CALCIO
Lugano, Israele un punto di partenza?
Nonostante la sconfitta i bianconeri hanno lasciato una buona impressione in Conference League
Pubblicato il 12.08.2022 08:25
di Silvano Pulga
In Israele, il Lugano è andato con le idee chiare: la qualificazione al turno successivo era purtroppo compromessa dal risultato della gara d’andata in Svizzera, ma ciò non doveva costituire un ostacolo a giocarsi la partita nel migliore di modi. Nonostante le tante assenze, i bianconeri sono infatti scesi in campo con il giusto atteggiamento: pressing, gioco sulle fasce e un buon palleggio hanno caratterizzato i primi 45’ della truppa di Mattia Croci Torti. Ed è stato un peccato che, ancora una volta, come già successo a Cornaredo, l’arbitro abbia inciso sull’incontro, non giudicando fallo da rigore un intervento del portiere israeliano su Belhadj, in un momento dove, mancando ancora tanto alla fine, davvero la storia della qualificazione al turno successivo avrebbe potuto prendere una strada diversa. La massima punizione è stata poi concessa a 3’ dalla pausa ma, purtroppo per i ticinesi, capitan Sabbatini ha calciato male, facendosi respingere il tiro dal portiere avversario (che aveva tolto entrambi i piedi dalla linea di porta un istante prima del tentativo di trasformazione: sarebbe stato più giusto farlo ripetere, come dimostra l'immagine presa dalla foto). Nella ripresa, l’ennesimo gol subito da palla ferma ha poi tagliato le gambe al morale dei bianconeri, che hanno poi pagato lo sforzo iniziale, uscendo quindi battuti, ma con un punteggio (3-1 il finale) troppo severo, considerato quanto visto sul campo.
Peccato, dunque. Ma, come sappiamo, i tempi del calcio sono tiranni, e non aspettano quelli di maturazione di una squadra praticamente rifondata a inizio stagione e, tra l’altro, bersagliata da numerosi infortuni. Si torna quindi dal Medio Oriente con la consapevolezza che, seppur lentamente, il gruppo stia crescendo. I ritmi, in particolare nella prima frazione, sono stati buoni, così come la qualità del gioco espresso. Certo, alcuni elementi non sono ancora in forma (Arigoni, che si sta riprendendo dopo un problema fisico che gli ha fatto perdere parte della preparazione). Tuttavia, le prestazioni di Mahou e Belhadj, nonché la conferma di Valenzuela, fanno ben sperare per il futuro.  
A fine partita, il Crus ha però fatto presente che servirebbero ancora un paio di elementi, in difesa e in mezzo al campo; certo, l’impegno europeo non ci sarà, ma ieri si è dovuto attingere a piene mani alla rosa dell’U21 per poter avere 7 elementi in panchina. Ovviamente, ci si augura di poter recuperare gli infortunati in tempi brevi: tuttavia, almeno due di loro (Facchinetti e Hajrizi) saranno disponibili solo a gennaio. Il resto è conseguenza.
Un buon Lugano, dunque, che ha provato, nonostante le assenze, a giocarsi la partita e, perché no, a ribaltare una situazione oggettivamente compromessa e difficile. Peccato che alcuni giornalisti locali, a fine gara, abbiano invece voluto porre l’accento sulle assenze (quasi come fossero state scelte tecniche o, peggio ancora, dettate dal timore generato dalla situazione geopolitica attuale del Paese mediorientale); bene ha fatto il Crus a rispondere che i suoi hanno provato a fare la partita e che, se fosse stato concesso il rigore sul fallo subito da Belhadj all’inizio (e fosse stato trasformato, ovviamente), il discorso qualificazione avrebbe preso una piega differente.
Comunque, va bene così. Il tecnico si tiene la prestazione dei suoi, a dimostrazione dei progressi fatti nella preparazione, e vola ora a Basilea con fiducia. I renani, ieri, sempre in Conference League, hanno passato il turno contro i danesi del Brøndby, ma solo ai calci di rigore. Vero che hanno una rosa più folta di quella ticinese: ma sono sforzi, questi, che si pagano, anche mentalmente. In definitiva, un Lugano come quello visto ieri in Israele, al St Jakob-Park non partirà certamente battuto. Se è vero che questa sarà un’annata di transizione, lo è anche che, in fondo, per prendere fiducia basta una serie di risultati positivi. E, forse, i tempi sono maturi, vista la buona prestazione di ieri: chissà che l’orticello non consenta di fare almeno un primo raccolto d’insalatina.