Grandi
cambiamenti nell’AC Taverne. Nei ranghi della squadra di Damiano Meroni al
rientro in Prima Lega si è verificata una vera e propria rivoluzione. Sono arrivati ben 15
giocatori: Borioli, Carpentieri, Cocimano, Di Benedetto, Durini, El Idrissi,
Kantor, Luongo, Muadianvita, Novaresi, Perin, Rezzonico, Seferaj, Tchaoule,
Vitulli. Si potrebbe pensare che questo ‘sbarco’ nel Vedeggio complichi la vita
all’allenatore nell’allestire la formazione da mandare in campo. Ma non è
esattamente così. La rosa è stata anche sfoltita di parecchie unità. Sono infatti
13 le partenze: Agostini, Berisha, Cecchino, Cosmai, Felici, Gandola, Iaconis,
Inguimbert, Mele (!), Natiello, Ndaw, Seitaj, Tamagni.
Così il mister: “Abbiamo cambiato tantissimo, vuoi per scelte, vuoi per vincoli della categoria. Siamo diventati una rosa molto giovane, con una media di 22.3 anni”. Riteniamo giusta la politica della neopromossa, in Seconda Elite (dove altrimenti, viste le ambizioni dei tre nostri club che vanno per la maggiore?) devono trovare spazio ragazzi che hanno sì avuto esperienze in altre categorie, ma certamente non in Super League o Challenge (a prescindere da qualche eccezione, chiaro). È un discorso, questo, che andrebbe approfondito visto che si ‘chiacchiera’ in questi giorni su talune ‘operazioni’ di mercato. Ognuno naturalmente ha la facoltà di tirare l’acqua al proprio mulino, ci mancherebbe. La politica del Taverne è comunque apprezzabile. Carlo Burà in giugno ci aveva detto: “Vogliamo allestire una squadra giovane che vada a 110 all’ora. Abbiamo dei limiti a livello finanziario, oltre non vado!”.
Sagge parole di un presidente che non ci sta a riciclare giocatori in fin di carriera. Burà ha anche la fortuna, da lui stesso condivisa (“In tanti anni non ho mai avuto un allenatore così in gamba come Damiano”) di avere trovato l’uomo giusto da mettere in panchina: “Meroni lavora con umiltà, in sintonia con il suo carattere. Crede in se stesso e nei ragazzi. Insieme formano un gruppo straordinario”.
Il presidente è consapevole che il Taverne non può competere con le squadre più attrezzate (dal Tuggen al Lugano II), ma di una cosa è certo: “Giocheremo ogni partita con il cuore facendo valere il nostro eccezionale spirito di gruppo”. L’obiettivo è di mantenere, dopo una rincorsa durata anni, il posto in Prima Lega. La preparazione è andata per il meglio, sono state disputate 6 amichevoli, la società ha anche organizzato un Torneo cui hanno partecipato, oltre alla squadra di casa, Lugano II, Gambarogno e Locarno.
Così il mister: “Abbiamo cambiato tantissimo, vuoi per scelte, vuoi per vincoli della categoria. Siamo diventati una rosa molto giovane, con una media di 22.3 anni”. Riteniamo giusta la politica della neopromossa, in Seconda Elite (dove altrimenti, viste le ambizioni dei tre nostri club che vanno per la maggiore?) devono trovare spazio ragazzi che hanno sì avuto esperienze in altre categorie, ma certamente non in Super League o Challenge (a prescindere da qualche eccezione, chiaro). È un discorso, questo, che andrebbe approfondito visto che si ‘chiacchiera’ in questi giorni su talune ‘operazioni’ di mercato. Ognuno naturalmente ha la facoltà di tirare l’acqua al proprio mulino, ci mancherebbe. La politica del Taverne è comunque apprezzabile. Carlo Burà in giugno ci aveva detto: “Vogliamo allestire una squadra giovane che vada a 110 all’ora. Abbiamo dei limiti a livello finanziario, oltre non vado!”.
Sagge parole di un presidente che non ci sta a riciclare giocatori in fin di carriera. Burà ha anche la fortuna, da lui stesso condivisa (“In tanti anni non ho mai avuto un allenatore così in gamba come Damiano”) di avere trovato l’uomo giusto da mettere in panchina: “Meroni lavora con umiltà, in sintonia con il suo carattere. Crede in se stesso e nei ragazzi. Insieme formano un gruppo straordinario”.
Il presidente è consapevole che il Taverne non può competere con le squadre più attrezzate (dal Tuggen al Lugano II), ma di una cosa è certo: “Giocheremo ogni partita con il cuore facendo valere il nostro eccezionale spirito di gruppo”. L’obiettivo è di mantenere, dopo una rincorsa durata anni, il posto in Prima Lega. La preparazione è andata per il meglio, sono state disputate 6 amichevoli, la società ha anche organizzato un Torneo cui hanno partecipato, oltre alla squadra di casa, Lugano II, Gambarogno e Locarno.
Mister,
si è visto del buon calcio, nonostante l’afa?
“Direi di
sì, quello dello scorso weekend si è rivelato un pomeriggio interessante dove
tutte le squadre hanno potuto confrontarsi ‘verificando' quali potrebbero
essere i propri obiettivi. Ne sono venute fuori delle sensazioni molto positive
in un ambiente veramente stimolante. A seguire il Quadrangolare c’era veramente
una bella cornice di pubblico, stimolante per tutti gli attori in campo”.
Parliamo
del Taverne edizione 2022-23. È meraviglioso essere giovani, no?
“Non si
potrebbe dire altrimenti (ride), tanta buona gioventù per logica (vedi
dichiarazioni di Carlo Burà, ndr). Entusiasmo e voglia non dovrebbero mancare. Se
non fosse così la scelta di avere una
chance in una categoria del genere verrebbe a cadere per molti di loro ancora
prima di iniziare”.
C’è chi
ha sempre detto che con i (soli) giovani non si va (mai) lontano. È anche lei
su questa lunghezza d’onda?
“È chiaro
che con la sola gioventù è impensabile affrontare un campionato impegnativo come
la Prima Lega. Chi si occupa di formare la squadra sa che non si potrà
prescindere da almeno 2-3 giocatori che portino esperienza e che siano da
subito pronti a indicare la via ai meno navigati”.
Cambiare
look ci può stare, ma non avete esagerato un tantino?
“Dopo tre
anni trascorsi assieme certe dinamiche comportamentali e relazioni erano
automatiche. Bastavano uno sguardo, un cenno per farci capire… Ora si riparte
cercando di costruire un nuovo gruppo: le generazioni cambiano, si integrano e
si completano. Cercheremo di ‘perfezionarci’ allenamento dopo allenamento,
partita dopo partita come gruppo e come squadra”.
Avete
perso il vostro uomo-gol, una partenza inevitabile quella di Mele?
“È stata una
scelta del giocatore. Chiaro che un bomber da oltre 20 reti a stagione farebbe
comodo a tutti. Anche in una categoria superiore. Per Daniel sarebbe stata una
bella sfida misurarsi con altri, peccato. Noi lo possiamo solo ringraziare per
quanto ha fatto. Ormai fa parte anche lui del passato del Taverne. Gli auguriamo
buona fortuna!”.
Obiettivo
salvezza o qualcosa di più?
“Mantenere
il posto in Prima Lega per il Taverne è importante”.
Il debutto
in campionato è previsto sabato a Kreuzlingen, la prima partita casalinga sarà
con l’Uzwil. I turgoviesi sono pure loro freschi di promozione in Prima Lega.