Un
cronista che abbia vissuto una quindicina di campionati del mondo di
sci – oltre a quattro Giochi Olimpici – è in grado di
raccontarvi un po’ la storia di questi Mondiali, inaugurati
domenica a Cortina d’Ampezzo. Si tratta della loro 46. edizione
anche se, attenzione, non si sono sempre disputati come tali sulle
piste di sci.
Ma
andiamo con ordine. Dal termine della seconda guerra mondiale e fino
ai Giochi Olimpici di Lake Placid del 1980 compresi, i Mondiali si
disputavano ogni quattro anni negli anni pari tra i due Giochi. Ai
Giochi, però, le gare di discesa, slalom e gigante distribuivano
anche medaglie “mondiali”. C’è di più: grazie a una
classifica delle tre discipline sulla base di complicati calcoli di
punti FIS, venivano aggiudicate anche medaglie di combinata.
Gli
ultimi campionati prima di Lake Placid furono quelli del 1978 a
Garmisch (Germania) dove la ventenne airolese Doris de Agostini vinse
il bronzo in discesa. Arriviamo all’82 coi Mondiali di Schladming
(Austria), dunque i primi del nuovo corso liberatosi dalle Olimpiadi.
Dopo Schladming i campionati si svolgono a Bormio (1985) e da qui
avanti sino ai giorni nostri sempre in calendario negli anni dispari.
Il raddoppio dell’appuntamento risponde da una parte alle crescenti
richieste delle stazioni, ma anche a maggior introiti – leggi:
raddoppio - per la federsci
internazionale FIS.
Torniamo
a Schladming dove la reginetta si chiama Erika Hess, svizzera di
Grafenort nel Nidwaldo, che vince le discipline tecniche e la nuova
combinata dopo che, due anni prima, a Lake Placid, terza nello
slalom, aveva già ottenuto la sua prima medaglia. Il francese Michel
Vion, che oggi si candida come nuovo presidente della FIS, si impone
nella prima combinata “mondiale”; il suo antagonista per questa
presidenza, guarda un po’, è un altro campione del mondo, il
presidente della federsci elvetica Urs Lehmann (discesa, Morioka,
1993).
I
campionati passano dunque da Schladming a Bormio dove nell’85
Michela Figini (Prato Leventina) ottiene il titolo in discesa quando
tra i maschi si impone Pirmin Zurbriggen due settimane dopo un
intervento in artroscopia al ginocchio. Un giorno arriverà anche il
super-G ai Mondiali, a Crans-Montana nell’87, quando a vincerlo è
un certo… Pirmin Zurbriggen.
Se è
vero che “quei” campionati di Crans Montana furono coronati da
otto medaglie d’oro svizzere (su dieci) e da due settimane di sole
splendente, i Mondiali
hanno vissuto anche… qualche bizza del maltempo, non solo nelle
scorse ore a Cortina col rinvio della combinata femminile. A Morioka
nel ‘93 (Giappone) non ci fu nessuna delle dieci gare che si fosse
disputata il giorno e all’ora prevista. A Chione - un personaggio
della mitologia greca e corrispondente alla divinità della neve –
venne impedito l’accesso al Mount Takakura: neve, vento, pioggia,
rinvii e via dicendo. Il super-G maschile addirittura non poté
neanche venir disputato.
A
proposito di non venir disputato; due anni dopo – nel ’95 – a
Sierra Nevada in Spagna non si corse del tutto. Proprio sulle
montagne dell’Andalusia, che vengono ricoperte annualmente da metri
di neve, in quella stagione non ne cadde neanche un centimetro. Molti
rappresentanti delle squadre e… della stampa si trovavano già sul
posto quando la FIS, tre giorni prima della cerimonia
d’inaugurazione, rimandò tutto di un anno.