In Piazza Grande a Locarno una distesa di sedie gialle e
nere in attesa degli amanti del cinema, a Lugano una fila di sedie a sdraio
bianche e nere per i molti appisolati in campo e sulle tribune. Lo sviluppo del
gioco è una specie di slow motion, mentre invece ci vorrebbe l’elettricità di
un Buster Keaton per mettere a soqquadro il guardingo Lucerna. Il Crus sa che
la sua squadra per ora proprio non può, figurarsi per tre partite in otto
giorni. Gambe di legno e un alone di malavoglia, con spruzzate di sfiducia, ed
ecco che la magia del calcio evapora nell’afa. Bastano due anticipi al Lucerna
per apparecchiare il primo gol, prosciutto e melone di stagione. La linea di
difesa a cinque è narcotizzata, il centrocampo balla una specie di malinconico
fado, l’attacco ruota un twist dai passi sbagliati attorno al generoso e
impotente Bottani. Reparti slegati, e tra i reparti giocatori che sembrano
vedersi per la prima volta.
La ripresa comincia bene per una manciata di secondi, poi Celar
sbaglia un rigore e parrebbe una maledizione. Invece il Lugano almeno ci prova,
sempre al ralenti. Ziegler pareggia per conto suo, il Crus si barcamena tra
grinta e nervoso, dimenticando spesso che lui è lì per risolvere problemi, ma
come in Pulp Fiction tutto va a rotoli per un’assurda serie di ritardi sui
quali piomba invece puntuale il lucernese Beloko (nella foto Putzu il momento del gol) e ciao con capriola
incorporata a festeggiare una vittoria a quel punto quasi inaspettata.
Nel dopopartita c’è uno spiegone generale, come se non avessimo
capito il film, sui meriti non riconosciuti al Lugano, che sanno di alibi e che
a occhio fanno più male che bene. C’è una svogliatezza anche nelle parole,
fruste come il gioco proposto. Non ha potuto ridere nessuno, tranne quelli del
Lucerna.
Da dove ripartire? Dal coraggio, dall’altruismo e dalla
fantasia, che nella Super League attuale porterebbero punti al solo nominarli.
Ma non li nomina nessuno, non siamo mica sullo schermo gigante di Locarno e
Buster Keaton è sparito. Magari prendere qualche altro attore, ehm… giocatore.
O alzarsi dalle sdraio.