Settimana agitata nell’ hockey svizzero: prime conferme per la
prossima stagione, regole sugli stranieri, riforme e pacchetti sulla gestione
della Lega e dei campionati giovanili. La pandemia concede il tempo di
riflettere sulla gestione dello sport sia professionistico che amatoriale.
Vorrei mettere in risalto il concetto di amministrazione dello
sport, poiché esso è collegato alla gestione di stati d’animo sia positivi che
negativi e non primordialmente al lucro derivato dallo stesso.
Per il ragazzino (o adolescente) lo sport è collegato alla
gioia del movimento e al contatto sociale, mentre per il genitore dovrebbe
essere un pilastro per l’educazione; per lo sportivo professionista la propria attività è collegata al primordiale
bisogno di sostentamento dopo anni d’investimento nella propria formazione.
I dirigenti sportivi dovrebbero essere impregnati di questi
principi decubertiani nella presa di decisioni inerenti all’organizzazione
di attività.
Il lavoro dei Direttori Sportivi hockeystici in questo periodo
della stagione, e particolarmente quest’anno, è sempre intenso ed erto di difficoltà d’ogni
tipo: relazionale con i propri e altrui giocatori o allenatori, o dal punto di
vista della gestione finanziaria con i propri dirigenti.
Tra questi Hnat Domenichelli, che cercando di sondare le
varie possibilità del ”mercato”, ha contattato Mc Sorley. Una notizia che non mette a suo agio l'attuale allenatore Pelletier. Fortunatamente le ultime prestazioni della squadra e la risposta dei giocatori sono sicuramente un appoggio morale per il coach canadese, che potrà affrontare più serenamente la situazione.
In Valle il lavoro non manca e a tal proposito mi
son chiesto come mai Patrick Petrini giocasse a Langnau: giro la domanda a
Paolo Duca.
Altro tema interessante proposto dalla Lega
concerne l’aumento del numero degli stranieri e le relative conseguenze che si
presenteranno.
L’aumento degli “stranieri” è un problema relativo, poiché considerando gli
assimilati, cioè giocatori di nazionalità straniera ma cresciuti
hockeysticamente (almeno cinque anni in Svizzera) già da un qualche anno è
assestato su questi numeri, cioè sette elementi. La presenza di ,atleti con
questo statuto è primordiale sia a livello di prima squadra che di settore
giovanile.
Tra gli assimilati cresciuti nei vari settori giovanili abbiamo due categorie:
- I giovani confinanti che
hanno un enorme piacere nella pratica del loro sport preferito, investono tempo
e denaro delle loro famiglie e dopo un inizio nelle società locali con coraggio
e dedizione, appena possono compiono il grande salto in Svizzera.
Morini e Goi ne sono un bell'esempio, ma tanti altri ne hanno seguito le orme.
- L’altra categoria sono gli adolescenti
che partono da casa in giovanissima età lasciando la famiglia per cercare gloria con l'hockey. Il trasferimento può avvenire
o per decisione del giocatore o su richiesta dei club.
Precursore in questo senso è
stato l’ex sindaco di Personico Ambrogio Bontadelli, che in qualità di presidente
della sezione giovanile dell’Ambrì, fece arrivare in valle, negli anni Novanta,
Oleg Sirisa e Vitaly Lakmatov che giocarono stabilmente anche in prima squadra
non pesando sul contingente stranieri e prendendo addirittura la nazionalità
svizzera.
Elvis Merzlikins è l’esempio
più lampante di sviluppo d’un talento che permise agli Élite del Lugano, con
altri assimilati e con il gruppo dei giocator nati negli anni 1994/95, d’arrivare
fino alla finale.
Come si può ben intuire dietro
a questi vissuti c’è vita e vi sono emozioni forti che non possono lasciare
indifferenti; bisogna aver rispetto di ciò che
questi ragazzi hanno fatto per il nostro hockey.