CALCIO
Lugano, è questo l'anno zero?
Dopo la vittoria in Coppa e i tanti cambi, bisogna avere pazienza: dal mercato però...
Pubblicato il 08.08.2022 08:54
di Silvano Pulga
Agosto: per molti, tempo di vacanze. Da piccoli, quando ci andavamo coi nostri genitori, uno dei ricordi più vividi che abbiamo è quello di nostro padre che divorava la Settimana enigmistica. Rebus, parole crociate e persino i famigerati incroci obbligati, destinati ai solutori più che abili. Noi ci accontentavamo di fare i giochi più semplici: colorare l'immagine contrassegnata dal puntino, oppure unire la sequenza di numeri, per ottenere il disegno. Ecco, ieri, ascoltando il Crus nella conferenza stampa di fine partita, abbiamo avuto la sensazione di fare lo stesso gioco, partendo dalla conferenza stampa d'inizio stagione, per arrivare al dopo partita di Lugano-Lucerna. 
In sintesi, il ciclo del Lugano di Renzetti, innestato dagli acquisti della nuova proprietà, inclusa la scelta di mettere in panchina Mattia Croci Torti, si è chiuso a Basilea lo scorso anno, con i bei risultati che tutti ricordano. Ci è stato detto in tutti i modi, appunto (il puntino contrassegnato dal numero 1). Ma l'ambiente, i tifosi sono rimasti fermi a Berna. Ecco, la Coppa vinta è stata una fine, e non un inizio, come forse qualcuno credeva. La proprietà ha un progetto chiarissimo, e lo ha esposto a luglio. Le parole di Martin Blaser ("Forse le cose sono andate più rapidamente di ciò che credevamo") vanno interpretate nel giusto modo, appunto. La realtà è che l'anno zero del Lugano è questo. Attenzione: non si dice che si è ripartiti da zero, assolutamente no. Tuttavia, a ciclo concluso, si è iniziato qualcosa di nuovo. Come abbiamo scritto più volte, il Crus ha seminato un orto sulla terra nuda. E ieri, mentre tornavamo a casa sotto un temporale piuttosto violento, pensavamo alla necessità, questo orto, di tutelarlo per farlo crescere.  
Va detto, ancora una volta, che mancano dei punti. Al netto delle ingenuità difensive, e degli errori individuali (Ziegler, che pure ha segnato il gol del pareggio, ha purtroppo qualche colpa su entrambi i gol lucernesi, pur avendo fatto una buona partita complessiva), ieri un pareggio sarebbe stato il risultato più giusto. Si era parlato della presunta maggiore freschezza del Lucerna: noi non ce ne siamo accorti, dalla tribuna. Nel primo tempo, a livello di palleggio i ticinesi hanno fatto meglio. I confederati provavano a ripartire, ma gli appoggi per le punte erano quasi sempre sbagliati. E anche nel secondo tempo, non si è vista la presunta superiorità atletica degli ospiti. Cos'è mancato ieri ai bianconeri? Lo ha detto il Crus a fine partita: qualità negli ultimi 25 metri.  
Ecco, questa è la chiave, di questa e di altre recite andate male del Lugano in questo inizio stagione: assenza di qualità. Si tratta ora di capire come fare a risolvere il problema. Il tecnico ha detto che sono emerse diverse criticità in questa estate complicata, e che si sta cercando di porre rimedio: prima erano state le palle ferme, poi alcuni errori di posizionamento dietro (anche ieri, in occasione del secondo gol del Lucerna). Certo, la situazione assenze non aiuta. E qua emerge il problema della rosa corta, che ha già costretto il tecnico di Vacallo a far giocare alcuni giocatori (vedi Durrer) fuori ruolo, e a cambiare sovente le carte, anche nel corso della partita: difesa a 3 e poi a 4 o viceversa, una punta sola o 2 e via discorrendo. Il problema è che in Svizzera il campionato inizia a luglio, quando gli altri stanno invece ancora giocando amichevoli sperimentali. E così gli esperimenti costano 3 punti ogni volta, se non riescono. 
Siamo dell'idea che elementi come Celar e Amoura non possano aver disimparato a giocare a calcio. Evidentemente, andranno recuperati, nel fisico e nella testa. Altri dovranno dimostrare di poter far parte del progetto: il fatto di essere appena arrivati non li esime da dover far vedere di avere le qualità per indossare questa maglia. Dopodiché, gli ultimi giorni di mercato saranno cruciali, come già detto in altre occasioni. Qualche giocatore di buon livello, che sperava magari di accasarsi in qualche squadra di livello maggiore, con l'approssimarsi della chiusura dei termini potrebbe essere tentato dall'idea di accasarsi in Ticino. E, diciamolo, sarebbe buona cosa, visto quanto scritto sopra. 
In definitiva, ci sono margini di miglioramento. Tutto passerà attraverso il lavoro di tutti, dalla dirigenza allo staff, passando dai giocatori. Ma va messo in chiaro che siamo di fronte al primo anno della nuova era, che ha orizzonti ai quali noi, che abbiamo sempre visto saltare panchine dopo 6/7 giornate, non siamo abituati. Poi, evidentemente, non basta essere giovani per giocare bene a calcio: va bene voler costruire qualcosa a medio termine, ma bisogna scegliere bene. E, magari, affiancare a questi giovani, elementi più maturi: un po' come la rete antigrandine da mettere sopra l'orto. Qualcuno c'è già, ma forse serve ancora qualcosa. Però, in fondo, siamo ancora nella prima decade del mese di agosto. E quindi, è presto per tirare la riga, come diceva Renzetti.