HOCKEY
Il McSorley pensiero di fronte alla sfida del ghiaccio
Ieri il coach dell'HC Lugano ha ospitato i giornalisti alla Corner Arena
Pubblicato il 05.08.2022 09:05
di Red.
“Meglio un cattivo sistema di gioco applicato bene, che un fantastico sistema applicato male”.
È questa la massima di questo inizio stagione di McSorley, che ieri alla Corner Arena ha ospitato i giornalisti in una giornata spensierata da “porte aperte”.
Una cosa che ormai va di moda: gli allenatori che vogliono mostrare ai giornalisti il loro lavoro, disposti a violare la sacralità dello spogliatoio e di tutti i suoi segreti. E spiegar loro l’hockey, con tanto di discorsi che, volenti e nolenti, sono sempre gli stessi.
Perché l’hockey, come dice lo stesso MCS, in fondo è uno sport facile e lineare. Nord-sud, come lo chiama lui.
Al di là delle parole e delle massime, questo dev’essere l’anno di McSorley. Certo, dev’essere prima di tutto l’anno del Lugano, ma i riflettori sono tutti sul tecnico canadese.
Inutile nasconderlo: la scorsa stagione McSorley ha deluso. Sia per il poco gioco espresso dalla sua squadra, sia per quella personalità che non è mai riuscito veramente a tirar fuori.
Era il primo anno da allenatore, senza avere altre competenze nel club. Forse ha sofferto di queste limitazioni. Potrebbe essere.
Quest’anno però non ci sono più scuse: McSorley deve dare la sua impronta a questa squadra. Il mercato è stato buono, anzi molto buono, e la società ha fatto grandi sforzi per mettergli a disposizione un roster di tutto rispetto. Ora tocca al coach, che ha ancora due anni di contratto, fare la differenza.
Le statistiche, ahinoi, servono a poco: anche nell’hockey, che invece le tratta come oro colato.
“Siamo stati i primi per volumi di tiri” e poi, saggiamente aggiunge: “Se non segni però serve a poco”.
Ecco, il Lugano della scorsa stagione è mancato in concretezza: impensabile se si pensa che in panchina c’era chi veniva (viene?) considerato il re della concretezza.
McSorley è un vecchio marpione e piace alla stampa, a cui regala spesso delle perle. Sa come fare, come rispondere ai giornalisti ed evitare la critica feroce. “Indosso un bel sorriso e vengo a parlare con la stampa”. Semplice. Furbo. In fondo giusto così.
Perché come dice lui, c’è sempre un domani. Domani però bisognerà cercare di fare meglio di ieri.
Il “bonus” ormai è scaduto.
(Foto Putzu)