Tourbillon ti hanno trattato male?
“Non è questione di essere stato trattato male, non c’è stata da parte loro trasparenza. Potevano benissimo dirmi le cose in faccia senza lasciarmi lì in un angolo. Non è che mi piango addosso, non sono l’unico caso (vedi Fickentscher, ndr). Avendo famiglia, essendoci di mezzo anche condizioni puramente logistiche (trasloco dal Vallese in Ticino, ndr), sapendo le cose prima mi avrebbe aiutato a prepararmi al top per questa stagione. Vabbè, adesso cerco di recuperare completamente la forma fisica (già da considerare buona, ndr) e di risultare decisivo per il Bellinzona. Gli obiettivi della società sono una concreta motivazione, aumentano i miei stimoli”.
A Giubiasco come ti trovi?
“Ho spacchettato tutte le cose (ride, ndr), la famiglia si è riambientata benissimo. Ho tutte le carte in regola per disputare una grande stagione”.
Ti aspettavi un avvio così pimpante?
“Il calendario era abbastanza tosto, soprattutto per quel che riguarda le prime due partite. Contro il Losanna, candidato numero uno alla promozione, abbiamo tenuto molto bene il campo. A Thun abbiamo faticato un po’ nel primo tempo ma le grossissime occasioni le abbiamo avute noi nella seconda parte della partita. Dobbiamo continuare con questo atteggiamento, l’obiettivo è di vincerle tutte, vogliamo fare un campionato di alto livello!”.
Ti hanno impressionato di più i vodesi o i bernesi?
“Sinceramente conoscevo già bene entrambi gli avversari, il Thun è rimasto con gran parte della rosa di quando giocavo io. Sono molto affiatati, lavorano insieme da anni, giocano sul sintetico: per noi è stata una partita complicata. Quanto al Losanna si è visto come ha travolto lo Sciaffusa: il campionato di Challenge è equilibratissimo, bisogna prendere partita per partita stando sempre concentrati. Sabato ce la vediamo con lo Stade Losanna, avversario tutt’altro che facile”.
Difatti anche loro non nascondono ambizioni di promozione:
“Penso che un po’ tutte le squadre vogliano imboccare questa strada visto che ci sono due promozioni dirette e che una terza sarà creata dallo spareggio. Un’occasione ghiottissima, anche se non tutte ci tengono a dichiarare i loro obiettivi…”.
(Matteo Tosetti, nella foto Zocchetti)