Il Bellinzona ha subìto una battuta d’arresto, sia per il
risultato che per la prestazione. Perso Cortelezzi (3 gol in due partite e
mezzo) la squadra davanti non si è più vista. A cambiare volto alla gara,
iniziata comunque bene (granata in tenuta completamente celeste come a Thun), è
stata la sostituzione di Maroufi con Giovani Bamba (assist per l’1-1 di Ajdini
e gol dell’1-2 al 45’ che ha messo sulle ginocchia la squadra di Sesa). Nessuna
reazione nel secondo tempo, anzi calo netto e doppietta di Oku. Da Silva –
portiere dello SLO – è rimasto inoperoso sino al 94’. Ne è venuta fuori una gara pirotecnica (a suon
di gol) per gli uni, e una prestazione impalpabile per gli altri. Il Bellinzona
non è riuscito a fare gioco a centrocampo, preso nettamente in mano dai vodesi.
Mister, possiamo parlare di sconfitta annunciata?
“Ho sempre detto che ogni partita è una battaglia. Chi
sbaglia meno alla fine vince. Oggi abbiamo sbagliato qualcosa in più, loro
hanno fatto anche due bei gol con tiri da fuori area. Ci sta, sinceramente
detto hanno meritato di vincere. C’è ancora da lavorare, sicuramente avremo
ancora bisogno di qualche rinforzo, anche numericamente (Sesa lo sta dicendo da
settimane, la panchina piange – anche di qualità - idem il campo visto che
uscito Cortelezzi è calata la notte, ndr)”.
Che cos’altro le fa dire questa battuta d’arresto?
“Dobbiamo andare avanti con la consapevolezza che la
Challenge League è una categoria in cui bisogna lavorare e pedalare perché è un
campionato molto difficile”.
Come spiega l’involuzione di gioco a partita in corso rispetto
ai primi 20-30 minuti?
“In effetti avevamo iniziato bene, siamo andati in vantaggio
meritatamente in quanto già prima avevamo avuto dalla nostra un’occasione per
sbloccare il risultato. È successo che loro hanno cominciato a giocare, ci
hanno fatto due gol da fuori area che non siamo stati molto bravi a difendere. Avremmo
anche potuto sfruttare meglio un paio o tre di ripartenze, ma è andata così. Ora
si tratta di rimettersi in moto, lavorando, lavorando, lavorando. La prossima
sarà con il Vaduz, un’altra partita difficilissima. Ma questo è il
campionato!”.
Quattro reti, sicuramente qualcuna di troppo:
“Quattro sono effettivamente tante, ma alla fine hanno meritato
loro. Noi qualcosa l’abbiamo sbagliato”.
A centrocampo?
"Direi, meglio, che abbiamo sofferto la loro fisicità, la
loro velocità. Questo Stade è una squadra agile, dinamica, in grado di
velocizzare il gioco. Lo sapevamo, ripeto, dobbiamo migliorare”.
È una sconfitta che ridimensiona il Bellinzona?
(Esita un attimo) “Ma no, non userei questo termine… Non ci
siamo esaltati con il Losanna, non mi sembra adesso il caso di sminuire il
valore e la qualità della squadra. Accettiamo il verdetto del campo e, per
favore, non facciamone un dramma”.
Ha ragione David Sesa. Gli uomini sono contati (ha potuto
effettuare 3 cambi contro i 5 dei vodesi), qualche giocatore delude (al momento)
le attese riposte in lui (su tutti Pollero), qualcun altro (Tosetti) è a corto
di preparazione. Poi c’è chi è irriconoscibile rispetto all’anno scorso (Samba),
chi ha fallito il debutto da titolare (Ribeiro) e, ancora, chi non dà più l’apporto
auspicato (Souza). Per non dire dell’inconsistenza del centrocampo (dove
Centinaro viene spremuto come un limone), privo di un regista. E della mancanza
di un difensore che non si deconcentri un attimo, insomma di un mattatore alla
Marko Basic tanto per intenderci. Una ‘radiografia’ eccessivamente severa? È
possibile, ma da un Bellinzona che Pablo Bentancur vuole protagonista anche in
Challenge League non si può pretendere la luna. Né dai giocatori, né
dall’allenatore!